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Psicopatologia della vita quotidiana Psicopatologia della vita quotidiana

Psicopatologia della vita quotidiana

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La presentazione e le recensioni di Psicopatologia della vita quotidiana, opera di Sigmund Freud. Dimenticanze inspiegabili, atti casuali e maldestri: sono i comportamenti che costellano la vita di ogni giorno a essere raccolti e interpretati da Freud in una delle sue opere più brillanti. Con la Psicopatologia, il padre della psicoanalisi chiama proprio le increspature, gli inciampi, le smagliature della banalità quotidiana a testimoniare la nostra natura più intima, ribaltando una volta per sempre il rapporto tra “profondità” e “superficie”. Attraverso esempi tratti dalla propria esperienza, dai racconti di pazienti e amici, da romanzi e poesie, Freud rivela gli insospettabili processi di rimozione che sono alla base di tutti questi “atti mancati”. Così la Psicopatologia della vita quotidiana, oltre a offrire una chiave per decifrare tanti momenti della nostra esperienza, costituisce una via d’accesso al regno dell’inconscio, illustrando con un linguaggio semplice e diretto alcuni concetti fondamentali della psicoanalisi. Un testo sorprendente, per accostarsi senza pregiudizi a uno dei pensatori più controversi dell’ultimo secolo.

Sigmund Freud (1856-1939) con la scoperta dell’inconscio e la fondazione della psicoanalisi ha rivoluzionato la filosofia e la psicologia del Novecento. Tra le sue opere, in BUR: Tre saggi sulla teoria sessuale, Psicopatologia della vita quotidiana, Il motto di spirito.



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Psicopatologia della vita quotidiana 2013-12-09 09:29:52 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    09 Dicembre, 2013
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Lapsus talami

Psicopatologia della vita quotidiana è un'opera nella quale Freud dà ampia prova di concretezza fondando la propria teoria su una ricca gamma di esemplificazioni e casi sperimentali. La genesi dell’opera è stata piuttosto complessa: la pima edizione è del 1901, l’ultima è datata 1924.
L'analisi svolta da Freud parte da un principio: l’inconscio si manifesta in tutta la sua potenza quando le difese vigili dell’uomo sono allentate. Questo si verifica non soltanto durante il sonno – quindi nei sogni – ma anche nelle ore della veglia: in tutti quegli atti apparentemente casuali e non intenzionali, che – al contrario di ciò che sembrano – sono invece precise manifestazioni delle dinamiche che serpeggiano nella profondità dell’animo umano (“Che nel lapsus si affermi proprio quell'idea che si vorrebbe escludere, è fatto molto comune”).
In questa prospettiva, le cosiddette “disfunzioni mnestiche” (dimenticanze di nomi, parole e frase e/o "falsi ricordi"), i lapsus (“Nelle perturbazioni grossolane come anche in quelle più sottili del discorso che si possono far ricadere sotto la categoria dei lapsus verbali, io non ritengo sia decisivo l'influsso degli "effetti di contatto dei suoni", ma quello di pensieri estranei al discorso intenzionale, sufficienti a provocare il lapsus e che bastano a chiarire l'errore occorso”), le amnesie, le falle nell’agire (dimenticanze varie, errori di ogni tipo, inconvenienti imputabili a sbadataggine) e le disattenzioni trovano il loro fondamento nei meccanismi che scatenano anche le nevrosi: in particolare, ciò che è stato rimosso e sotterrato nel subconscio tende a riaffiorare e si esprime squisitamente negli atti mancati e nei lapsus che dunque rappresentano non già un evento casuale, bensì un sintomo.

IL LAPSUS FREUDIANO

Dalla prefazione: “I lapsus sono inquadrati all'interno della categoria più generale degli atti mancati. Essi sono considerati forme di espressione indiretta dell'inconscio: l'errore che prende corpo nel lapsus, secondo Freud, è solo apparentemente casuale. Il lapsus non solo sarebbe la manifestazione di un desiderio inconscio che affiora e trova, così, soddisfacimento, ma costituirebbe anche un canale attraverso il quale trovano sfogo pensieri che, altrimenti, resterebbero rimossi dalla censura.”
Le défaillance sono distinte da Freud in quattro tipologie.
Innanzitutto i lapsus linguae, ossia gli errori per i quali viene pronunciata una parola diversa da quella che si voleva dire (“Il lapsus verbale diventa un mezzo di espressione mimico, e sovente invero per esprimere quel che non si voleva dire, diventa cioè un mezzo per tradire sé stesso”).
Poi vi sono i lapsus calami (e per esemplificare un lapsus nel lapsus: il lapsus talami!), gli errori nello scrivere, in virtù dei quali viene scritta una parola diversa da quella desiderata.
La terza specie è quella dei lapsus memoriae: sono i vuoti temporanei di memoria specialmente relativi a una parola, che non si ricorda, anche se si ha l'impressione di averla nella mente.
Infine, nella quarta categoria ricadono i lapsus manus, cioè gli errori nel compiere un gesto.

Talvolta questi sintomi sono di facile lettura; se invece il contenuto rimosso è emotivamente significativo (e quindi rappresenta un trauma nella vita psichica dell’individuo) il lavoro di ricostruzione (quello affidato alla psicanalisi) sarà più complicato perché si scontra con le censure e le negazioni della coscienza.
La “psicopatologia della vita quotidiana”, in ultima analisi, dimostra che i processi psicologici delle persone sane sono i medesimi dei soggetti nevrotici e differiscono soltanto nell’intensità e nell’importanza della reazione…

Anch’io, dopo questa lettura, sono passato dalla teoria alla pratica (!): ho posato la “Psicopatologia” e ho brandito “Il mio cuore cattivo”, psicothriller di Wulf Dorn che mi ha tenuto inchiodato finché non ho letto la gratulatoria dell’autore… ma questa è tutta un’altra storia.

Bruno Elpis

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... altre opere di Freud, Jung
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Psicopatologia della vita quotidiana 2012-07-24 10:42:52 rakovic
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rakovic Opinione inserita da rakovic    24 Luglio, 2012
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utile ma con elasticita'

Oddio, mi sono dimenticato ancora le chiavi della macchina! Non mi ricordo mai come si chiama quella persona! Ho detto una cosa per un'altra senza volerlo! Senza volerlo? Non è proprio così....

Pur essendo un testo di oltre cento anni fa e forse contestato e considerato obsoleto dagli specialisti del settore è comunque un testo che ci fa vedere ciò che facciamo ogni giorno con occhi diversi e spesso più veritieri.
Sarebbe bene iniziare la lettura dopo aver affrontato "L'interpretazione dei sogni" testo ad essa collegato ed immediatamente precedente, nell'intraprendere il viaggio nell'inconscio: il sogno parte da due spunti fondamentali: un ricordo recente (del giorno appena trascorso) ed un desiderio che abbiamo. Nell'adulto questi fattori però si arricchiscono di simbolismi che possono mascerare la vera origine del nostro mondo onirico.

Il viaggio nell'inconscio passa quindi attraverso lapsus, dimenticanze, falsi ricordi, tormentoni, che inevitabilmente accompagnano la nostra vita. Spesso tali "fattori psicopatologici" sono connessi ad eventi piacevoli o spiacevoli. Se voglio dire "I matti dovrebbero stare in manicomio" e dico "i matti dovrebbero stare in matrimonio" è indubbio il collegamento matrimonio-manicomio che ho nel mio subconscio e quindi ciò riflette una vita matrimoniale non proprio idilliaca....
La dimenticanza è invece spesso legata a qualcosa che non voglio fare o a qualcosa che mi ricorda un evento spiacevole del passato, mentre la deformazione dei nomi è segno di disprezzo per quella persona: "Entri Fantocci!" dice il megadirettore siderale invitando ad entrare il povero Ragionier Fantozzi.....

Questi sono solo pochi esempi, ma il testo pur contenendo alcuni passaggi di difficile comprensione ed alcune forzature, viaggia sul duplice binario degli schemi (mentali) e sugli esempi: Freud si riallaccia continuamente a casi clinici di pazienti (alla faccia della privacy) e ad episodi legati al suo vissuto, analizzando anche il proprio subconscio. Tutto sommato una lettura abbastanza scorrevole ed utile per conoscerci meglio, anche se ogni cosa deve essere valutata cum grano salis .... e poi volevo dire qualche altra cosa, ma me la sono dimenticata!!!

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l'interpretazione dei sogni, tipi psicologici (Freud, Jung)
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Psicopatologia della vita quotidiana 2011-04-25 20:51:10 darkala92
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darkala92 Opinione inserita da darkala92    25 Aprile, 2011
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Ad ognuno il suo

L'avvento freudiano viene considerato come la quarta rivoluzione, dopo quella copernicana, darwiniana e alcuni annoverano anche quella marxiana. Un evento che ha stravolto il mondo, più di quanto, in ambito sociale, hanno potuto fare le altre (e per ambito sociale parlo in modo particolare di relazioni interpersonali).

Dietro la copertina del mio libro è stata riportata la frase di Walter Benjamin (scrittore, filosofo e critico tedesco), che è la seguente: "Cinquant'anni fa, un lapsus durante una conversazione sarebbe passato più o meno inosservato... Con la 'Psicopatologia della vita quotidiana' tutto è cambiato".
Il 'caso' (o 'coincidenza'), che prima veniva preso come punto di riferimento per giustificare lapsus, atti mancati, dimenticanze e via discorrendo, ha subito un percorso all'indietro sbalorditivo, peggio di un gambero. E teoricamente, o meglio, per vie generali, accettiamo tutto questo contenti di questa ventata di novità e cultura. Ma.. bisogna fermarsi là; io ho dovuto permarmi qua.

Comprai questo libro sia per approfondire meglio gli studi scolastici e sia (soprattutto) per 'toccare' praticamente e per respirare l'aria innovatrice freudina, la quale ha influenzato tutto il periodo storico e culturale del '900. Ma non sapevo e tantomeno mi aspettavo un'aria così 'stantia'. Per leggere Freud bisogna partire, ovviamente, dal presupposto che ci si trova davanti ad un libro tecnico, ad un saggio strettamemte legato a dei termini precisi, ma speravo che nonostante tutto, Freud riuscisse ad invogliarmi ugualmente. Ascoltando opinioni sempre positive su un'altra pubblicazione freudiana, ovvero "Tre saggi sulla teoria sessuale", mi sono lasciata prendere, cercando di ampliare un discorso più pragmatico: lapsus e dimenticanze che fanno la vita di tutti i giorni.

Dopo la pseudo lettura di Freud (non terminata per via dell'esagerato tedio che mi provocava ogni volta che osavo avvicinarmi a qualsivoglia pagina), ho imparato una cosa fondamentale, del tutto irrazionale, ma parlando di psicanalisi non ci si può aspettare di sicuro un discorso prettamente scientifico. La cosa che ho scoperto è la seguente: mi sono resa conto che ci sono molti 'grandi' della letteratura e non, che hanno travolto radicalmente la vita quotidiana di un periodo ben preciso, e questi cambiamenti echeggiano ancora adesso. Bisogna apprezzare queste innovazioni per qualle che sono o per quelle che si sono mostrate, ma non bisogna sempre azzardarsi a scoprire i modi con cui ci si è arrivati a quella teoria o a quell'idea. Esempio: Freud ha 'scoperto' l'inconscio (es e super-io: forze contrarie che sono bilanciate dall'io); bene, fin qui ci siamo. Se però si va a studiare approfonditamente com'è arrivato a giustificare la sua scoperta, si rischia di cadere nell'assurdità. Dal momento che non sono esperta nel settore, preferisco tralasciare qualcosa dello studio di Freud, anzichè criticarlo senza averne delle basi solide con cui argomentare il mio dissenso (non ho mai studiato psicologia, ad es.).

Perciò anzichè continuare la lettura fingendomi interessata a queste teorie, rischiando di demolire un esempio da seguire, quale Freud è ancora oggi, preferisco chiudere il libro e cambiarlo, altrimenti l'antipatia crescerebbe ancora di più (sono arrivata ad un punto della lettura in cui ho paragonato Freud a Giacobbo. Quest'ultimo si diletta con i "templari": non importa la giustificazione che si dà, ma i templari stanno sempre dappertutto; così mi sembrano le teorie freudiane: a volte campate per aria, altre sembra siano un pò troppo forzate..)
..perciò: mollo! :)


Che i lettori di Freud non me ne vogliano, ma dico semplicemente che.. non è una lettura adatta a tutti. Il suo è un pubblico di un certo livello, che sia in grado di comprendere i discorsi di psicologia (cosa che io non sono in grado di fare), per questo lascio Freud a chi lo merita davvero.

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