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Il botanista

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Marc Jeanson è uno scienziato e un sognatore, appassionato di piante, di fiori, di alberi e di ramoscelli. Bisogna essere un po' folli, oppure ben consapevoli dei pericoli che gravano sulla Terra per percorrerla senza sosta tentando di ricostruirla all'interno del più grande erbario del mondo: quello di Parigi. Qui si trovano milioni di tesori: ghirlande di Ramses II, palme del Madagascar, camomilla d'Athis-Mons, rampicanti polinesiani ormai estinti, ma anche zucche e rabarbaro, cipollotti e susini... Otto milioni di esemplari raccolti in più di tre secoli e provenienti da tutto il pianeta, frutto di un'appassionata corsa al disvelamento di una natura vasta, misteriosa e tutta da decifrare, e nutrita dall'appetito di botanici che insieme erano anche orticoltori, missionari, esploratori e avventurieri come Michel Adanson, Joseph Pitton de Tournefort o Pierre Poivre. Uomo moderno, abituato ad attraversare la biodiversità con la velocità degli aerei e non con la lentezza dei viaggiatori che vedevano cambiare la vegetazione al ritmo lento dei loro passi, Marc Jeanson conserva però, degli antichi «botanisti», il piacere della scoperta, dei viaggi che fin da ragazzo lo hanno portato in tutto il mondo. Ma oggi, rispetto al passato, Marc Jeanson non si può accontentare di catalogare le specie vegetali: classificando, organizzando, testimonia anche tutta la ricchezza che è andata perduta, spesso a causa dell'uomo. E così facendo, non fa rivivere ciò che è scomparso, ma ce ne regala la magia. È un universo intero quello che dispiega davanti ai nostri occhi, palpitante, colorato, sublime, testimonianza del passato e monito per un futuro ancora possibile.



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Il botanista 2021-05-16 16:23:49 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    16 Mag, 2021
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Innamorarsi di una palma

Vita dura quella del botanico.
Attraversare il globo terrestre alla ricerca di nuove specie, per approfondire la conoscenza del mondo vegetale. Un mondo immenso e misterioso di cui ad oggi se ne conosce una piccola parte a dispetto di quanto possa pensare un profano.

Responsabile dell'Erbario di Parigi, Marc Jeanson è botanico per passione come riesce a raccontare in questo godibile memoriale. Ascoltarlo ripercorrere tutte le fasi della sua crescita professionale, dall'illuminazione ricevuta da un palma africana alle numerose spedizioni di ricerca e studio, è davvero affascinante.
Un'attività che non può prescindere da uno spirito vagabondo, da curiosità e dalla grande capacità di adattamento per poter affrontare viaggi scomodi e spesso pericolosi.
I luoghi più inaccessibili della terra, sono quelli che conservano ancora tanti misteri da svelare e che gli uomini di scienza come Marc bramano di poter varcare.

Dopo la scoperta di una nuova specie, si passa alla fase della catalogazione; un'attività per addetti ai lavori di cui poco si conosce, le cui tecniche conservative adottate nei secoli scorsi sono state nettamente implementate e arricchite dalla scienza moderna.

Il breve saggio alterna capitoli dedicati alla vita del francese ad altri che ripercorrono in maniera sommaria gli esordi della figura del botanista, riproponendo i volti dei primi uomini che si avventurarono nei territori più lontani e inospitali del pianeta; a posteriori furono definiti botanici, spesso si trattava di avventurieri, missionari, navigatori e mercanti che durante i loro soggiorni raccoglievano piante, fiori e frutti sconosciuti all'Occidente. Imprese rischiose dove la prima vittoria consisteva nel salvare la pelle, schivando febbri tropicali, insetti velenosi, attacchi di indigeni e naufragi.

Una lettura agevole e stuzzicante che non ambisce ad assurgere a saggio scientifico, ma vuole solo dare la voce ad un uomo che è riuscito a fare della sua passione una professione.

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