Il profeta
Saggistica
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Una risposta ai problemi dell'uomo
Presenterò un libro carico di valori di risposte ai quali possiamo riferirci nella nostra vita ed essere di esempio alla collettività perché i cambiamenti partono sempre dalle singole persone e devono essere frutto di una attitudine all'ascolto e alla conoscenza di realtà diverse.
Questo libro è stato pubblicato per la prima volta nel 1923, è stato tradotto in quasi tutte le lingue del mondo ed è apprezzato da tantissimi lettori.
L’autore Kahlil Gibran nasce a Bisherri, una cittadina del Libano settentrionale, il 6 gennaio 1883, emigra negli Stati Uniti, torna in Libano per frequentare la scuola superiore, ritorna poi negli Stati Uniti e va a vivere a New York dove apre uno studio nel quale si dedica contemporaneamente alla pittura e alle arti figurative. Con il suo impegno Gibran vuole portare avanti “una rivolta contro l’occidente tramite l’oriente” cioè contro il decadentismo dell’occidente e il tradimento del romanticismo. Nello stesso tempo attua un rinnovamento della poesia a favore del verso libero.
La salute dell’Autore si aggrava, muore a New York il 10 aprile del 1931 a 48 anni. Gibran è sepolto in un antico monastero del suo paese di origine, secondo la sua volontà, il funerale si svolse in un giorno di pioggia, accompagnato da pochi amici. Il giornale “The New York Sun” annunciò: “Un profeta è morto”. Gibran lascia i diritti d’autore in eredità agli abitanti di Bisherri per opere di pubblico beneficio.
La vicenda inizia narrando il momento della partenza del Profeta dalla città di Orfalese nella quale è restato molti anni in solitudine e riflessione. La nave è giunta per riportarlo alla terra natale. E’il momento dell’addio ed egli definisce il mare “vasto mare, unico sei pace e libertà per il fiume e il ruscello e sarò a te goccia infinita all’infinito oceano”
Decide quindi di donare agli abitanti di Orfalese il suo cuore come "albero carico di frutta" e di fare sgorgare i suoi desideri come una fonte che riempia le loro coppe. Tutti gli abitanti gli chiedono di non partire, lui piange e si avvicina ad Almitra, una veggente che ha sempre creduto in lui. Almitra gli chiede di esporre la sua verità per poterla trasmettere ai figli e questi ai loro, in modo che l'importante verità non svanisca mai.
La veggente gli chiede prima di tutto di parlare dell’amore,il Profeta risponde con molta saggezza e similitudini.”Quando l’amore vi chiama, seguitelo, sebbene le sue vie siano difficili ed erte, e quando vi avvolge con
e sue ali cedetegli, anche se la lama nascosta fra le piume potrà ferirvi, quando vi parla credetegli, sebbene la sua voce possa frantumare i vostri sogni…” Poi alla domanda sul matrimonio il Profeta risponde che è una profonda unione, non deve essere una catena, ma un mezzo per sviluppare il meglio del proprio essere nella coppia. Interrogato sui figli risponde che non appartengono ai genitori, ma che questi ultimi sono archi dai quali scoccano delle frecce.
Il Profeta parla di molti temi della vita profondamente e poeticamente, fra le righe troviamo tanti spunti che ci aiutano nella quotidianità.
In particolare approfondirò il tema del dono, che è introdotto da una domanda posta da un uomo ricco. Il Profeta risponde: ” Voi date poca cosa dando ciò che possedete. E’ quando date voi stessi che date veramente. Ognuno dona con sentimenti diversi e con le mani di queste persone Dio parla e sorride alla terra. Bisogna dare anche se non ci è richiesto e diventare degni di dare perché è la vita che dà alla vita e chi riceve deve ricevere con gioia perché non bisogna dubitare della generosità che ha la terra feconda come madre e come padre Dio.”
Alla fine il Profeta ringrazia il popolo per avergli offerto la più profonda sete per la vita e per la premura amorosa che ha avuto per lui, gli ha dato tanto senza sapere di dare, poi promette di ritornare.
Almitra lo guarda in silenzio partire finché la nave non scompare nella foschia.
Tutto quello che ha richiesto la veggente Almitra si è verificato perché la voce del Profeta ed il suo messaggio sono giunti con grande dolcezza ed incisività fino a noi che ci sforziamo, come frecce, di diffondere la sua grande spiritualità.
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Interessanti spunti
Un profeta, interpellato su argomenti centrali per l'uomo, spiega come comportarsi di fronte all'amore, all'amicizia e ad altri temi fondamentali. Impariamo cosi a conoscere il suo pensiero, inevitabilmente confrontandolo con il proprio punto di vista personale.
Questo libro regala importanti spunti di riflessione, che possono diventare un punto fermo o un punto di partenza per ciascuno di noi. Se non ci fosse la bibbia a dare un regolamento al comportamento umano, è probabile che lo farebbe questo libro, in cui gli insegnamenti sono molti e (dal mio punto di vista) condivisibili. D'altra parte, è vero che "il profeta" contiene moltissimi riferimenti all'ideale religioso, che qui si declina in giustizia, fratellanza, amore verso il prossimo e chi più ne ha, più ne metta. Affronta, oltretutto, tematiche complesse in maniera semplice, tutti lo possono capire, complice anche uno stile a tratti dogmatico e altre volte più dolce, come quello di un padre amorevole che parla ai suoi figli, da cui è facile rimanere affascinati.
Questo libro mi è piaciuto molto: non cade nel banale, ma fornisce esempi di vita e di condotta che secondo lui andrebbero seguiti, dando l'impressione di aprirsi al dialogo col lettore, anche se in maniera indiretta.
Lo consiglio a chi ha voglia di ragionare sui propri ideali e pensieri su tematiche complesse, tenendo conto, però, che questo libro è stato scritto un centinaio di anni fa (anche se alcune cose che dice sono universali e senza tempo).
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UN SAGGIO NEL SAGGIO
Dopo ben dodici anni è giunto il momento per il profeta Almustafa, l’eletto e l’amato, di salpare verso la sua amata patria; ma prima di partire e di lasciare i suoi seguaci alla quotidianità, regala loro un’ultima carrellata di sani principi, di ideali e di giusti esempi di vita.
Ogni abitante lo saluta con una domanda, un’ultima richiesta d’insegnamento, un regalo, una piccola perla di saggezza da custodire gelosamente e da coltivare nel proprio io più profondo; è così che veniamo a conoscenza dei pensieri del saggio sui più disparati argomenti che ci circondano giornalmente: l’amore, la morte, l’amicizia, il lavoro, la religione, il dolore, la gioia sono solo alcuni dei riferimenti alla vita quotidiana toccati dalle parole del profeta.
Come per altri libri di questa collana, mi trovo a dover muovere una piccola critica nei confronti della traduzione; se vorrete comprare questo libro, vi consiglio caldamente di leggere la parte in lingua originale: lascia un altro significato, un altro sapore, un qualcosa in più che pare perdersi nella nostra lingua.
“Il vostro amico è la vostra esigenza soddisfatta.
E il campo che seminate con più amore e che mietete con riconoscenza”.
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Una lezione di SpiritualitA'
Inquadrare l'opera di Gibran in un genere ben preciso è piuttosto difficile. Non si può parlare di un romanzo, visto che la trama è quasi del tutto assente, non lo si può definire un trattato per la sua brevità e per il particolare linguaggio simbolico utilizzato dall'autore.
Almustafa, l'eletto di Dio, il profeta, prima di fare ritorno all'isola natia, lasciando la terra che per dodici anni l'aveva ospitato, vuole concedere agli abitanti di Orphalese una lezione di spiritualità.
Interrogato a turno dagli abitanti della città, dai più in vista ai più semplici, fornirà la propria soluzione agli interrogativi che assillano da sempre l'uomo, dall'amore alla morte, dal lavoro alla bellezza. Il linguaggio è scorrevole ma denso di metafore, un vero e proprio linguaggio profetico. Sebbene spesso le risposte di Almustafa siano più o meno condivisibili, in alcuni casi la matrice religiosa è molto evidente, il merito di questo libro è quello di farci riflettere, magari trovando soluzioni alternative rispetto a quelle proposte dall'autore; e per questo lo definirei un vero e proprio motore di pensiero. Magari il genere non piacerà a tutti, ma essendo molto breve (si legge in un paio d'ore) consiglio almeno di provare!
Concludo con una citazione:
"E io dico che la vita è davvero oscurità se non c'è slancio,
e ogni slancio è cieco se non c'è conoscenza,
e ogni conoscenza è vana se non c'è attività,
e ogni attività è vuota se non c'è amore."
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Il Profeta
«Quando l’amore vi chiama, seguitelo,
Benché le sue vie siano faticose e ripide.
E quando le sue ali vi avvolgono, abbandonatevi a esso,
Quantunque la spada nascosta tra le sue piume vi possa ferire.
E quand’esso vi parla, credetegli,
Sebbene la sua voce possa frantumare i vostri sogni come il vento del nord devasta il giardino.»
“Il Profeta” di Kahlil Gibran è uno scrigno di saggezza che scalda il cuore e riempie l’anima di buone intenzioni.
E’ un libro senza tempo, delicato e intriso di poesia, che regala spunti su cui riflettere e offre perle di sapienza che abbracciano i grandi temi esistenziali: la vita e la morte, il bene e il male, l’amore, l’amicizia, la fede.
« … E’ nella rugiada delle piccole cose che il cuore trova il suo mattino e si ristora.»
Da leggere.