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A piedi nudi sulla terra A piedi nudi sulla terra

A piedi nudi sulla terra

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La presentazione e le recensioni di A piedi nudi sulla terra, saggio di Folco Terzani edito da Mondadori. Un baba, un sadhu, è un uomo che ha rinunciato: la sua città è la giungla, il suo tetto è una grotta, il suo letto la terra, la sua acqua quella del fiume, il suo cibo le offerte spontanee. Il sadhu non vuole possedere niente, tiene acceso il fuoco, si dedica all'esecuzione dei riti che scandiscono la giornata in accordo con i ritmi della natura, parla poco ma sa ascoltare. A volte si illumina in un sorriso: e comunica con il divino. Ma come si arriva fino a qui? Baba Cesare - l'asceta italiano protagonista di questo libro -, dopo essersi ribellato a un'esistenza ordinaria e a ogni ruolo sociale prescritto, si è avvicinato al mondo dei sadhu indiani. Il suo percorso è molto diverso da quello che potremmo immaginare noi occidentali, abituati ai "processi di beatificazione" con i quali si cercano tracce di ascesi nelle vite di chi sfiora la santità. Dal mondo senza frontiere e senza passaporti degli anni Settanta, attraversato dai magic bus che portavano in India passando per la Turchia, l'Iran, l'Afghanistan, il Pakistan, il suo cammino di uomo avventuroso e assetato di vita ci conduce fino a oggi, alle nazioni chiuse e blindate dei nostri tempi. Prima di costruire tra le antiche rovine di Hampi il suo ashram, oggi meta di pellegrinaggi e centro di devozione, Baba Cesare ha vissuto all'insegna dell'eccesso: giovane intriso di controcultura hippie, pittore alternativo a Torino, moderno bohémien nel paradiso psichedelico di Goa, uomo niente affatto insensibile alle lusinghe femminili. Ha oscillato vertiginosamente tra profano e sacro, con il coraggio e la fame di conoscenza di chi si butta a capofitto nelle esperienze, consapevole che il senso dell'esistenza scaturisce al di là delle scelte e della volontà, "perché il male e il bene, cosa ne sai? Allora te lo prendi tutto. Tutto. Prenditelo tutto, che poi dal male viene il bene". Non è un caso se Folco Terzani, che per anni ha viaggiato per il mondo frequentando figure dalla spiritualità carismatica - da Madre Teresa ai moltissimi asceti delle terre himalayane -, ha riconosciuto in Baba Cesare un autentico cercatore, intimamente libero: un uomo abitato da una sete di assoluto, capace di spogliarsi di tutto per seguire una chiamata, in comunicazione silenziosa con l'universo ma insieme capace di raccontare la propria umanissima esperienza in maniera sorprendente, appassionante, ironica. L'incontro tra Folco Terzani e Baba Cesare dà vita a un libro unico - romanzo di avventure, viaggio spirituale, inchiesta su un mondo svelato nel suo fascino controverso, dialogo sul senso ultimo della vita -, le cui pagine possono essere lette come un imprevedibile mémoire, un postmoderno romanzo di formazione e insieme come un testo sapienziale dal passo umile ma rivoluzionario, in grado di cambiare il nostro modo di camminare per le strade del mondo.

Folco Terzani, quarantadue anni, scrittore e documentarista, è nato a New York e cresciuto tra Singapore, Hong Kong, Pechino, Tokyo, Bangkok e Nuova Delhi, seguendo gli spostamenti del padre attraverso tutto il continente asiatico. A Pechino ha frequentato le scuole pubbliche, si è laureato in Lettere Moderne a Cambridge e ha frequentato la New York University Film School. Ha lavorato per quasi un anno alla Casa dei Morenti di Madre Teresa di Calcutta, esperienza dalla quale ha tratto il documentario Il primo amore di Madre Teresa. Nel libro La fine è il mio inizio (Longanesi 2006), ha raccolto le sue ultime conversazioni con il padre Tiziano, a partire dalle quali ha poi scritto la sceneggiatura dell'omonimo film.



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A piedi nudi sulla terra 2013-01-02 21:55:17 rakovic
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rakovic Opinione inserita da rakovic    02 Gennaio, 2013
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diverso e appassionante

Avete mai pensato come potrebbe essere una settimana in India senza soldi vivendo di sola elemosina alla ricerca di un Baba, cioè di un vero santone da intervistare? Folco Terzani l’ha fatto e finalmente nei più reconditi angoli di una remota località dell’india ha scovato un vero Baba Indiano osannato e venerato dalla popolazione: Baba Cesare, Torinese purosangue!
A questo punto Il Guru racconta la propria vita, una vita unica, alternativa, che forse nessuno vorrebbe vivere, ma comunque affascinante. Il mondo della droga, una spirale che lo avvolge e lo inghiotte piano piano nella Torino degli anni ‘60; la disoccupazione, i viaggi dall’Italia in India in Autobus con documenti perennemente falsi; le carceri indiane, la fame, ancora la droga.
Poi Cesare inizia ad imparare a vivere di ciò che trova, a non desiderare il superfluo e vedere che con ciò che gli altri gettano via in una civiltà consumistica si può trovare sostentamento; trova anche un equilibrio con gli stupefacenti pur non abbandonandoli: là l’”erba” cresce spontanea ed il “fumo”fa parte della sua vita, della sua nuova fede, della sua “professione”. Trova molti seguaci, numerose compagne dalle quali ha numerosi figli..

Il racconto scorre veloce, sembra quasi di sentire la voce dei due interlocutori. Terzani ha evidentemente registrato l’intervista e l’ha riscritta usando le stesse parole della lingua parlata, senza cambiare una virgola.

Baba Cesare ritornerà anche in Italia più volte vivendo come un Guru nelle piazze delle città, nei boschi ed ospite di monasteri, farà proseliti ed avrà l’avversione di alcuni, ma ciò che conta è che dopo una vita travagliata si assiste al raggiungimento di un buon equilibrio interiore di quest’uomo ormai settantenne: la terra diviene una madre e lui un tutt’uno con lei; e per sentire il contatto col mondo lo percorre in lungo e in largo a piedi nudi; ne apprezza ogni asperità, il fango, la fredda pioggia, i morbidi prati e il tepore dei raggi sul suolo, ma solo ora il mondo non gli fa più paura: lui e il mondo sono una cosa sola, solo ora che può camminare a piedi nudi sulla terra.

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Consigliato a chi ha letto...
libri di Tiziano Terzani e "La fine è il mio inizio"
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