L'origine delle specie
Saggistica
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per appassionati di scienze
1859: quando uscì questo libro ebbe un'effetto sconvolgente sul mondo teologico e scientifico: i primi sostenevano che tutto fosse immutato e immutabile fin dai tempi della creazione e non c'era spazio per l'evoluzione. Peccato che proprio un ecclesiastico, Mendel, avesse per primo individuato le leggi cardini della genetica. La scienza che iniziava il suo cammino sperimentale brancolava nel buio in quanto le teorie di Lamark andavano per la maggiore: la giraffa ha il collo lungo perchè si sforza continuamente di raggiungere i rami più alti e così le sue vertebre cervicali si sviluppano in lunghezza; in seguito trasmetterà questa caratteristica alla discendenza. Non è andata così.
Darwin fu il primo a capire che tutte le giraffe disgraziate che avevano il collo un po' più corto sarebbero morte di fame senza lasciare discendenti e solo quelle favorite da madre natura, incrociandosi tra loro, avrebbero partorito cuccioli sempre più adatti all'ambiente. Quindi la selezione, con le sue leggi (variazione, disuso ed abitudini) come motore principale della vita sulla terra.
Il testo scorre bene ed è comprensibile anche a chi non è del settore, basta avere un po' di senso di osservazione e di curiosità. Si addentra sul perchè di alcuni caratteri selezionati dall'uomo che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni, come la mitezza delle specie domestiche: il cucciolo di una specie domestica non si comporterà come il cucciolo nato in cattività di una specie selvatica: il secondo morderà la mano al padrone e scapperà perchè il suo istinto è diverso. L'istinto, ciò che fa compiere un'azione non legata ad un'esperienza.
Non è certo un libro addatto ad un appassionato di romanzi, ma è comunque affascinante e coinvogente, dopo 150 anni ancora molto valido dal punto di vista scientifico. Istruttivo.