Alla ricerca delle coccole perdute
Saggistica
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Non siamo altro che nevrotici
Questo è un bellissimo ed arrivabilissimo trattato di psicologia evolutiva. Lo reputo il classico libro da tenere sul comodino per capire ogni volta i nostri errori e come funzioniamo. Lo stile è ironico, all'avanguardia, in molte pagine non può non nascere un sorriso. Il linguaggio è colloquiale, semplice e riesce a spiegare concetti non alla portata di tutti: è un saggio di psicologia ma al tempo stesso è una spiegazione che un amico preparato in materia ti può dare. Tutto è sviluppato secondo concetti logici, è impossibile perdersi tra le pagine.
In sostanza viene spiegato il perché siamo nevrotici e qual è la causa delle nevrosi ansioso-depressive (di cui il mondo è pieno). La società ricca, tecnologica, avanzata causa un rallentamento nel processo di crescita psichica dell'individuo. Differentemente dalle società povere (dove i bambini diventano adulti anche forse troppo presto), gli adulti delle società capitalistiche, rimangono bambini fino ai trenta-quaranta anni perché non riescono a mettere in atto quelle caratteristiche utili alla sopravvivenza.
Giacobbe descrive tre personalità (più una quarta: l'apice, che verrà approfondita in un testo a parte): bambino, adulto, genitore. E' un processo naturale; gli stessi animali subiscono questa evoluzione. In un individuo sano, le tre personalità si alternano in base alla situazione ambientale che si presenta. L'individuo nevrotico, invece non è in grado di attivare questo meccanismo: o è bloccato in una delle personalità o non riesce ad attivare le altre. Il passaggio tra le fasi è fondamentale e non può essere con un ordine diverso. Non esiste il passaggio bambino-genitore. Questo perché è solo l'adulto colui che è in grado di amare, le altre due personalità non lo sanno fare.
Ma chi sono queste tre figure?
BAMBINO: è colui che è umile, sa chiedere scusa, aiuto, perdono, sa giocare con la vita non prendendola troppo sul serio. Per contro però, vive in un costante stato di paura perché d solo è incapace di dominare l'ambiente. Quindi usa il genitore surrogato come stampella data la sua insicurezza, frustrazione, gelosia, a non accettazione della realtà: pretende assistenza e amore continui.
ADULTO: domina l'ambiente, convive con la propria solitudine e gli altri li cerca per piacere non per bisogno. La libertà è per lui sacrosanta, ha autostima, è sicuro di sé non dipende dall'altro, ha delle paure più reali, si adatta all'ambiente e alle difficoltà dato che ha i mezzi per poterle superare. Non gli interessa possedere ma usare, l'amicizia è un valore importante Eppure non è capace di essere umile, chiedere scusa, non sa giocare, è egoista perché non si dedica agli altri.
GENITORE: si dedica agli altri senza aspettative, è capace anche di un amore universale, dettato dal superamento della paura dell'altro. E' il punto d'arrivo dell'evoluzione.
Le tre personalità ovviamente possono essere nevrotiche tant'è che i loro aspetti più negativi sono accentuati e vanno a impedire la normale alternanza. Il genitore normale non sembra avere lati negativi ma può diventare un nevrotico se punisce o è estremamente autoritario.
Vengono poi esposte le descrizioni delle coppie nevrotiche combinate mostrando la varietà (e l'impossibilità) di avere una relazione. La coppia sana è una contro le sei malate: ecco perché l'amore e le relazioni amorose non possono stare in piedi. Il punto è che l'amore sano è una rarità e le persone che riescono a vivere questo sentimento possono diventare il bambino, l'adulto, il genitore dell-per l'altro a seconda della situazione. Per questo motivo i matrimoni falliscono e la società è nel caos.
BUDDHA: è l'ultima personalità, quella spirituale e consapevole che si attiva solamente dopo essere stato un genitore. E' la fase della saggezza, la paura della vita on esiste più e si è completamente salvi dalla nevrosi: la sofferenza è qualcosa che non si teme più. E' quindi la parte finale del bellissimo viaggio all'interno di sé stessi.
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Siamo uomini o nevrotici?
Il mio incontro, su carta stampata, con G.C. Giacobbe è avvenuto tramite presentazione da parte di una mia collega che, ormai incapace di sopravvivere alle ondate di stress quotidiano, ha acquistato e letto un libro del suddetto autore intitolato 'Come diventare Buddha in 5 settimane' e che, a sua detta, le sta portando grande giovamento.
La stessa collega, però, mi ha fatto notare che essendo l'ufficio la fonte primaria della sua condizione di stress, affinchè la sua trasformazione in Buddha si possa completare con successo, sarebbe stato utile che anche io (in quanto suo diretto collaboratore e pertanto imputabile al 50% del suo malessere) leggessi tale libro.
Ed è stato così che, con qualche giorno di anticipo sul mio compleanno, ho ricevuto in dono dalla cara collega un terzetto di opere di Giacobbe, dai titoli promettenti: oltre il sopra citato 'Come diventare Buddha in 5 settimane', c'è anche 'Come smettere di fare la vittima e non diventare carnefice' ed il nostro 'Alla ricerca delle coccole perdute'.
Capirete bene che con titoli così eloquenti e non avendo la minima idea del loro contenuto, non sia stato facile per me scegliere il primo libro da leggere.
Di sicuro, non essendo la mia massima aspirazione diventare un Buddha (nè caratterialmente nè - soprattutto - fisicamente) ed ipotizzando che i problemi della mia collega siano riconducibili fondamentalmente ad una carenza di affetto, ho optato per quel libro che almeno in copertina promette ai suoi lettori un viaggio avventuroso degno del migliore Indiana Jones .. alla ricerca delle coccole perdute.
Questa premessa mi è sembrata doverosa per farvi presente che sarebbe stato improbabile, se non addirittura impossibile, che avessi scelto mea sponte l'acquisto di tale opera e che se nei prossimi giorni troverete su questo sito i miei commenti relativi agli altri due libri non è per un istinto recondito di masochismo piuttosto per un atto di amore (nel senso di compassione) verso la mia collega.
Detto ciò, Giulio Cesare Giacobbe è un uomo dalle mille risorse (fonte Wikipedia): prima tecnico radiologo, poi consegue la laurea in Filosofia presso l'Università di Genova, poi approfondisce le sue conoscenze in diversi ambiti letterari sino a diventare professore universitario e successivamente psicoterapeuta con specializzazione in psicoterapia evolutiva.
Insomma, il dottor Giacobbe non è certo uno sprovveduto, uno dei soliti ciarlatani che illuminato o folgorato sulla via di Damasco entra in contatto con la verità assoluta e vorrebbe condividerla con noi, poveri ignoranti, sempre e soltanto dietro compenso pecuniario.
No, il dottor Giacobbe è un illustre accademico che ha anzitutto approfondito lo studio di diverse discipline psicologiche e che adesso cerca di divulgare al pubblico più variegato le teorie elaborate nel corso degli anni da altri illustri personaggi (soprattutto orientali) evidenziando anche gli effetti benefici che tali teorie possono avere sul singolo individuo se applicate correttamente.
E il dottor Giacobbe, da esperto di comunicazione, sa anche quanto sia poco proficuo sia dal punto di vista professionale sia dal punto di visto remunerativo rivolgersi al pubblico con termini dotti, più appropriati per un trattato accademico e che sarebbero compresi solo da una ristretta cerchia di colleghi psicologi.
Per questo motivo, 'Alla ricerca delle coccole perdute' si presenta come un trattato semi-serio sulle cause principali delle nevrosi più comuni, in particolare la nevrosi ansiosa-depressiva, in assoluto una delle patologie più diffuse nella società odierna.
'Serio' perchè viene esposta con serietà e rigore logico la teoria alla base della psicoterapia evolutiva, 'semi' perchè la complessità di tale teoria viene addolcita con l'uso di un linguaggio poco tecnico e molto discorsivo e soprattutto con esempi estremi tratti dalla vita quotidiana e spesso ai limiti della parodia.
E questo credo sia più un difetto che un pregio dell'opera: immagino quanto sia difficile trovare il giusto compromesso tra un manuale divulgativo ed un trattato scientifico, ma soprattutto nella seconda metà del libro ho avuto la sensazione di leggere il copione di un cabarettista di Zelig.
Infatti, potrei affermare che la sostanza del libro sia tutta concentrata nelle prime dieci pagine dove troviamo sintetizzata l'ipotesi alla base della psicologia 'evolutiva':
nella società odierna, ricca, tecnologica e dotata di tutti i comfort, gli adulti rimangono bambini. Non crescono. Non diventano adulti.
Lo dimostra il fatto che gli stati d'animo depressivi più diffusi, quali solitudine, insicurezza, disadattamento, insoddisfazione, paura, infelicità, sono tipici stati d'animo dei bambini.
La cura: ripristinare la corretta progressione dell'individuo nei tre passaggi evolutivi previsti dalla natura, ossia personalità del bambino, dell'adulto e del genitore.
Se la personalità dell'individuo permane, a causa del condizionamento esterno, in uno di questi tre stati è inevitabile l'insorgere di una nevrosi, ossia una non corretta percezione della realtà, con conseguenze disastrose per l'individuo stesso e chi lo circonda.
Occorre, invece, fare in modo di evolvere gradualmente nelle tre condizioni psicologiche sopra indicate evitando di 'ristagnare' in una di esse, bensì cercando di 'indossare' la personalità giusta e coerente con il contesto in cui si vive.
Ecco perchè, con particolare riferimento al rapporto di coppia, risulta vincente l'abbinamento tra due individui che riescono a giocare come bambini, ad essere indipendenti come adulti e che si proteggono vicendevolmente come farebbe un genitore.
Bene, la mia unica osservazione a tutto ciò è la seguente: a me sembra tanto la scoperta dell'acqua calda!! Sono proprio necessarie lauree, studi, ricerche, analisi e quant'altro per arrivare a questa conclusione? Non sarebbe sufficiente un pò di buon senso personale?
Fermo restando che la difficoltà maggiore in tutto ciò non è certo capire il concetto sopra esposto quanto sicuramente metterlo in pratica.
Perchè il quadro idilliaco della coppia modello 'Mulino bianco', con un lui adorabile e coccoloso ed una lei giocherellona (leggi: 'che non lamenta mai l'usuale mal di testa...') funziona molto bene i primi mesi, forse anche i primi anni, di convivenza.. ma poi?
Poi altro che 'mulino bianco'... diventa il campo di battaglia di Hunger Games.
E allora mi chiedo: quale sarebbe il contributo di Giacobbe con questo suo saggio? Quello di riportare su carta 'princìpi' di psicologia che ognuno potrebbe dedurre autonomamente con un minimo di autocoscienza?
Probabilmente sì.. e probabilmente un contributo di questo tipo è utile a molti perchè molti spesso perdono di vista se stessi e non riescono a 'ritrovarsi'.
Altrimenti non si spiegherebbe neanche perchè nel mio quartiere ci siano più psicoterapeuti che dentisti o oculisti...
Chiedo venia per questo commento anomalo.. d'altro canto, potrei ritenerlo appropriato trattandosi di un libro incentrato sulle nevrosi o, in genere, atteggiamenti 'fuori dal normale'.
Ora, dopo aver approfondito con Giacobbe le tre personalità basilari previste dall'evoluzione naturale, mi accingerò allo studio della quarta personalità che non rientra nel percorso ordinario e biologico del singolo individuo ma richiede una precisa volontà dello stesso indirizzata al suo conseguimento: la personalità del Buddha.
Che, come ricorderete all'inizio di questo commento, è anche quella che mi consentirà di evitare il suicidio della mia collega...