Saggistica Salute e Benessere E il giardino creò l'uomo
 

E il giardino creò l'uomo E il giardino creò l'uomo

E il giardino creò l'uomo

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Questo scritto vibrante è soprattutto il manifesto di un’idea del giardino che l’autore riuscì a realizzare nella sua tenuta di Greystone, nell’Oxfordshire; un’idea straordinariamente attuale e ancora, nella sostanza come nella forma, rivoluzionaria, quella del giardino selvatico. Nel fare il giardino, l’uomo – sostiene de Précy – deve restare in ascolto della natura, del genius loci, non forzare ma assecondare le forze che vi operano, mettendosi al loro servizio e riallacciando così il legame con il mondo naturale; il quale lo ripagherà regalandogli il piacere più compiuto e nello stesso tempo inesauribile, lo spettacolo della vita e delle stagioni.



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E il giardino creò l'uomo 2015-07-03 08:19:21 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    03 Luglio, 2015
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Fate il giardino, non fate la guerra

Jorn de Prècy nacque nel 1837 in una ricca famiglia islandese e dopo avere viaggiato tra Italia e Francia decise di trasferirsi in Inghilterra, dove nel 1865 acquisto' il giardino di Greystone. Giardiniere filosofo, egli scrisse un prezioso manualetto non passato alla gloria, per lo piu' sconosciuto ai non appassionati : The lost garden.
 
Marco Martella e' storico dei giardini di casa a Parigi, curatore della qui presente traduzione del testo originale.

Ma Jorn de Prècy e' realmente esistito ? Il Martella esiste, attraverso la voce di questo alter ego ottocentesco ci propone un libro insolito e molto piacevole sul potere del giardinaggio "fuorilegge", uno stimolo creativo per unire in comunione l'individuo al vegetale nel ritorno alla pace (primitiva) dei sensi. Quella stessa pace che il giardiniere  prova lontano dalle faccende umane, assorto d'amore con un bocciolo di rosa scarlatto e seducente, o silezioso ad assecondare l'eleganza di un lungo ramo d'edera,  o affaticato in un duello all'ultima foglia con quella testarda della gramigna .
" Il giardinaggio,caro lettore, non e' che un dialogo continuo con la terra".
Così il signor de Prècy ci invita a non piegarci al giardinaggio di routine, d'obbligo, quello che implica spazi verdi metodici, ripetitivi , omologati, delegati. Ci invita a riscoprire la bellezza creativa di uno spazio tutto nostro, che ci riporti alla magia dei tempi antichi quando gli uomini popolavano di dei la terra e ogni parco, ogni cortile era un grande o piccolo santuario. Dove persone, natura, mitologia diventavano un tutt'uno di poesia e arte verde. 

" Perche' ahimè, insieme alle divinita', grandi e piccole, dalla terra e' scomparsa anche la poesia :  una sorgente senza ninfe e' soltanto una sorgente, la vetta di una montagna senza dei semplicemente la cima di una montagna."

Ci sprona a rispettare la terra e le sue caratteristiche, collaborando con la vegetazione senza per forza dominarla, prendendoci cura della vita che continua a crescere in movimento perpetuo nonostante il chiasso, il cemento, i veleni.

Un piccolo libro per tutti, giardinieri e non, rasserenante e terapeutico. Buona lettura.

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