Donne che amano troppo
Saggistica
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QUANDO L’AMORE DIVENTA DIPENDENZA
Inizio col dire che è una lettura fondamentale per OGNUNO, chiaramente è più indirizzato al pubblico femminile perchè ne è più affetto. Ma chi sono le donne che amano troppo? In base a quale criterio si può valutare l’esagerazione di un sentimento come l’amore? Quali sono le condizioni che sviluppano la dipendenza affettiva? Perché è estremamente difficile uscirne?
La Norwood, con una bravura impeccabile, delinea i meccanismi mentali che si celano dietro a questi comportamenti “amorosi” ammettendo inoltre di essere stata una donna che amava troppo. Ma tutte noi, in un periodo specifico della nostra vita abbiamo avuto un attaccamento più forte degli altri, pensando che fosse amore, ma amore non era. Avevamo così fame di amore, di approvazione da parte dell’altro che abbiamo dimenticato di valorizzare i propri bisogni. Sono sicura che tutti voi avete vissuto una relazione che vi ha portato solo guai, che vi ha fatto solo stare in pena e a versare lacrime quasi di continuo. Bene, questi sono gli ingredienti per capire la ricetta di un amore malato.
Ci sono alcuni fattori esterni come la cultura sessista che mostra la donna farsi martire e capace di sopportare i capricci, i malumori, i tradimenti del compagno perchè prima o poi, la sofferenza verrà ripagata e l’uomo l’amerà in modo completo e forte. Certe favole mostrano proprio questa dinamica, come la “Bella e la Bestia”. I fattori sono anche interni, uno tra questi è il passato famigliare: più la famiglia è disturbata, più la dipendenza affettiva può essere intensa, per via della mancanza d’amore vissuta dalla bambina fin dall’infanzia. Molti casi, i più gravi indicano un forte collegamento con le famiglie di alcolisti e fenomeni di amore morboso. Le esperienze descritte dalla psicoterapeuta colpiscono per l’impatto che una relazione può avere sulle persone al punto da renderle irriconoscibili, al punto di tentare il suicidio.
La negazione, è ciò che impedisce di prendere coscienza, che fa in modo che una donna si addossi la colpa del fallimento della relazione ma anche negano la propria dipendenza dall’altro. Per questo motivo, non è sempre facile uscire da certe situazioni e si preferisce rimanere immobilizzati nelle sabbie mobili emotive. Ed è per questo motivo che quando un partner maltratta, è incompatibili con i propri bisogni, non si cura di noi, è indisponibile emotivamente, lo si desidera di più e si è incapaci di lasciarlo.
E’ anche la paura della solitudine che spaventa, perchè non si crede di essere forti abbastanze per fronteggiare la vita con le proprie risorse e ci si aggrappa anche a un briciolo di amore, disumanizzandosi, perchè è meno spaventoso che essere abbandonati. Si arriva ad essere irriconoscibili, ad avere grossi problemi fisici e mentali. Ciò viene anche permesso da una scarsa autostima, ed è così che la relazione è al primo posto e il partner diventa più importante di noi stesse. In realtà viene messo in atto un tentativo inconscio di controllo dell’altro, con il pretesto di accudirlo in tutti i modi possibili. Si vive in una dimensione idealizzata: “come potrebbe essere”, non com’è davvero, ma con gli sforzi la relazione migliorerà fino a diventare perfetta. E’ un desiderio utopico, si cerca solo di avere in tutti i modi l’amore che è mancato nell’infanzia; ma è un amore che va ricercato in se stessi.
Un’altra caratteristica particolare di queste donne è che non possono stare lontane dal dramma, dai brividi, dalle ansie al punto da trovare estremamente noiosi i “bravi ragazzi” che sono veramente interessati a loro. Se non si può recitare la parte della “crocerossina” una relazione è priva di senso. Il sentirsi necessarie corrisponde a sentirsi amate.
Con la dipendenza da una persona, molto frequentemente, si sviluppa, una dipendenza da sostanze stupefacenti, alcool o cibo. E le due problematiche si alimentano l’un l’altra portando il quadro clinico a livelli pericolosi.
Il libro propone esempi di uomini che hanno frequentato queste donne e del perché necessitavano una figura del genere nella loro vita. Nei racconti emerge l’evidenza di come, quando una relazione diventa normale, i drammi spariscono, la donna molla il colpo. Ciò che da energia è l’impossibilità dell’amore.
Quando una donna riesce ad accettare il compagno per quello che è senza sentire la necessità di intervenire, può sentirsi libera, è proprio quando non si fanno azioni che ci sono delle reazioni nell’altro. Solo così si impara ad amare in modo sano ed è qualcosa che ognuno di noi deve imparare a fare.
Indicazioni utili
Ricordati di seguire la felicità!
Quando confondiamo amore e sofferenza, stiamo amando troppo.
Quando accettiamo una relazione che lede la nostra dignità, non rendendoci felici, ma ciò nonostante non siamo in grado di mettere un punto, stiamo amando troppo
Stiamo amando troppo quando rimaniamo con un compagno aggressivo o violento, oppure quando passiamo da un partner all’altro non con piacevole spensieratezza, ma perché "avere un uomo" è un'esigenza, uno scopo vitale e non una piacevole avventura tutta da vivere.
Qual'è il confine tra amore ed ossessione?
Quando dobbiamo iniziare a preoccuparci?
Come possiamo fare per riprendere il controllo della nostra vita?
Robin Norwood ci illustra in questo libricino la dinamica malata che porta le donne ad essere dipendenti da una relazione.
Una dipendenza che assomiglia a quella per il cibo o per l’alcol, e che ha origine da una profonda sofferenza interiore.
Una dipendenza che non va confusa con la generosità di chi dona tanto al partner, ma in modo sano. E neppure coincide con l’atteggiamento libertario di donne che hanno, sì, tante storie, ma che in questo trovano soddisfazione e divertimento.
L’amare troppo è, all'opposto, un'esperienza che comporta sofferenza e frustrazione profonde, è una malsana dipendenza da chi non meriterebbe nemmeno un briciolo dell'amore e dell'affetto donato.
Questo libro scava nel passato di tutte noi, imponendoci di riflettere sui nostri modelli famigliari e ricordando ad ognuna, con urgenza, che gli errori in famiglia, se ve ne sono stati, non devono diventare un triste copione. Le donne che amano troppo è come se ballassero una vecchia danza, che non porta benessere, ma di cui conoscono sin troppo bene i passi.
La Norwood con le sue parole, con esperienze di vita vera e con un velo di ironia ci aiuta a dire "basta" e soprattutto ci ricorda che amare troppo è calpestare ed annullare se stesse per dedicarsi a una causa persa in partenza.
Perchè amare è mettere la nostra felicità nella felicità di un altro, senza mai dimenticarsi di se stesse.
Indicazioni utili
Io sto amando troppo
Quando essere innamorate significa soffrire, stiamo amando troppo. Quando la relazione con lui mette a repentaglio il nostro benessere emotivo, stiamo amando troppo. Amare troppo è calpestare, annullare se stesse per dedicarsi completamente a cambiare un uomo "sbagliato" per noi, e senza riuscirci. Amare in modo sano è imparare ad accettare ed amare prima di tutto se stesse, per poter poi costruire un rapporto gratificante e sereno con un uomo "giusto" per noi. Le donne che amano troppo hanno poca stima di sé; hanno un profondo timore dell'abbandono. La ricerca dello stare bene deve però cominciare all'interno di sé. Dobbiamo guarire dal bisogno di dare più amore di quanto se ne riceva. Con simpatia e assoluta competenza professionale Robin Norwood indica un possibile itinerario verso la consapevolezza di se stesse e verso l'equilibrio dei sentimenti. Leggere questo saggio aiuta, a non sentirsi le uniche, a non sentirsi le martiri, a svegliarsi, a guardarsi, a liberarsi, a stare meglio. Da leggere assolutamente.
Indicazioni utili
L'insicurezza delle donne
"Invece di una donna che ama qualcun altro tanto da soffrirne, voglio essere una donna che ama abbastanza se stessa da non voler più soffrire."
Quante volte abbiamo amato troppo?Quante volte pur essendo consapevoli che non ci lasciavamo dignità nei nostri gesti abbiamo continuato a ripeterli in maniera nevrotica?Quante volte sapevamo di darci a qualcuno che non ci voleva integralmente ma non siamo riuscite a smettere?
Robin Norwood qui ci spiega perché lo facciamo e lo fà definendoci donne che amano troppo: ma è un trucco linguistico. Perché l’amore quando è “sano”, reciproco, quando è strutturato senza patimenti non è mai “troppo”.Quello che è troppo è la nostra insicurezza,l’ossessione eccessiva verso qualcuno,la perdita della nostra dignità,l’accontentarsi di briciole che ci vengono concesse da un uomo, il prendersi quelle briciole come se noi non meritassimo tutta la torta, tutto il sogno, tutto l’amore.
L’autrice nel racconto si serve di esempi forti. Ci narra storie di figlie dell’alcoolismo, di violenza domestica,di co-dipendenza ,storie in cui l’esempio genitoriale ricade addosso rendendo impossibile uscire da quella trappola, dallo schema nevrotico nel quale si è cresciute. A una prima lettura si potrebbe pensare che noi veniamo da situazioni più semplici e che certi eccessi non ci riguardano.Ma procedendo nelle pagine (ripetitive in alcuni casi nella necessità di fissare un concetto)sappiamo che da li non si scappa e dobbiamo riconoscere che tutte noi, chi più chi meno, ha amato troppo in alcuni momenti della propria vita.
Uscire da questa vera e propria patologia è una possibilità tangibile, che non passa,come si potrebbe pensare, attraverso una rivisitazione del nostro agire verso il sesso opposto, ma passa (ed è molto più difficile)attraverso l’amore per noi stesse.
Ho riletto più volte nella vita questo libro (adesso “ho smesso” e ho regalato la mia copia:))e lo consiglio vivamente a chi ha voglia di imparare qualcosa in più su se stessa. Non è un inutile manuale di self-help, non è una psicoterapia senza interazione, è un libro. Un libro che semplicemente ci prende per mano e senza giudizi ci racconta una delle realtà più diffuse da sempre:la nostra incapacità di amarci, la nostra bravura nel farci un male cane.
Indicazioni utili
amare troppo???
"Quando essere innamorate significa soffrire,stiamo amando troppo.
Quando lamaggior parte delle conversazioni con le amiche intime parliamo di lui e dei suoi problemi e lo scusiamo continuamente,stiamo amando troppo.(...)
...Quando la relazione mette a repentaglio il nostro benessere emotivo,e forse anche la nostra salute e la nostra sicurezza,stiamo decisamente amando troppo"
In questo libro,Robin Norwood,analizza questo comportamento "tipicamente femminile" che nasconde il malessere che milioni di donne si trascinano dall'infanzia:genitori assenti,con problemi di alcool e droghe,gioco,guerre familiari di ogni tipo,abusi sessuali rimossi o patologicamente accettati come qualcosa di "voluto".
Molte donne tendono ad imitare,inconsapevolmente,l'atteggiamento che la madre aveva nei confronti del padre:perdonova le sue botte e copriva i suoi guai.
In questo saggio psicologico vengono narrate esperienze vere "estreme" di donne che la psicoterapeuta ha avuto in analisi,storie che fanno male a chi ci si rispecchia,anche solo in minima parte,molte lettrici si renderanno fino a che punto hanno trascurato loro stesse o non hanno accettato di gurdare dentro di loro,allora si son buttate sui problemi di uomini che non le amavano,simili al padre o alla madre,alcolizzati,tossicodipendenti,etc..
Il loro scopo è divenuto "cambiarli" come per rimediare al loro passato,perchè incosciamente,e molto spesso anche consciamente, considerano loro la colpa di tutto ciò,il loro attaccamento verso di essi ha lo stesso rapporto che si viene a creare con una sostanza stupefacente,una forte dipendenza.
Un uomo "normale" e sano che le ama e le accetta davvero,procura in loro un senso di "disagio" o un qualcosa che di non meritato,di noioso,una cosa a loro sconosciuta,mentre con l'uomo "sbagliato" si sentono più "a casa".
Molto spesso donne malate di anoressie o bulimia.
A parer mio,non si tratta di "psicologia spicciola" come al primo acchito potrebbe sembrare.
Robin Norwood ci conduce per mano,amichevolmente, con semplicità ed esrtema competenza, indicandoci una strada,un cammino da percorrere per ritrovare noi stesse,inseguire dei sentimenti "sani" e soprattutto ad amare noi stesse.