Nati per credere
Saggistica
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Dio esiste o non esiste? Non è questo il problema.
Quando Darwin si trovò a difendere la sua teoria dell’evoluzione lo fece sempre con un forte senso di rispetto nei confronti dei suoi avversari creazionisti, anticipando perfino le loro obiezioni e argomentando con estrema sensibilità. Era consapevole che decenni di ricerche, per quanto articolate e approfondite fossero, non sarebbero bastati a evitare gli attacchi che idee e convinzioni radicate da millenni avrebbero lanciato. Darwin sapeva già allora che è proprio la struttura stessa del cervello umano a rifiutare concetti come la selezione naturale, o a cercare un’intenzionalità per qualsiasi evento, anche per quello più casuale.
Con lo stesso spirito pacato e mai irriverente, tre docenti universitari si alternano nell’esporre attraverso studi, ricerche e moltissimi, sorprendenti esperimenti scientifici, i motivi secondo i quali la religione e le credenze sovrannaturali accompagnano la storia dell’uomo da più di ventimila anni.
Il risultato è davvero affascinante, per esempio scopriamo che già a pochi mesi i bambini per istinto riconoscono se un oggetto in movimento contraddice una legge della fisica come la gravità. Oppure che l’altruismo è un dono innato nell’uomo come in altri animali, o ancora che il comportamento dell’uomo è condizionato da automatismi che risalgono alla Preistoria.
A differenza di altri autori, come Augias o Ehrman, questo saggio non affronta le contraddizioni storiche dei testi sacri, o la domanda se Dio esista oppure no; ma piuttosto racconta con un linguaggio scientifico quasi sempre abbastanza semplice e scorrevole i motivi per i quali in una mente evoluta come la nostra è così radicata la credenza nell'irrazionalità, oppure perché esiste la superstizione. Un percorso davvero attuale che può rivelare tante sorprese su chi eravamo e su chi siamo oggi.
Indicazioni utili
nati per credere
Un libro scomodo ed importante per la divulgazione e per promuovere il metodo scientifico di indagine, per superare comodi pregiudizi condivisi e conformismi ideologici.
Pone seri problemi esistenziali e non indulge in soluzioni consolatorie. Sconsigliato ai depressi!
Temo per gli autori che non sarà un successo editoriale e me ne dispiace, ma la risposta è già nel titolo.
Lo stile e la organizzazione dei capitoli non sono ineccepibili e forse risentono della scrittura a sei mani (se ciscuno ha utilizzato un P.C.!)
Per esempio, dal punto di vista stilistico, a me è risultato fastidioso l'uso ossessivo del termine "inferenza" con tutti i suoi derivati, sostantivi e verbi. D'accordo che il termine è mutuato dalla logica (più che dal latino) ed ha un significato specifico, ma è brutto e riproporlo molte decine di volte appesantisce il testo.
Indicazioni utili
- riviste come "Scienza e paranormale" del C.I.C.A.P. sul "disegno intelligente"<br />
- I testi "religiosi" di P. Odifreddi<br />
- "Inchiesta su Gesù" e "disputa su Dio"<br />
rispetivamente di Augias-Pesce e Augias-Mancuso<br />
- "istinto di morte e conoscenza" M.Fagioli