Saggistica Scienza e tecnica Scoperte scientifiche non autorizzate
 

Scoperte scientifiche non autorizzate Scoperte scientifiche non autorizzate

Scoperte scientifiche non autorizzate

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La fusione fredda è veramente un traguardo irraggiungibile? Le ricerche del prof. Sergio Focardi e dell'ing. Andrea Rossi sembrano dimostrarne la fattibilità. Cos'è successo realmente a Tunguska? L’automobile a emissioni zero è una realtà da anni? Marco Pizzuti risponde a queste domande e pone altre inquietanti questioni: l'antigravità, lo sviluppo di armi segrete da parte dei nazisti, il mistero di Coral Castle, gli esperimenti di John Hutchison, lo stadio di sviluppo dei motori ad aria compressa, lo sviluppo delle armi geofisiche, la fusione fredda di Fleishmann e Pons.



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Scoperte scientifiche non autorizzate 2013-12-19 15:27:49 FrancoAntonio
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FrancoAntonio Opinione inserita da FrancoAntonio    19 Dicembre, 2013
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Tesla o Enigm?

Chi dobbiamo ringraziare per l’illuminazione elettrica delle nostre case? Chi ha inventato la trasmissione con le onde radio, le apparecchiature a raggi X, la televisione, il radar, il forno a microonde? Se pensate che le risposte esatte siano Edison, Marconi/Hertz, Roentgen, Farnsworth, Spencer, vi sbagliate. Secondo quanto si afferma in questo libro, tutte queste invenzioni e centinaia di altre (il laser, la trasmissione di elettricità senza fili, l’auto ad emissioni zero, gli UFO, etc.) avrebbero un unico padre: il serbo Nikola Tesla. Tuttavia questo genio sarebbe stato ridicolizzato e bandito dalla memoria storica per l’avidità dei poteri economici dominanti e per la grettezza della cosiddetta scienza ufficiale; identica sorte avrebbero avuto decine di altri scienziati di talento. Questo, almeno, è quanto crede, fermamente, Marco Pizzuti.
Il volume è diviso in tre parti: la prima è tutta dedicata all’analisi della vita e delle opere di Tesla, partendo dalle prime rivoluzionarie scoperte in tema di elettricità a corrente alternata, che hanno letteralmente mutato il nostro mondo, fino alle più immaginifiche idee teorizzate dallo scienziato serbo nell’ultimo arco della sua vita, "scoperte" che gli sarebbero costate il buon nome guadagnato nei primi anni di carriera.
Nella seconda parte i capitoli si occupano di quei ricercatori che, basandosi sulle teorie scientifiche dello scienziato serbo o su intuizioni altrettanto originali, avrebbero fatto scoperte sensazionali, che, però, per il rifiuto del mondo accademico o l’ostilità di quello economico, sono state ingiustamente scartate. Infine nell’ultimo terzo del libro, l’autore tenta di screditare le attuali teorie scientifiche dominanti, a partire dalla relatività einsteniana, che viene sistematicamente attaccata, ed a seminare dubbi su certi strani fenomeni naturali che ci circondano.
Pizzuti aveva due alternative nell’esposizione del suo libro. O farne un’opera giornalistica cioè un resoconto asettico che esponesse con obiettività sia i fatti e le tesi a favore che quelli contrari, lasciando che fosse il lettore a farsi liberamente una propria opinione. Oppure, dare all’opera un taglio più tecnico (anche se, forse, meno fruibile per il grande pubblico non specializzato) e valutare lui stesso ogni enunciato con la rigorosa metodica scientifica di verifica dei risultati e di ’falsificabilità’ delle tesi esposte, secondo l’unica metodica che, da Galileo in poi, può validamente discriminare le ipotesi scientificamente corrette da vagheggiamenti metafisici. "Scoperte scientifiche non autorizzate" poteva, cioè, essere o un libro di storia della scienza (argomento sempre affascinante) oppure un opera di approfondita divulgazione scientifica, che documentasse e lucidamente criticasse l’opera di questi personaggi.
Ahimè, entrambe le aspettative vanno deluse. Pizzuti ha scelto una terza via: quella della disinformazione. Si è, quindi, eretto avvocato difensore delle teorie "eretiche" che si limita ad elogiare acriticamente a spada tratta demolendo, invece, a testa bassa la scienza "ufficiale".
Tuttavia, in questo suo tentativo non apporta argomenti scientificamente verificabili e, soprattutto, verificati, ma solo asserzioni e, purtroppo, anche accuse basse e gratuite: addirittura più di una volta giunge ad accusare Einstein di falsità, di "aver imbrogliato le carte" e di plagio! La perorazione, quindi, risulta più dannosa che utile alla causa. Nessuno, credo, può dubitare del genio di Tesla (è uno dei pochi fisici che ha avuto l’onore di dare il suo nome ad una unità di misura; il tesla, appunto, unità di misura dell’induzione magnetica), ma da qui ad accettare tutte le asserzioni di Pizzuti ce ne corre…
Dalla esposizione la figura di Tesla ne esce ammaccata e ridicolizzata, più di quanto non abbiano fatto in passato i suoi detrattori: una specie di incrocio tra il dott. Enigm di disneyana memoria e il Rotwang, scienziato pazzo di Metropolis. Molti degli studiosi esaminati nella seconda parte del volume, poi, sembrano usciti da un circo Barnum di fenomeni.
Neppure l’esposizione brilla per linearità e leggibilità. L’autore frammischia la pura e semplice narrazione, che, però, talvolta scivola nella pura fantascienza, a rimandi, citazioni, inserti illustrati tratti da quotidiani d’epoca o semplici "disegnini" a china, svolgimenti di equazioni di secondo grato, etc. L’illusione dell'autore è quella di fornire una base documentale alle proprie asserzioni, ma anche in questo caso l’effetto non è quello voluto: nessuna persona dotata di sano scetticismo critico può attribuire ad un disegnino di un’auto a forma di sigaro con una antenna sulla capote (sembra un vecchio fumetto di Flash Gordon) il valore di prova certa che Tesla avesse inventato l’automobile ad emissioni zero. Né la "foto" di un disco volante, che a me ha ricordato quello che pilotava il personaggio di Alcor in Goldrake, è la prova dell’origine terrestre degli UFO. Quanto alle equazioni, peraltro di difficile leggibilità, queste possono aver valore solo ed in quanto descrizione di fenomeni fisici accuratamente constatati e verificati e non è il caso in esame.
Le continue interruzioni hanno l’effetto di spezzare l’esposizione, confondendo il lettore che si perde in affabulazioni degne di un imbonitore di piazza.
Quando, infine, l’autore passa alla contestazione delle teorie della relatività in favore del concetto di "etere" e delle altre teorie avanzate dai suoi "assistiti" la disincantata incredulità del lettore cede il posto all’irritazione ed al vero e proprio fastidio, determinato, soprattutto, dal modo in cui le tesi sono rozzamente sostenute. Tant’è che, per la prima volta dopo tanti anni, non ho avuto la tenacia di giungere fino alle ultime frasi di un libro.
In sintesi il lettore ne esce con l’impressione di aver assistito ad uno spettacolo di prestidigitazione, ma mal eseguito. Anche se il trucco non risulta evidente, almeno a chi come me non ha le base scientifiche idonee per avvedersi delle manipolazioni effettuate, il risultato finale è comunque deludente e frustrante.
È un vero peccato, perché l’argomento scelto era affascinante e meritava un miglior cronista; forse più umile, ma sicuramente più efficace. Inoltre, nonostante l’involontario impegno in senso contrario dell’autore, si resta convinti che, tra i ritrovati negletti dalla scienza ufficiale, ci sia effettivamente qualche gemma preziosa ingiustamente scartata o non ancora adeguatamente valorizzata, ma, in questo libro è così sepolta in mezzo a tanto terriccio senza valore che non si riesce proprio a scorgerla.

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Lettura consigliata
no
Consigliato a chi ha letto...
Solo ai "complottisti" che credono che l’uomo non sia mai sbarcato sulla Luna, o che i terribili fatti dell’11 settembre 2001 siano tutta una macchinazione del capitalismo occidentale. Ne trarranno ulteriori spinti...
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