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Un saggio sulla storia della geometria
Ecco un nuovo saggio di Odifreddi, scienziato e grande comunicatore, docente di Logica all’Università di Torino ed apprezzatissimo collaboratore di giornali e riviste, scientifiche e non. Questa volta, il nostro affronta il complesso argomento della geometria, o meglio si cimenta nel tentativo di affrontare in modo comprensibile a tutti (vedremo poi che non è proprio così) la storia della geometria, cioè (come Odifreddi stesso afferma) “ lo sviluppo nel tempo del concetto di spazio”. Tutti, chi più chi meno, abbiamo un’idea della geometria e delle sue misure : i concetti di punto, linea, superfici, aree, angoli e triangoli ci hanno in vario modo angosciato durante il corso degli studi, disvelandoci argomenti apparentemente aridi (forse perché mal spiegati e peggio intesi), argomenti però che dovrebbero avvicinarci a comprendere la struttura delle cose e del mondo. Odifreddi tenta nel suo saggio una nuova via: affronta l’argomento “geometria” dal punto di vista storico guidandoci pazientemente per mano attraverso le mirabolani scoperte dei papiri egiziani, i calcoli di Euclide, Pitagora, Archimede, la elaborazione e la enunciazione de più noti teoremi, il tutto corredato da immagini architettoniche e da opere d’arte che riflettono nella loro struttura la complessità geometrica . E’ un viaggio affascinante, pieno di trovate brillanti , battute ironiche, aneddoti, delucidazioni che pochi forse sanno (per esempio vi si spiega perché Rio de Janeiro, ovvero Fiume di Gennaio, si chiama appunto così, o che significato hanno i trigrammi che compaiono sulla bandiera della Corea del Sud, oppure ancora l’esperimento apparentemente banale con il quale il matematico Eratostene calcolò più di duemila anni fa con un errore inferiore all’uno per cento la circonferenza terrestre ....). La lettura, anche se a tratti non facile per chi non è del mestiere o per chi ha solo vaghi ricordi scolastici, si dipana tra gli oggetti del contendere (punti, segmenti, angoli, rette, curve, superfici e solidi), le loro misure (lunghezze, aree, volumi) e i loro contenitori (piani e spazio). Dopo il capitolo sugli Elementi di Euclide, in cui vengono concisamente esposti i contenuti dei tredici Libri del sommo “elementista” (algebra, aritmetica, analisi dei numeri reali, geometria piana, solidi e la famosa dimostrazione secondo cui i solidi regolari non possono essere più di cinque) e la presentazione dell’altrettanto sommo Archimede, con i suoi trattati sui corpi galleggianti, sull’equilibrio dei piani, sulla misura del cerchio e sulla sfera ed il cilindro, ecco che la materia si fa veramente ostica, quasi incomprensibile , soprattutto per chi non ha frequentato scuole superiori ad indirizzo scientifico .Coniche, iperboli, parabole, ellissi, trigonometria sono ostacoli pressoché insuperabili per chi legge senza documentarsi : è indispensabile rispolverare i libri di scuola, cercare di entrare a ritroso in argomenti dimenticati, capire (con non poca fatica) il significato di formule e diagrammi : sono richiesti tempo e fatica, il piacere della lettura diventa sforzo mentale e ricerca, un continuo confronto tra quello che si sa e quello che non si ricorda più. Può essere un cimento stuzzicante e gratificante, come capita non di rado con le opere di Odifreddi. Un consiglio, prima di aprire il volume : tenere a portata di mano almeno un testo (anche elementare) di geometria : la lettura scorrerà, almeno per i primi capitoli, senza grossi intoppi, e , nel prosieguo, invoglierà a farsi supportare da testi più specifici. Buona lettura !