Gesù è nato a Napoli
Saggistica
Editore
Luciano De Crescenzo, ingegnere, sceneggiatore, attore e regista, ha esordito come scrittore nel 1977 con Così parlò Bellavista. Tra le sue opere, tutte pubblicate da Mondadori, ricordiamo: Raffaele, La Napoli di Bellavista, Zio Cardellino, Oi Dialogoi, Vita di Luciano De Crescenzo scritta da lui medesimo, Elena, Elena amore mio, Il dubbio, Croce e delizia, Panta rei, Ordine e disordine, Nessuno, Sembra ieri, Il tempo e la felicità, Le donne sono diverse, La distrazione, Tale e Quale, I pensieri di Bellavista, Il pressappoco, Il caffè sospeso, Socrate e compagnia bella, Ulisse era un fico, Tutti santi me compreso, Fosse 'a Madonna!, Garibaldi era comunista.
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Il presepe napoletano
Alberista o presepista?
La distinzione tra i due per Luciano De Crescenzo era "tanto importante che, secondo me, dovrebbe comparire sui documenti di identità... Il primo tiene in gran conto la Forma, il Denaro e il Potere; il secondo, invece, pone ai primi posti l'Amore e la Poesia. Tra le due categorie non ci può essere colloquio, uno parla e l'altro non capisce".
Ingegnere, scrittore, sceneggiatore, attore e regista, sempre affascinato (non solo lui) da quella stradina del centro storico, San Gregorio Armeno, dai suoi pastori e dalle meraviglie dei maestri presepisti, De Crescenzo, scomparso lo scorso anno, con "Gesù è nato a Napoli", ha provato a trasmettere ai lettori la sua stessa passione per il presepe.
Muovendo dalle similitudini tra la cultura pagana e quella cristiana, lo scrittore intreccia, con ironia, mito, storia e ricordi personali arrivando fino al presepe napoletano.
Così facendo, da un lato, ne ricostruisce le origini e ne descrive i vari personaggi, dai re Magi alla lavandaia, da Stefania all'oste fino ad arrivare ai suoi preferiti, il Pastore della Meraviglia, "la personificazione dello stupore... È come un omino delle emozioni", e Benino, "forse il più simpatico dei pastori che vanno a adorare Cristo, perché dovete sapere che lui è il pastore che dorme... Benino interrompe il suo sonno all'Annuncio della Nascita e per questo il suo risveglio simboleggia la rinascita a una nuova vita".
Dall'altro lato evidenzia come il presepe sia appunto luogo di simbologie (l'acqua, il pozzo, la lavandaia, ...) ma anche di anacronismi (il cacciatore con il fucile, alcuni bottegai, ...).
Un presepe, quello napoletano, che ogni anno si arricchisce di nuovi pastori ispirati ai personaggi attuali e moderni le cui statuine nascono dalla fantasia dei vari artigiani di San Gregorio Armeno: "Visto che andranno sul presepe, però, non dovete pensare che quei personaggi siano tutti buoni". Lo stesso De Crescenzo è divenuto a suo tempo un pastore: "quando me l'hanno regalato, sono tornato a casa pieno di orgoglio e ho sistemato il pastore De Crescenzo fra tutti i premi che ho ricevuto nella vita".
Un libro che regala qualche ora di storia e curiosità agli amanti, e non, del presepe.
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Gesù, e tu che ci fai qui?
Se seguissi i ragionamenti del filosofo Bellavista ( quello che teorizza la divisione fra uomini d'amore e uomini di libertà) non potrei che
dar ragione a De Crescenzo quando scrive "Gesù è nato a Napoli",
come del resto in tutte le città del mondo che sono riuscite a conservare lo spirito di Betlemme in ebraico
?????? ?????, [Beit Lehem] letteralmente "Casa del Pane", nel senso quindi di città a misura d'uomo,dove un pezzo di pane c'è per tutti, ma ahime è solo un'illusione. Gesù di questi tempi ha lasciato Eboli e si è fermato nella Terra dei fuochi e lì il pane l'hanno fatto marcire certi criminali che al confronto Barabba risulterebbe un'educanda. Ma bando alla retorica, in questo testo lo scrittore partenopeo racconta antichi costumi e tradizioni legate al Presepe pescando nella sua memoria che è un caveau pieno di personaggi storici e non, nozioni , curiosità e folklore.Quello che adoro di De Crescenzo e il suo rendere qualsiasi argomento alla portata di tutti,che sia il criticismo kantiano (vedi Storia della Filosofia Moderna) o il dionisismo insito nella figura di Cicci Bacco (vedi Gesù è nato a Napoli), Luciano trova il modo di renderlo comprensibile anche ad un bambino; solo a lui può venir in mente di illustrare il rapporto ambiguo e contrastante dell'Imperatore Costantino con la nascente religione cristiana e la decadenza dei costumi degli antichi Romani facendo ricorso alla figura del Democristiano doc: "dico sempre sì,cerco sempre un compromesso che possa far contenti sia i Cristiani che i Pagani e intanto tiro l'acqua al mio mulino".Il testo oltre a cenni storici sulla nascita del Presepe, a proposito Presepe o Presepio?, descrive tutti i personaggi che abitano quello del Settecento facendo ricorso a simpatici siparietti inventati dall'autore. Incontrerete dunque, Cicci Bacco, ubriacone amico dell'oste-Satana che vuole assassinare la Madonna, Stefania che nasconde una pietra nel fagotto per sembrare madre,la lavandaia e Salomè che scoprono la Verginità di Maria, Benino che dorme e il pastore della Meraviglia, l'unica statuetta capace di parlare! Non mancherete di leggere di pecore, pozzi dove non specchiarsi, zingare iettatrici.Non si può dimenticare gli artigiani, dodici come i mesi, il cacciatore, sì non è un errore e scoprirete perchè, poi il pescatore, il ponte ancora una volta costruito da satana con la suora Mafalda che nasconde la testa mozzata del suo amante ( me è splatter questo presepe del Settecento?), poi il fiume, gli angeli e gli arcangeli, i due Giovanni: Battista e Apostolo (i due solstizi), i Re Magi e infine l'asinello e il bue, due che forse hanno capito quello che noi , con la testa più dura del primo e le corna più lunghe del secondo, ancora nel 2013 non abbiamo afferrato di questo mistero.