Io amo. Piccola filosofia dell'amore
Saggistica
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Il tentativo di dire in poche pagine ciò che non b
Io Amo è uno dei migliori libri del filosofo e teologo, Prof. Vito Mancuso. E’ un libro maturo e pensato che mette in luce la posizione sull'Amore di Mancuso che spesso ha suscitato con le sue idee innovative e non dogmatiche l’ira e la disapprovazione della Chiesa ufficiale.
Il libro, e sono parole dell’autore, è “un tentativo di dire in poche pagine ciò che non basta una vita intera ad imparare”. E per me il tentativo è riuscito. Il libro è profondo eppure discorsivo allo stesso tempo. Il primo capitolo affronta il primo innamoramento che tutti noi ricordiamo per lo stupore che ci ha colti nel trovarci di fronte una persona che con la sua esclusiva presenza ci ha riempito la vita. E tutti ricordiamo quel primo sguardo, quel batticuore, quell'odore, quel sorriso. L’Amore poi è affrontato secondo una visione filosofica e storica. Ci si innamora oggi nello stesso modo nel quale ci si innamorava ai tempi degli uomini di Neanderthal. Dal punto di vista biologico, l’amore che ci coglie è spiegato da una serie di molecole si attivano e ci “fanno stare bene”. Ma è evidente che non tutto è spiegabile da un punto di visto della biologia. Il perché proprio quella persona fa scattare in noi la scintilla dell’amore resta un mistero. E Mancuso individua nel mistero dell’amore, nello scatto segreto dell’innamoramento, la forza suprema che muove il mondo. E che ci mette in comunione, noi piccoli esseri nell'universo, con il grande mistero che muove tutto il creato. La scintilla che misteriosa si dipana dalla materia oscura, di cui è formato la maggior parte dell’universo, e che crea una galassia, un sole, un pianeta è la stessa scintilla che ci muove in una dato momento verso una certa persona. E’ una forza suprema che ci mette in moto e ci attiva.
La seconda parte del libro verte sulla posizione del teologo verso gli amori “diversi” ed è stupefacente quanto un teologo possa essere così moderno. La critica verso il catechismo che inchioda la sessualità a mera esecuzione ai fini della procreazione è feroce e diretta. Senza mezzi termini, Mancuso auspica cambiamenti drastici in tal senso. La sua apertura verso l’amore omosessuale, in tutte le forme sotto cui si può presentare, è totale. Pone solamente un diktat, che vale per qualsiasi tipo d’amore: l’Amore deve essere vissuto da ciascuno liberamente e nel rispetto dell’Altro, senza imposizioni o costrizioni; ogni coppia può e deve crescere insieme. In questo accezione l’Amore è specchio della forza divina. Quando, invece, diviene consumo del corpo e fame bulimica di sentimenti, allora è da evitare perché è spreco e disordine.
Consiglio questo libro, in particolare la seconda parte a chiunque voglia comprendere il senso delle vita e regolarlo secondo la forza dell’Amore
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UNA SCIENZA INATTENDIBILE
Mancuso, teologo laico, è convinto che anche l’amore necessiti di una filosofia, e più specificamente, di quella parte di essa denominata etica. In primo luogo sgombra il campo dai numerosi luoghi comuni sull’argomento: l’amore pieno è prima attrazione erotica verso un corpo( eros) poi attrazione del sentimento( philia) e infine attrazione dello spirito ( agapè). In sintesi solamente chi riesce a raggiungere i tre stadi recepisce in sé la pienezza dell’amore ovvero l’amore integrale. Si tratta di una rivisitazione del “Simposio” di Platone in cui la bellezza fisica faceva da tramite fra l’individuo e il mondo delle idee situato in un iperuranio immateriale. Ovviamente nel teologo Mancuso il rimando alla metafisica ovvero alla realtà che è oltre al mondo percepito dai sensi e che può essere concepita come Dio, si fa molto più sfumato: Dio, ammesso che esista, è “un’entità immateriale, forse al di là dell’energia, da cui emergono i semi originari dell’energia e della materia”. In questo modo poi spiega l’innamoramento: c’è all’interno dell’universo una “tensione orgasmica” verso l’organizzazione aggregativi che pervade tutti i fenomeni. Tuttavia come sempre nei saggi di Mancuso, erede più di Cicerone che di Platone, la prospettiva è pragmatica e non speculativa e cerca di darci un galateo, una norma di comportamento che ci garantisca benessere interiore ovvero una morale. Ed proprio in nome della felicità individuale e sociale egli contesta sia l’ottusa chiusura della Chiesa ufficiale verso i rapporti prematrimoniali e l’omosessualità sia anche l’edonismo sfrenato proprio di moltissimi comportamenti diffusi oggi. In conclusione “Io amo” è una lettura interessante, persino fondamentale, tuttavia non posso fare a meno di sentirmi ronzare in testa una canzoncina di Bennato: l’amore “è una scienza inattendibile. Niente regole da studiare, niente formula da imparare…..”
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Io amo di Vito Mancuso
Questo è un libro molto interessante anche per una liberale come me, che in alcune parti ha provato un senso di soffocamento a causa di alcuni dei contenuti delle varie religioni, a dir poco retrogradi.
Scritto da un teologo che stimo e che continuerò a leggere, anche se non approvo completamente ciò che dice e anche se su alcuni punti la penso in modo diverso.
Concordo con Vito Mancuso quando ribadisce il primato della coscienza e della libertà individuale per ciò che concerne i temi dell'amore e del sesso, proponendo un'etica personale che parte dal basso, per un esercizio giusto, ma anche libero della sessualità.
Interessante la riflessione sulla componente chimica al momento dell'innamoramento perché, volenti o nolenti, anche noi facciamo parte del regno animale, anche se dovremmo esserne la più alta manifestazione (ne siamo certi?) Indispensabile la rilevanza della dimensione ideale e sentimentale dell'amore a discapito di quella fisica e sessuale che, anche se molto importanti, non sono fondamentali (altrimenti l'amore fra coppie anziane andrebbe scemando o sarebbe meno intenso, invece spesso l'amore aumenta con il passare del tempo).
Bella la definizione "suprema beatitudine" per definire l'amore compiuto, quello realizzato, dove ognuno è pienamente soddisfatto del proprio posto e non vorrebbe cambiare nulla, né andare da nessuna parte, se non con la persona amata.
Interessante la descrizione dei tre diversi tipi di amore: eros (cioè l'attrazione dei corpi), philía (cioè attrazione del sentimento) e agápe, che è attrazione dello spirito. Secondo Mancuso solo l'unione dei tre aspetti porta al vero amore, quello integrale, secondo lui l'unico maturo.
La maggior parte delle religioni condanna il solo amore erotico, perché il desiderio in sé, secondo loro, oscura la mente (secondo me, invece, questo è il suo aspetto più intrigante).
Vito Mancuso dice che lo sguardo dell'innamorato deve essere concavo e accogliere l'altro senza difese; è uno sguardo dilatato e del tutto aperto, innocente e retto, come se fosse un abbraccio avvolgente. Quello fra i due innamorati è un legame delle anime, che trascende lo spazio e il tempo.
Indispensabile, per amare veramente, coltivare il silenzio (che è capacità di ascoltare e di accogliere) e liberarsi dall'ego, coltivando però l'amore di sé (come accettazione della propria condizione e dei propri limiti).
La coppia, secondo Mancuso, non è la somma di due atomi, ma una molecola spirituale diversa, che pone il nostro centro vitale fuori da noi (ma non nell'altro), in qualcosa di più alto sia di sé, che dell'altro.
Questo romanzo mi ha presentato le posizioni delle diverse religioni in ordine di amore e sesso e ha confermato ciò che pensavo: tutte le religioni, a mio avviso, sono troppo restrittive e fuori dai tempi per quanto riguarda questi argomenti. Mi ha confermato il dogmatismo della mia religione, quella cattolica, che è una delle più restrittive, che ha bisogno di una svolta rinnovatrice in materia (no al piacere sessuale all'infuori del matrimonio, no all'unione sessuale fra due persone non sposate, no ai rapporti pre-matrimoniali fra fidanzati, no a ogni forma di contraccezione, no all'omosessualità, no alla masturbazione, sesso solo al fine procreativo). Da questa rigidità non possono non proliferare peccati mortali ovunque, infatti la gran parte dei cattolici disattende molti di questi punti fondamentali, personalizzando la propria religione (non sarebbe meglio se la Chiesa, quindi, cambiasse qualcosa?) Come Vito Mancuso, "Io credo che la dignità della persona umana consista nell'uso libero e responsabile della propria intelligenza e della propria volontà", per cui affermo il primato della coscienza individuale, nel rispetto della libertà altrui.
Sarà che io sono stata, sono e sempre sarò per la libertà individuale, se questa non va a ledere la libertà altrui, ma continuerò a vivere e interpretare la mia religione a modo mio (almeno fine che la stessa non si adeguerà ai tempi moderni).
Bella la riflessione sull'adulterio come tradimento delle propria coscienza morale, prima che tradimento dell'altro, che si è aperto con la massima fiducia e si è offerto a noi completamente (un po' come sparare sulla croce rossa, no?) Amore è fare spazio dentro di sé a un'altra persona, donarle la nostra anima, ascoltarla, per aprirsi alla grande trasformazione dell'ego richiesta da Amore (quindi il vero amore presuppone il dare, il donare sé stessi all'altro).
Il romanzo è bello e lo consiglio a chiunque, per riflettere su uno degli aspetti fondamentali della vita e del benessere di ognuno di noi.
Una citazione che mi ha colpita è quella del filosofo Schopenhauer (con cui io concordo), che dice:
"L'amore è un espediente escogitato dalla furbizia della Natura che si avvale del piacere, della bellezza e del sentimento per incrementare la propagazione della vita... Gli innamorati sono pedine sacrificali a disposizione della natura, che devono sacrificare la loro esistenza in favore della comparsa delle generazioni future, che a loro volta riprodurranno il medesimo meccanismo di auto-immolazione, sedotte dai trucchi dell'amore, al servizio della biologia della specie".