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Pronto soccorso per l'anima offesa

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Un'offesa è come un ceffone in pieno viso, uno schiaffo per l'anima. La nota psicoterapeuta tedesca Barbel Wardetzki dimostra che non siamo impotenti di fronte a situazioni di questo genere, perché dipende in gran parte da noi cosa consideriamo un'offesa e in che misura ci sentiamo feriti. Più siamo consapevoli di cosa ci offende, di quali nuove ferite riaprono le vecchie e di quali possibilità abbiamo per difenderci, e meno soffriremo a causa delle critiche. Come cadiamo nelle trappole dell'offesa, e come possiamo uscirne? Che cosa ci spinge a sminuire il prossimo? Affrontando il problema dal punto di vista dell'offeso, ma anche di chi offende, troveremo le risposte essenziali per far fronte ai perversi meccanismi che si innescano.



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Pronto soccorso per l'anima offesa 2015-06-09 08:29:11 mia77
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mia77 Opinione inserita da mia77    09 Giugno, 2015
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Pronto soccorso per l'anima offesa

Un manuale che vorrebbe insegnarci a comprendere i meccanismi dell'offesa e dell'umiliazione, per evitare discussioni accese o aggressioni che ci aspettano dietro l'angolo nella nostra vita quotidiana. Il libro è diviso in due parti: nella prima sono descritti i punti di vista dell'offeso e dell'offensore, nella seconda vorrebbe aiutarci ad adottare un atteggiamento più pacato nei confronti delle offese.
Visto che l'azione di offesa non è oggettiva, ma soggettiva (ciascuno di noi si sente offeso o mortificato per motivi diversi rispetto a quelli di un altro), ogni cosa potrebbe essere giudicata un'offesa. Siamo noi, quindi, a decidere cosa ci offende o meno e siamo liberi di decidere se accettare la svalorizzazione o se rispedirla al mittente.
Sicuramente è provato che le mortificazioni colpiscono i nostri punti deboli e indeboliscono la considerazione di noi stessi: le persone che, quindi, hanno già una bassa autostima, sono soggetti predisposti a sentirsi più offesi di altri (infatti un soggetto molto sicuro di sé non si offende facilmente). Molto spesso il problema, nei soggetti insicuri, è la continua ricerca di approvazione e conferme all'esterno e, se queste non arrivano, la loro visione negativa di sé stessi e di conseguenza anche la loro autostima, peggiorano ulteriormente.
Tutti dovremmo imparare a sganciare il nostro benessere dalle figure esterne a noi e cercare il benessere al nostro interno. Dovremmo cercare di essere comprensivi con gli altri e non avere pregiudizi, rispettandoli, per poter avere da loro, a nostra volta, rispetto.
Ricordiamoci anche di essere importanti almeno quanto l'altro, quindi non adeguiamoci sempre, per paura di far finire le nostre relazioni. Facciamo valere il nostro punto di vista, cercando parole giuste e non offensive.
Di solito gli individui offensivi sono persone insoddisfatte e amareggiate, che si sentono rifiutate dagli altri e che devono sminuire in continuazione il prossimo per fare bella figura.
Cerchiamo di non cadere nella loro trappola, non enfatizziamo le loro provocazioni, ma cerchiamo di smorzarle: la provocazione funziona solo se qualcuno la raccoglie, altrimenti cade nel vuoto e perde forza.
Dobbiamo imparare a prendere le offese con filosofia, ammettendole (in modo, poi, da poterle superare), senza però farci sopraffare.
Cerchiamo di consolidarci sul piano interiore, per divenire più forti, più sicuri di noi, per riuscire a non farci mortificare.
Siamo noi a decidere se e perché offenderci e impariamo ad avere il controllo sulla nostra vita, perché siamo noi a determinare la nostra fortuna.
Alla fine del libro è citata una frase di Christoph Oetinger, che già conoscevo e apprezzavo, che recita:
"Dio mi conceda la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare quelle che posso e la saggezza si comprenderne la differenza".
Tra la moltitudine di manuali di auto-aiuto letti questo non è il migliore, ma è comunque utile, se riusciamo a metterne in pratica i suggerimenti.

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