Il silenzio
Saggistica
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Un disorganico silenzio
Agile libello che si legge tutto d'un fiato ma senza particolare entusiasmo. Si tratta di riflessioni tratte dall'esperienza del grande esploratore norvegese che, dopo aver attraversato l'Antartide in solitaria, solo e in silenzio per cinquanta giorni, ha maturato nel suo intimo e rafforzato poi con il pensiero di filosofi o l'espressione creatrice di diversi artisti. Il libro è ricco di citazioni che spaziano dal pensiero di Heidegger a quello di Wittgenstein passando per Kierkegaard per arrivare a Sacks e sfiorare gli universi musicali o pittorici di altri artisti. Il filo conduttore è il tentativo di dare risposta a tre quesiti iniziali - Ma cos'è il silenzio? Dove lo si trova? E perché oggi è più importante che mai?- con trentatré riflessioni che coprono ognuna al massimo tre pagine. É proprio questo a mio avviso il limite del libro che, pur riflettendo un approccio condivisibile e oggettivamente interessante, non riesce a elaborare un pensiero organico e di accompagnamento a riflessioni più mature. Encomiabile il tentativo, appena sufficiente il risultato finale.
Indicazioni utili
- sì
- no