Vedere l'amore
Saggistica
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Vedere l'amore
Non ho l’abitudine alla lettura di testi del genere ma devo dire che, dopo le dimissioni, la figura di papa Benedetto ha attirato il mio interesse e si è ingigantita nella mia considerazione. Il libro richiederebbe una lettura più lenta e riflessiva di quella di un lettore abituale di fiction. Devo dire che il testo è bellissimo. Papa Benedetto usa un linguaggio di una chiarezza cristallina e contemporaneamente ha un modo di riflettere diretto, profondo e senza ambiguità. Non usa un linguaggio "papale" ma ha uno stile scarno e preciso, molto limpido e tagliente, affilato per il dire senza nascondere mai il suo pensiero. Non è mai diplomatico, la diplomazia non gli interessa, è un pensatore e cerca la verità e la chiarezza.
Gli spunti sono moltissimi: mi ha colpito la riflessione sulla figura del "padre" partendo dalla paternità di Dio, sulla audacia e sulla sovrabbondanza dell’amore di Dio visibili nel fatto che si comporta come un giocatore d’azzardo lasciando sole le pecore in salvo per correre da quella in pericolo. E’ sottolineata la mancanza di calcoli e di misura nell’amore, per l'esagerazione con cui viene donato a chi apre la mano e l’idea che il binomio fede amore possa far superare all’uomo il suo limite intrinseco di fabbrica.
“Credere non è altro che, nell’oscurità del mondo, toccare la mano di Dio e così nel silenzio, ascoltare la Parola, vedere l’Amore”.
Papa Benedetto è anche molto realista sul futuro della chiesa, a qualcuno potrebbe sembrare persino pessimista. In prospettiva, vede una chiesa molto piccola, spoglia “della sua mentalità settaria e del tronfio arbitrio”, senza privilegi e con pochi fedeli. Colpiscono le pagine sull’argomento ( le ultime) perché questa chiesa quasi se la augura, la vede come una salvezza, si coglie l’ insofferenza o forse il dispiacere per un diverso attuale stato di cose. Colpisce l’entusiasmo con cui guarda al futuro verso questa piccola chiesa che sarà per gli uomini “la patria” che dà vita e speranza oltre la morte. Belle le pagine sulla nostalgia dello Spirito Santo di Gioacchino Da Fiore che poi hanno portato al francescanesimo o meglio a San Francesco.
Ho trovato il libro profondamente limpido. Mi pare che con la sua dolcezza papa Benedetto parli con estrema onestà intellettuale e lucidità oltre che con la fede che ci si aspetta da un papa. Onestà che a tratti potrebbe essere anche tagliente, come può essere tagliente la verità osservata in faccia senza paraventi.