L'albero dei mille anni
Saggistica
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Pipistrelli maledetti
"L'albero dei mille anni" racconta la battaglia contro il cancro di Pietro Calabrese, giornalista e direttore di famose riviste come "Il Corriere della sera". La scoperta del brutto male viene narrata da Calabrese in chiave fiabesca, ricca di metafore capaci addirittura di allaggerire il contenuto facendolo sembrare un incubo tragicomico. Le fasi della malattia,"La caverna oscura", vengono narrate e vissute attraverso reazioni ed emozioni dei cari dello scrittore, come la figlia e la moglie, come i colleghi ed amici d'infanzia. Non si tratta di una vera lotta contro il cancro, ma di una coinvivenza che non getta il protagonista nel baratro della rassegnazione, ma che lo spinge verso la vita e la ricerca di un senso per codesta. Sofferenze fisiche ed emotive scompaiono di fronte alla grandezza della vita, forte come il boab secolare.
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cancro carogna
Che tristezza leggere questo genere di libri. Anche se questo autore a volte sa sdrammatizzare bene, più che altro fa riflettere ancora una volta sull'importanza della vita. Come quanto siamo sciocchi quando ci arrabbiamo per piccolezze facilmente superabili. Sono ben altri i problemi, soppratutto quando c'è di mezzo la salute.
Ognuno di noi è un possibile bersaglio del cancro e certamente abbiamo conoscenti toccati da questo male carogna e quindi siamo umanamente sensibili alle letture di questo genere.
Tutti gli appassionati di lettura dovrebbero ogni tanto leggere pagine come queste, anche se non fanno parte del genere preferito, è un occasione in più per soffermarsi un attimo a respirare la propria vita.
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All'improvviso un cancro
Gran libro: umanamente molto toccante ed estremamente istruttivo per noi medici. La diagnostica ha fatto passi da gigante ma la terapia oncologica (a parte leucemie, linfomi, K mammella) ?
Sì, è ancora un grande punto interrogativo ed in alcuni casi il malato di cancro muore prima per la chemioterapia che di tumore. E poi Pietro Calabrese ci ricorda che le statistiche fornite dagli oncologi sono solo a 5 anni (sopravvivenza a cinque anni!) per cui il malato che muore dopo 5 anni ed un giorno, per loro risulta guarito. Beh, qualche riflessione va fatta.