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Nate come testi per un ciclo di conferenze da tenere ad Harvard queste lezioni costituiscono l'ultimo insegnamento di un grande maestro: una severa disciplina della mente, temperata dall'ironia e dalla consapevolezza di non poter giungere ad una conoscenza assoluta.



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Lezioni americane 2023-06-14 08:46:04 Emilio Berra TO
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Emilio Berra  TO Opinione inserita da Emilio Berra TO    14 Giugno, 2023
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Levità in letteratura

Interessantissima rilettura di un libro veramente imperdibile per chi ama la letteratura.
Si tratta di lezioni che Italo Calvino avrebbe dovuto tenere all'Università di Haward. Come sappiamo, l'improvviso decesso non gliene diede il tempo.

L'autore individua alcuni valori che la letteratura dovrebbe conservare nel III millennio.
Scelgo ora di parlare della "leggerezza", lezione che ho trovato particolarmente affascinante.
I. Calvino ci dice che la propria scelta di scrittura è stata contrassegnata da "una sottrazione di peso (...) soprattutto (...) alla struttura del racconto e al linguaggio" .

"La leggerezza pensosa può far apparire la frivolezza come pesante e opaca" .
La levità diventa preziosa oggi più che mai, perché "quella che molti credono essere la vitalità dei tempi, rumorosa, aggressiva, scalpitante e roboante, appartiene al regno della morte" .
Viene ricordato come Leopardi abbia associato all'idea di felicità "immagini di leggerezza : gli uccelli, una voce femminile che canta da una finestra, la trasparenza dell'aria, e soprattutto la luna" . La luna, che "appena si affaccia nei versi dei poeti, ha sempre il potere di comunicare un senso di levità, di sospensione, di silenzioso e calmo incantesimo" .

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Lezioni americane 2020-05-07 13:57:39 Valerio91
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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    07 Mag, 2020
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Letteratura nel terzo millennio

Che Italo Calvino sia un grandissimo della letteratura italiana (non abbastanza riconosciuto, secondo me) trova ulteriore dimostrazione nel fatto che sia stato l'unico italiano ad essere stato invitato a tenere le Norton Poetry Lectures all'università di Harvard.
Proprio da queste conferenze nascono le “Lezioni Americane" qui contenute, e purtroppo pubblicate postume. In queste lezioni troviamo quella che, in fondo, è la visione che Calvino aveva della letteratura e degli adattamenti che avrebbe dovuto attuare per fronteggiare il millennio in cui siamo, ma che a quel tempo stava ancora approssimandosi (si era nel 1985). Cosa ancor più importante, Calvino si concentra su quel che della letteratura doveva assolutamente salvarsi.
Diversi sono gli spunti di riflessione datici dall’autore, ancor più sorprendenti se si pensa che molto di quel che viviamo lo aveva previsto con spaventosa esattezza: parlo ad esempio della supremazia del "software" sull'"hardware"; della società che ci bombarda di immagini che mano a mano si svuotano di significato e soffocano l'immaginazione figurativa degli uomini, travolgendo la produzione letteraria contemporanea con uno tsunami di vacuità. Oltre a considerazioni molto utili a chi aspira a scrivere, traspare anche il Calvino autore: le lezioni sono infatti un modo per analizzare meglio la sua opera, conoscere le idee e le intenzioni che hanno fatto da motore ai suoi lavori.
Seppure il caro Italo tenda a divagare e a perdersi nella sua grande cultura letteraria, a volte portando anche il lettore a non capire dove voglia andare a parare, ci sono pensieri illuminanti che credo siano utili, se non imprescindibili per l'autore "consapevole". Cosa intendo per autore consapevole? Intendo un autore come lo era lo stesso Calvino: un autore che non vuole semplicemente raccontare una storiella, ma che di una storia fa un mezzo per indagare il mondo in modi mai visti prima; che vede nella letteratura qualcosa che può arrivare dove nient'altro può farlo: oltre i limiti della realtà conoscibile. Solo fino a quando la letteratura continuerà ad avere questo obiettivo potrà dirsi veramente tale, secondo Calvino, ma anche secondo il mio modestissimo parere. Ora la domanda è: com'è la situazione per noi che questo millennio lo stiamo vivendo? Posso rispondere solo per me stesso e dirò che in alcuni scrittori tutto questo è ancora vivo, seppur attenuato; ma è riguardo alla mole e al "palato" dei lettori che ho qualche riserva. Sarebbe davvero interessante sapere cosa ne penserebbe Calvino, o qualcuno quantomeno accostabile alla sua caratura. Ma purtroppo figure di questo genere nel mondo scarseggiano, e dopo la dipartita di Umberto Eco (e forse anche Camilleri) mi sento di dire che che in Italia non ce ne siano davvero più.

“[…] tutte le «realtà» e le «fantasie» possono prendere forma solo attraverso la scrittura, nella quale esteriorità e interiorità, mondo e io, esperienza e fantasia appaiono composte della stessa materia verbale; le visioni polimorfe degli occhi e dell’anima si trovano contenute in righe uniformi di caratteri minuscoli o maiuscoli, di punti, di virgole, di parentesi; pagine di segni allineati fitti fitti come granelli di sabbia rappresentano lo spettacolo variopinto del mondo in una superficie sempre uguale e sempre diversa, come le dune spinte dal vento del deserto.”

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Lezioni americane 2018-08-26 13:55:23 siti
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siti Opinione inserita da siti    26 Agosto, 2018
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Sempre valido

“Tra i valori che vorrei fossero tramandati al prossimo millennio c’è soprattutto questo: d’una letteratura che abbia fatto proprio il gusto dell’ordine mentale e dell’esattezza, l’intelligenza della poesia e nello stesso tempo della scienza e della filosofia, come quella del Valéry, saggista e prosatore…”
“(….)la grande sfida della letteratura è il saper tessere insieme i diversi saperi e i diversi codici in una visione plurima, sfaccettata del mondo”.
“Solo se poeti e scrittori si proporranno imprese che nessun altro osa immaginare la letteratura continuerà ad avere una funzione.”
Nel 1985, alla fine di un millennio, Calvino si interroga sulla letteratura, sulla sua sorte e su quella del libro nell’era cosiddetta tecnologica industriale. Indaga la specificità della letteratura, la sua qualità e i valori di cui si nutre cogliendo, il primo fra gli italiani a cui fu rivolto, il prestigioso invito dell’università di Harvard a tenere le Charles Eliot Norton Poetry Lectures, sei conferenze a tema libero nel corso di un anno accademico. La morte lo colse con cinque di esse pronte e la sesta in via di definizione, proprio quella sulla consistenza, quella che avrebbe dovuto aprire gli interventi e che è a me la più gradita. Leggerezza, rapidità, esattezza, visibilità e molteplicità sono i restanti temi di cui si occupa. Che mix! Presi così, come dei semplici sostantivi, alcuni di essi, associati alla letteratura parrebbero quasi dei disvalori. Come può essere leggera la letteratura? O rapida? E poi quando è esatta sfiora la tediosità. Visibile? Se lo augurano tutti gli autori. E molteplice? Con la dirompente specificità dei moduli narrativi che la contraddistingue? A entrare nel vivo degli interventi si acquisisce invece un’idea ben precisa e circostanziata di ognuno di questi valori ritrovandosi, di fatto, a calcare l’intera produzione di Calvino che lui stesso cita in maniera autoreferenziale, senza che ciò disturbi ma, al contrario, sorprenda, ritrovandosi piacevolmente, il conoscitore della sua produzione. Il lettore ha ora in mano la cerniera fra la produzione artistica e l’estetica che l’ha nutrita, in modo chiaro e preciso come non può accadere leggendo solo i testi. Ad ogni valore segue precisa definizione, dopo ampia trattazione costellata di puntuali riferimenti bibliografici che spaziano nella vasta cultura letteraria dell’autore da Dante a Cavalcanti, passando per Boccaccio, Lucrezio, Ovidio, James, Dickinson, Shakespeare, Diderot, Sterne, Leopardi, Valèry, Gadda e tanti altri. Su tutti spicca Borges che pare compendiare queste caratteristiche. A noi lettori, di quella letteratura che è stata prodotta dopo, non resta che chiederci quali di questi valori incontriamo, se li incontriamo, e se le capacità creative e immaginative riescono a tener testa all’ipertrofia delle immagini che sovrapponendosi nel nostro cervello confondono quello che esperiamo con quello che vediamo non rendendoci capaci di comprendere quando invece stiamo creando usando semplicemente la nostra immaginazione.
Per me è difficile dare risposta, più facile cercare rifugio nella letteratura classica o riconoscere letteratura, nella produzione contemporanea, in quella scrittura che sa far vibrare mente e cuore con contenuti universali restituendomi la mia condizione umana, molto facile da perdersi.

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Borges
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Lezioni americane 2016-09-20 08:12:03 Amante di Libri
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Amante di Libri Opinione inserita da Amante di Libri    20 Settembre, 2016
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Elementi essenziali nella vita di oggi

Quando sono di fronte ad uno scritto di Calvino lo stupore e la meraviglia mi colpiscono in pieno. Da sempre, sono stata affascinata dal suo modo di scrivere e vedere la realtà, con occhi diversi. Lezioni americane, è un libro che raccoglie le sei conferenze che l’autore ha scritto come proposte per il nuovo millennio. Alla morte di Calvino, il libro era senza titolo ma grazie ad Esther Calvino viene alla luce che Pietro Citati durante le sue visite aveva l’abitudine di esordire: Come vanno le lezioni americane? E di lezioni proprio si parlava.
Dunque, partiamo dalla prima:

- Leggerezza: “…nella vita tutto quello che scegliamo e apprezziamo come leggero non tarda a rivelare il proprio peso insostenibile. Forse solo la vivacità e la mobilità dell’intelligenza sfuggono a questa condanna.” Parlando di leggerezza, egli la considera un valore e non un difetto facendo riferimento ad opere del passato andando alla ricerca di ideali e come questo valore si sia situato nel presente e nel futuro. Di conseguenza, ci presenta il mito di Perseo colui che uccise Medusa, un riferimento a Kundera e alla sua opera “L’insostenibile leggerezza dell’essere” e a Lucrezio e il suo “De rerum natura”, nel quale viene delineata la dissoluzione della compattezza del mondo. Successivamente, troviamo un riferimento anche ad Ovidio, Cavalcanti e alla sua narrazione intessuta di un linguaggio alleggerito senza peso e a Cyrano De Bergerac. Quest’ultimo celebra l’unità di tutte le cose, la varietà delle forme viventi e il senso di precarietà dei processi.
- Rapidità: Si parte dalla leggenda di Carlo Magno dello scrittore Barbey d’Aurevilly alla versione di Petrarca per delineare il concetto di rapidità come ritmo che scandisce il racconto. Si fa inoltre riferimenti alle novelle di Boccaccio e Calvino prende per buona la definizione del termine elaborata da Leopardi nello Zibaldone: “la rapidità e la concisione dello stile piace perchè presenta all’anima una follia d’idee simultanee, così rapidamente succedentisi, che paiono simultanee, e fanno ondeggiar l’anima in una tale abbondanza di pensieri e d’immagini….”. La conferenza continua facendo riferimento al Dialogo dei massimi sistemi e il tempo di Mercurio e Vulcano.
- Esattezza: Tale termine vuol dire tre cose, un disegno ben definito; l’evocazione d’immagini nitide e un linguaggio preciso. Viene nuovamente citato il Leopardi, autore straquotato nell’esplicitazione ben definita dei termini presentati nelle sue conferenze. Calvino, sente il bisogno di difendere i valori importanti che hanno dato vita a queste proposte per il nuovo millennio, per non usare il linguaggio in maniera approssimativa e casuale. E in questo caso, sembra giusto citare la poesia l’infinito del Leopardi…” e il naufragar m’è dolce in questo mare” non è vista solo come chiusura del componimento ma anche come un senso di dolcezza misto ad angoscia. La conferenza si conclude con un autocitazione delle città invisibili e un accenno a Paul Valery.
- Visibilità: Facciamo qui riferimento al Purgatorio di Dante e alla moltitudine di immagini che creano diversi livelli dell’immaginario sottolineando l’importanza della fantasia. Questo valore è tra quelli più a rischio, gli uomini con il tempo lo stanno perdendo, non riesco a mettere a fuoco visioni ad occhi chiusi. Ecco qui, che prende piede l’importanza della pedagogia dell’immaginazione, un attenzione alle visioni interiori senza soffocare la propria immaginazione. Segue la citazione di Balzac con Le chef-d’ceuvre, parabola dello sviluppo dell’arte moderna e si accentua che “tutte le realtà e le fantasie possono prendere forma solo attraverso la scrittura, nella quale esteriorità e interiorità, mondo ed io, esperienza e fantasia appaiono composte della stessa materia verbale.”
- Molteplicità: Calvino, parte da una citazione di Gadda dal romanzo “Quel pasticciaccio brutto de via Merulana”, scelta perchè la sua filosofia si presta bene al suo discorso del sistema dei sistemi. Qui vengono citati anche i poeti maledetti come Mallarmè, Flaubert e Mann. Si afferma che ciascuno di noi è una combinazione d’esperienze, informazioni e letture. Ogni singola vita è fatta di oggetti, stili, dove tutto si mescola e ricompone.

Attraverso queste conferenze, l’autore ha avuto la possibilità di dire tutto in tutti i modi possibili. Un attenzione alla capacità di scrittura e di lettura, dell’inizio e della fine. Non è facile leggere un libro come questo al giorno d’oggi né tanto meno comprenderlo a fondo, ognuno ne estrapola il suo di significato. Si pone come l’ingresso in un mondo di valori che si cerca di salvare in una società dove sono poco attenzionati.

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Per chi vuole leggere uno scritto impegnativo di Calvino
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Lezioni americane 2015-09-24 10:38:51 StefanoTecchi
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StefanoTecchi Opinione inserita da StefanoTecchi    24 Settembre, 2015
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La Lezione di Calvino

Lezioni Americane/Sei proposte per il prossimo millennio è un ciclo di sei conferenze, di queste solo cinque sono state completate, ideato da Calvino per una serie di lezioni da tenere all’università di Harvard (primo autore italiano a partecipare alle “Poetry Lectures”). Il ciclo era previsto per l’autunno di quell’anno (1985), che a causa della morte dell’autore( settembre 1985) non si è mai tenuto. Il giorno della sua morte Calvino aveva completato cinque delle sei lezione, la sesta doveva completarla all’arrivo in America.
Queste sei lezioni:
- Leggerezza
- Rapidità
- Esattezza
- Molteplicità
- Coerenza (mai conclusa)

Sono alcuni valori letterari che dovranno essere conservati per il prossimo millennio (mancano quindici anni all’arrivo del duemila). Ognuna di queste sei lezioni sarà collegata a svariati romanzi ed autori(Ovidio, Lucrezio, Shakespeare, Emily Dickinson, Petrarca, Gadda , De Quincey, Proust ecc..) che faranno da esempi e spiegazioni a quello di cui la lezione tratta. Anche alcuni tra i più famosi scritti di Calvino sono direttamente collegati alle sue lezioni; per esempio il tema della prima lezione (Leggerezza) è affrontato nel ciclo “Dei nostri antenati” e nell’opera “I sentieri dei nidi di ragno” viene affrontato il secondo tema (Rapidità). Nonostante Calvino spazi da autori del Medioevo ad autori contemporanei, scrittori francesi, inglesi, americani, italiani, riesce con grande maestria e capacità, ad unirli in una trattazione coerente ed ordinata, il tutto guidato dal tema che viene trattato nella lezione.
In questa edizione del saggio alla fine della quinta lezione (Molteplicità) è stato aggiunto un Appendice con il titolo “Cominciare e finire” un inedito ricavato dai manoscritti delle Norton Lectures. Questo inedito è la provvisoria ma completa stesura della conferenza iniziale, che verrà scartata, ma la maggior parte di questo materiale era destinato a confluire nella sesta ed ultima lezione.
Questo saggio di Italo Calvino è una lezione sulla letteratura, che si legge piacevolmente e con interesse; la maestria dell’autore riesce a rendere chiaro ogni concetto affrontato. In definitiva è un saggio che consiglio a tutti, anche a chi non è avvezzo a leggere saggistica.

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