L'unica cosa che conta
Saggistica
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L'unica cosa che conta di Raffaele Morelli
Scrittura scorrevole e chiara, come tutti i libri di questo noto psichiatra e psicoterapeuta.
In questo testo l'uomo si trova a lottare contro il proprio sé, che improvvisamente inizia a cambiare, a germogliare, a fiorire. La metafora è quella di una pianta, che tutti ammirano e apprezzano, ma che forse sta lottando contro la propria vera natura. Per questo, ad un certo punto, questa pianta inizia a germogliare, a profumare, a diventare ciò per cui è nata. All'inizio la stessa inizia a combattere questo cambiamento, poi impara a lasciarsi trasportare dall'interno, a diventare ciò che deve, per natura.
La strada per la felicità passa dal coraggio di mettere in discussione i nostri convincimenti, i luoghi comuni della morale, che ci appesantiscono inutilmente.
Pensieri, giudizi, ideali: spesso gli ostacoli maggiori si nascondono proprio in quello che la nostra cultura ci ha insegnato come positivo, importante, necessario.
Come ci accorgiamo che stiamo cambiando? Quando iniziamo a sentire dentro di noi un senso di vuoto siamo sulla strada giusta, quando ci sentiamo inadeguati, sta iniziando il viaggio dell'anima. Nessuno di noi assomiglia minimamente a ciò che pensa di essere, anche se ciascuno crede di conoscersi. E' l'attaccamento a un'idea che si ha di sé, quello che spesso ci fa ammalare e ci fa stare male. Più ragioniamo, più ci allontaniamo da noi stessi. Il credere di sapere chi siamo ci allontana dalla nostra autenticità.
Al nostro nucleo interiore interessa fiorire, non vivere di illusioni su ciò che non siamo e non potremo mai essere. Sarà il nostro mondo interno a farci fare la cosa giusta, al momento giusto. Noi dobbiamo solo restare in ascolto e, al momento opportuno, assecondarlo. Dobbiamo entrare nel Senza Tempo, che si muove con i ritmi dell'anima e che fa accadere le cose al momento giusto, senza che neanche ce ne accorgiamo.
Abbiamo perduto la magia di quando eravamo bambini, quindi la vita non ci appartiene più, perché stiamo diventando troppo razionali. Viviamo in un'epoca ricca di stress, di ragionamenti, di razionalità. Noi sappiamo e parliamo troppo, per stare bene invece bisogna parlare poco di sé stessi, accettare di non avere cose da dire, in modo che il nostro lato misterioso si faccia sentire.
Un' altra cosa importante che ci vuole insegnare Morelli è accettare anche il nostro lato malvagio, perché fa parte di noi. L'incontro e l'accettazione della nostra malvagità ci rende unici e speciali ed essere contraddittori è una qualità fondamentale di ciascuno.
Uno dei segreti per stare bene è smettere di credere di doversi migliorare e di combattere i pensieri che non ci piacciono. Il personaggio che cerchiamo di essere non siamo noi, è un'illusione e non esiste, ci fa perdere la nostra vera essenza. Qualsiasi desiderio si può realizzare solo se viene dal nostro lato oscuro, l'unico vero e reale.
La cura per le nostre sofferenze non sono i ragionamenti sulle cause che le hanno provocate, ma le fantasie a occhi aperti, i sogni e le immagini. Si tratta di lasciarsi invadere dalle emozioni, dagli affetti e dalle fantasie. Non dobbiamo rimpiangere nulla, né fare progetti, né cambiare vita. Dobbiamo semplicemente lasciarci invadere dalle sensazioni piacevoli quando arrivano e lasciare spazio alle immagini. Il nostro sé, quando smettiamo di fare progetti ci porta verso il nostro destino.
Carino il capitolo sul cibo e sul perché ingrassiamo: la fame non nasce dal corpo, ma dalla mente. Mangiamo troppo perché dalla vita non abbiamo abbastanza piacere. Quindi, se qualcuno vuole dimagrire, non deve mettersi a dieta, ma cercare dentro sé le passioni che ha rimosso. Solo se l'anima é soddisfatta, rinuncia a cercare piacere nel cibo (facilissimo a dirsi, molto meno a farsi!)
Il più bello è il capitolo sulla vecchiaia, la più importante stagione dell'anima, perché si progetta sempre meno il futuro e ci si abbandona con semplicità alla vita.
Bel saggio, lo consiglio.
Anche se in alcune parti sembra scontato, come spesso succede con ciò che dicono psicologi e psicoterapeuti, è importante riflettere su quello che ci vogliono comunicare, perché sono piccole cose che ci aiutano a stare bene e ritrovare un po' di serenità e di benessere.
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L'unica cosa che conta
L'unica cosa che conta è stare bene con se stessi, aiutando gli altri a spigionarsi delle difficolta della vita.
perché la vita è unica e va vissuta ogni attimo nel profondo di noi stessi, dandoci in cambio delle soddisfazioni.
Problematiche che solo un Medico psicologo può a volte aiutarti a difenderti o combattere le tue paure a volte irrefrenabili.
L'autore quindi ci aiuta mettendo le storie delle proprie pazienti apertamente nero su bianco in questo libro, che potrebbe risultare banale, o incompreso ma invece è molto ricco di paure che ognuno di noi , può ritrovarsi a vivere ogni giorno,(specialmente ora in questo momento di crisi lavorativa che si vive in tutto il mondo).
Un consiglio che mi viene di dare in questo momento è leggetelo, leggetelo.
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Non l'avrò capito...
Ho provato una certa insoddisfazione per tutta la lettura del libro.
Strano, non è da me.
Di solito tendo a ricercare anche nei testi meno interessanti qualche spunto di vita culturale proficua.
Qui non è accaduto.
L'ho trovato banale, stereotipato, riassuntivo, autoreferenziale, a tratti addirittura autocelebrativo.
Personalmente ritengo che lo studio (il testo sembra impostato a mo' di lezione) del nostro profondo sia qualcosa di importantissimo.
Io mi occupo d'altro e questo, senza dubbio, costituisce un dubbio preventivo.
Ma quando leggo i libri di questo signore, perché questo ahimé non è il primo e temo non sarà l'ultimo, unitamente a quelli di Crepet...mi domando tante cose.
Gli studiosi del profondo che conosco io,che lavorano in altri dipartimenti ma sotto il mio stesso tetto, mi hanno insegnato che la forza dell'introspezione è condita di silenzio e sudore.
In altre parole chi "rusca" sul serio riguardo a questi temi non si vede praticamente mai.
Morelli anche da queste pagine che, ripeto, come medico oncologo non avrò capito (c'è sempre da tenere in buon conto la presenza e l'apparente assenza del male che si contrastano)risulta un divulgatore di consigli "della nonnina".
Io non avrò compreso, e mi scuso.
Ma chi soffre veramente e ricorre a questo libro?
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L'unica cosa che conta
Il libro rappresenta un vero inno al benessere psicofisico di ognuno, scritto con estrema semplicità diventa molto scorrevole nella lettura. Trattasi di descrizioni di alcuni argomenti che a parere dello scrivente sono poco approfonditi da un punto di vista tecnico ma probabilmente proprio per questo di facile fruibilità da ogni lettore. La vita di ognuno è vista come lo sviluppo di una pianta e delle sue paure in varie fasce della sua esistenza, paure create dalle false aspettative e dall'immagine che di essa ha chi la guarda. Anche se non sono propriamente d'accordo su alcune osservazioni presenti all'interno dell'opera, sono comunque dell'avviso che se il libro possa aiutare, con i suoi suggerimenti, al raggiungimento di un po' di benessere, quindi vada letto. Vi consiglio vivamente l'ultimo capitolo che riguarda gli anziani ed il loro mondo all'interno del quale vengono incastrati dai figli e dalla società.
P.S. nell'inserimento della scheda l'autore è stato registrato con un altro nome, Andrea, ma il suo vero nome è Raffaele Morelli.
Buona lettura.
Syd