Come diventare un Buddha in cinque settimane
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Inspirare.. Espirare..
Ed eccomi giunto finalmente alla conclusione del mio personale percorso di evoluzione psicologica, supportato dalle opere di Giacobbe, verso l'apice della piramide della personalità umana che passa dalla forma di 'bambino' a quella di 'adulto' per poi concludersi normalmente nella fase del 'genitore', che precede lo stadio finale di tutto il percorso; non mi soffermo sulla caratterizzazione di questi singoli aspetti della psiche umana perchè già trattati nella precedente opera di Giacobbe 'Alla ricerca delle coccole perdute' (a cui vi rimando per eventuali approfondimenti anzi, meglio, vi rimando al mio illuminante commento - come avrete notato la modestia non è una peculiarità di un Buddha junior quale mi ritengo).
Preferisco invece concentrarmi sulla più completa forma di evoluzione che la personalità umana può raggiungere, l'unica in grado di garantire un perfetto equilibrio interiore in costante armonia con il mondo esterno, ossia la personalità del Buddha.
E attenzione, non siate scettici e non abbiate pregiudizi: il primo punto da tener presente è che ognuno di noi può diventare un Buddha, non è un ruolo riservato a pochi eletti, non bisogna avere poteri speciali e, lasciatemi dire, mi sembra almeno in teoria più semplice che diventare santi (è risaputo infatti che la santità spesso viene concessa ai più raccomandati e non ai più meritevoli.. maledetta burocrazia).
E soprattutto non crediate che sia una possibilità consentita solo ad un uomo, assolutamente no: anche una donna può diventarlo, con l'unica accortezza che non sarà detta 'Buddhana' per evitare una palese sovrapposizione di significati, ma più soavemente 'illuminata'.
Ma allora, direte voi, perchè se ci guardiamo intorno troviamo le più variegate forme di esemplari umani ma nemmeno un Buddha o un'illuminata?
Semplice: perchè molti, come me sino a qualche settimana fa, pensano che diventare un Buddha non rientri nelle priorità verso cui indirizzare parte, anche minima, del proprio tempo; io stesso non avrei mai preso tra le mani codesto libro di Giacobbe se non mi fosse stato regalato da una mia collega 'illuminata', anzi di più, 'folgorata' direi.
E soprattutto perchè la buddhità è certamente e potenzialmente aperta a tutti ma non tutti sono maturi e psicologicamente pronti per evolvere verso tale stato mentale.
E qui entra in gioco Giacobbe che con questo suo vademecum condensa in poco più di 100 pagine i fondamenti del pensiero buddhista, milioni e milioni di parole trascritte su libri di ogni epoca e qui riassunte in pochi concetti basilari e soprattutto tradotti in esercizi 'pratici' da completare nel corso di 5 settimane.
Insomma, una sorta di Buddha for Dummies, perchè come giustamente asserisce Giacobbe una teoria che rimane tale e non si concretizza praticamente quale utilità e beneficio può portare all'uomo? Nessuno.
Praticando invece con costanza alcuni esercizi, riusciremo a plasmare la nostra personalità avvicinandola a quella di un Buddha e questo si traduce in un grande beneficio: eliminazione dello stress e di ogni forma di nevrosi (mi sento in dovere di avvisare le lettrici interessate allo stato di 'illuminata' che il raggiungimento di una maggiore serenità interiore può avere come controindicazione un rilassamento della nevrosi da fisico longilineo con conseguente aumento del peso corporeo e della taglia dei vestiti; ecco perchè i veri Buddha vanno in giro con tuniche abbastanza larghe).
Ma allora, arrivati a questo punto, non siete curiosi di sapere in cosa consistono questi esercizi da praticare con cadenza settimanale? Ve ne svelo solo un paio, poi tocca a voi decidere se proseguire o meno il percorso di trasformazione.
Il primo esercizio è molto semplice: il controllo del respiro, "dovete imparare ad osservare e a calmare il vostro respiro, il vostro corpo e le vostre emozioni".
Inspirare ed espirare, lentamente e spesso, più volte durante il giorno e soprattutto nei momenti di maggiore pressione psicologica. E di sicuro vi capiteranno momenti del genere: giusto stamane in metropolitana una signora poco illuminata mi ha aggredito verbalmente per averle 'quasi' pestato un piede, sbraitando ai quattro venti che la mia scarpa si è avvicinata in modo preoccupante al suo piede, già compresso in un tacco 12cm.
Inspiro, espiro, inspiro, espiro. Faccio notare alla signora che non è facile mantenere l'equilibrio se il conducente della vettura soffre di un tic nervoso esercitato sul pedale del freno e che comunque, nonostante ciò, il suo piede è ancora intatto nel suo contenitore.
Ma la signora, indispettita forse per la calma con cui le ho risposto e per il sorriso bonario che ho costruito sul mio viso per l'occasione, ha rincarato la dose coinvolgendo persino gli altri vicini di vettura come testimoni del pestaggio del piede che non c'è stato ma poteva esserci.
Ed io? Cosa ho fatto secondo voi? Inspiro, espiro, inspiro, espiro.. e dopo pochi secondi sono sceso alla mia fermata mentre la signora che ancora inveiva nei miei confronti è stata travolta dalla gente in uscita dalla vettura, con gomitate a destra e a manca. Il suo piede però non ha subito traumi. Buddha è anche giusto.
Secondo esercizio: ecco, ora la difficoltà aumenta, "Osservate con distacco i vostri pensieri come osservate con distacco il volo lontano degli uccelli nella pace della sera".
"Quando nasce un pensiero, piacevole o spiacevole, non fatevene intrappolare e non diventatene schiavi. Osservatelo con distacco e lasciatelo andare: esso non crescerà dentro di voi e non produrrà il frutto avvelenato della sofferenza."
Che scritto così sembra facile, ma non lo è affatto: significa, in altri termini, prendere coscienza dei propri pensieri ma lasciarli scorrere nella mente senza soffermarsi troppo e senza crearsi paure o timori infondati perchè basati su eventi che potrebbero verificarsi ma ancora non sono reali (vedi pestaggio del piede sopra citato).
Quindi, ad esempio, se vi passa per la mente il dubbio che vostra moglie vi stia tradendo con un cuoco perchè ha preso 5 chili in 5 settimane, lasciate correre questo pensiero e non fantasticate troppo: nella migliore delle ipotesi vostra moglie è diventata illuminata restando fedele, nella peggiore voi siete diventati Buddha restando cornuti.
Il terzo esercizio, a mio parere il più importante, è anche quello su cui personalmente mi sono arenato:
"Diventa cosciente della precarietà dell'esistenza e quindi della precarietà della presenza nella tua vita delle persone oggetto del tuo attaccamento affettivo. Esse non sono eterne. Esse non possono esserci per sempre. Esse non possono esserci neppure per tutta la tua vita. Quindi non puoi fare dipendere la tua vita, la tua felicità, la tua serenità dalle persone a cui vuoi bene.
Non ti dico di abbandonare le persone a cui sei attaccato o attaccata. Non devi lasciare la tua famiglia. Devi soltanto smetterla di far dipendere la tua felicità da loro."
Bene, non aggiungo altro a questa citazione tratta dal libro: ritengo sia esaustiva per giustificare il mio giudizio di sufficienza a tale opera di Giacobbe che, seppure utile nell'evidenziare con un linguaggio chiaro e quasi con rigore logico le principali cause della 'sofferenza' psicologica dell'uomo, fonte di stress e nevrosi, rimane tuttavia poco realistica e 'convincente' sull'efficacia della cura proposta e dei rimedi ipotizzati.
E anche con la mia collega abbiamo raggiunto un compromesso: niente tunica per entrambi ma ora invece di urlare inspiriamo ed espiriamo, inspiriamo ed espiriamo...
Indicazioni utili
capolavoro della saga Giacobbe
Il buddha. Tutti possono essere il buddha, il risvegliato distaccato dall'attaccamento derivante da un modo errato di vivere le emozioni. Si perchè essere buddha è uno stato mentale, non uno status e perciò è accessibile a tutti, indipendentemente da tutto. Questo è il concetto. Se volete sapere se è efficace, vi posso rispondere che lo può essere al 100%, ma dipenderà da voi. E' un libro di enorme coinvolgimento e già il solo fatto che leggerlo dà benessere, fa trasparire che nel suo genere è un capolavoro. Se proprio volessimo uscire dall'egoismo di vedere il libro a solo nostro uso e consumo, se funziona, ma come opera in sè, è di una umanità incredibile. Non è freddo. Ancora una volta Giacobbe lascia tracce della propria vita tra le righe, probabilmente leggere nella prima parte dove viene anche illustrata brevemente la storia del buddha che aveva 27 anni all'età dell'illuminazione fa riferimento a suo figlio Yuri prematuramente scomparso proprio a 27 anni(da “come smettere di farsi le seghe mentali”). In realtà molte fonti confermano che il buddha ne avesse 35. Comunque percorso veramente fattibile per chiunque e ovunque in 5 settimane (con impegno), può servire per la propria igiene mentale e per lo stare bene con gli altri. Da leggere, regalare, divulgare. Capolavoro originale di divulgazione, avanti anni luce.