Il grande romanzo dei Vangeli
Saggistica
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Recensione della Redazione QLibri
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Una lettura nuova e una nuova consapevolezza
Dopo “Le ultime diciotto ore di Gesù “ in cui si narrava del processo, della tortura e della morte di Yehoshua ben Yosef (Gesù figlio di Giuseppe), Corrado Augias torna a parlare dei testi religiosi, per la precisione dei quattro Vangeli canonici, ma con un taglio innovativo.
Partendo dell’osservazione di Borges, secondo il quale i testi sacri sono un ramo della letteratura fantastica, Augias affronta la narrazione dei Vangeli lontano dal manto fideistico e teologico, come è suo stile e, insieme a Giovanni Filoramo, emerito professore di Storia del Cristianesimo, ci parla dei vari personaggi del racconto evangelico come se fossero personaggi di una qualsiasi pregevole opera di letteratura.
In effetti le Sacre Scritture, considerando tutto il complesso di testi che formano la Bibbia, comprendono anche cantici e salmi, testi poetici in qualche modo, quindi quale punto di vista migliore per leggere anche i quattro Vangeli?
Questa tecnica permette di focalizzare l’attenzione su figure importanti nella vita di Gesù: i suoi genitori terreni, che risultano alquanto sbiaditi nei testi in esame, suo fratello Giacomo (il termine ‘adelphos’ in greco significa ‘fratello di sangue’, ma la Chiesa, per la difesa del dogma della verginità perpetua di Maria, non ammette tale traduzione), il procuratore Ponzio Pilato, Pietro, i componenti del sinedrio, etc. Senza trascurare però i personaggi che dalle narrazioni evangeliche appaiono delle semplici figurine: Lazzaro, i Magi, Barabba, il famoso e sconosciuto legionario che infierisce sul corpo esanime di Gesù e altri ancora.
Nel libro c’è un paragrafo interessantissimo anche sulla natura, che è sempre sullo sfondo delle azioni di Gesù e che si può leopardianamente interpretare come fredda, distante ed indifferente alle sorti umane.
Questo tipo di lettura, sostenuto dalla cultura storica di entrambi gli autori (innegabilmente profonda quella del professor Filoramo) e che non si concentra più solamente sulle ‘intoccabili’ figure di Gesù e/o di Maria, probabilmente susciterà meno polemiche da parte dei teologi e del mondo intellettuale più o meno cattolico, rispetto a quando Augias pubblicò insieme a Mauro Pesce “Inchiesta su Gesù”. Ma non è detto!
Anche nel caso di questo saggio, come per “Inchiesta su Gesù”, la trattazione si svolge sotto forma di conversazione tra Augias e lo specialista di Storia del Cristianesimo, il professor Filoramo e, come al solito, le domande del primo sono tante, ma le risposte univoche, comprensibilmente, sono veramente poche. Il professor Filoramo, lungi dal fare forzature, ricorre comunque a ipotesi probabili e ben ponderate alla luce del confronto dei vari testi e delle notizie storiche in suo possesso. Molto controverso è lo stesso processo contro Gesù, riportato in maniera diversa dai quattro evangelisti che, probabilmente non sono mai esistiti:
“(...) quegli autori non ci sono. I nomi che identificano i vari testi sono attribuzioni convenzionali o di comodo, non corrispondono a delle persone reali. Per esempio: a seconda di come si collocano Luca e Matteo rispetto al più antico Vangelo di Marco, Matteo si rivolgerebbe prevalentemente ad un pubblico giudeo-ellenistico, per cui le date potrebbero essere gli anni Ottanta per Matteo e gli anni Novanta per Luca”.
Spesso ci sono divergenze tra il loro modo di narrare alcuni eventi e anche in contesti in cui essi sono inseriti.
C’è da aggiungere che Augias, nelle sue conferenze non molto tempo fa, ha detto di non volersi “fidare” troppo dell’evangelista Matteo, perché troppo filoromano e lo stesso papa Ratzinger, da teologo , nel suo libro, “Gesù di Nazareth” (2007) lo dichiarò. Questo per evidenziare quanto sia difficile muoversi con disinvoltura tra i Vangeli canonici, essendoci spesso molte incongruenze tra le narrazioni e la spiegazione a tali incongruenze non è affatto semplice, poiché i Vangeli non vennero scritti immediatamente dopo la predicazione di Gesù: addirittura quello di Marco potrebbe risalire al II secolo, cento anni dopo i fatti narrati!
Colpiscono i rapporti genitori terreni-figlio Gesù, sui quali Augias punta la lente e focalizza alcuni aspetti che noi giudicheremmo atipici: l’irrispettosità a volte di Gesù nei confronti della madre (vedi episodio delle nozze di Cana), l’assenza di tatto nei confronti del padre , Giuseppe, quando nomina “le cose del Padre mio”. Questa rudezza viene giustificata dal Filoramo spiegando che Gesù predicava qualcosa che andava contro le Leggi ebraiche che seguivano i suoi pii genitori, ha esplicazione proprio nell’essenza della natura di Gesù e tutto ciò, quindi, comporta atteggiamenti poco riguardosi nei confronti dei genitori. Lui sa di essere l’Eletto.
Come si è detto, Augias insieme a Filoramo cerca di fare una ricostruzione letteraria dei Vangeli , tant’è che quasi in tutti i paragrafi, all’inizio, c’è una narrazione romanzata fatta dallo stesso Augias (un dilettarsi nella narrativa?) degli eventi che verranno poi trattati. Viene sottolineato anche come alcuni famosissimi particolari dei certe storie, siano in realtà degli espedienti letterari, talvolta di matrice ellenistica: il ballo sensuale di Salomè e la seduzione di Erode, il bacio di Giuda (che altro non è che l’agnitio, il riconoscimento, dal momento che non c’era alcun bisogno di indicare fisicamente Gesù ai suoi aguzzini), la stessa morte di Giuda, narrata però stavolta dagli “Atti degli apostoli” con particolari cruenti...
Lascio a voi altre intriganti scoperte, guidati dalla piacevolissima penna di Augias e la preparazione di Filoramo.
Interessantissima la lettura dei personaggi di Giuda e di Maria Maddalena, certamente le più affascinanti, dopo quella del predicatore Gesù, per tutta una serie di vicende che pochi conoscono, ma che gli autori svelano sottolineando anche la loro forte umanità. Non a caso queste figure hanno alimentato le fantasie di artisti, letterati e registi di ogni tempo, a testimonianza di quanto le Sacre Scritture, al di là del messaggio teologico, offrano anche un godimento letterario.
La letteratura è spesso costruzione, non solo ispirazione e i Vangeli stessi, presi in esame parallelamente tradiscono talvolta delle forzature, superate solo da una spiegazione simbolica e teologica. Ma al di là di questa “rigidità teologica” i protagonisti dei Vangeli sono “personaggi della vita, partecipi, uomini e donne, alla nostra comune condizione di mortali”.
Un interessante saggio dall’elegante veste editoriale, dettaglio che non guasta, con la sovracopertina recante l’eccelsa opera del Masaccio, “Il tributo”, perfettamente in armonia con il contenuto del testo.
Indicazioni utili
Augias - Pesce, Inchiesta su Gesù
Augias-Cacitti, Inchiesta sul Cristianesimo
Augias, Le ultime diciotto ore di Gesù
Augias-Vannini, Inchiesta su Maria
Giuseppe Flavio, Antichità giudaiche
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Un approfondimento sui Vangeli
Per chi conosce già Corraudo Augias questo suo modo di procedere, narrativamente parlando, è un metodo usuale. Già in passato infatti lo scrittore ha affrontato tematiche a sfondo religioso-filosofico attraverso un dialogo costruttivo avvalendosi della collaborazione autorevole di eminenti studiosi in materia, con l’obiettivo di porre domande, eseguire riflessioni, sostenere la necessità di approfondimenti. Questo libro pertanto segue lo stesso percorso: Augias dialoga con lo storico del cristianesimo Giovanni Filoramo con l’obiettivo di esaminare i Vangeli chiedendosi “se non sia possibile raccontarli come se fossero parte di un dramma o d’un romanzo” appartenente al genere fantastico, partendo da una riflessione di Borges in tal senso (“i testi sacri sono un ramo della letteratura fantastica”). Da questo presupposto l’ateo Augias intavola con il professor Filoramo una discussione che tenta innanzitutto di dare una collocazione storica alle Scritture anche se non esita a sconfinare nel campo della filosofia, in particolare richiamando diversi concetti cari allo “Gnosticismo” quale corrente nata proprio nei primi secoli della Chiesa e che discostandosi dal percorso tipicamente cattolico, tende ad affermare una componente più intimistica e spiritualistica della salvezza come ricerca della “Verità” dentro sé stessi, in alternativa al messaggio tradizionale. Augias e Filoramo affrontano così diversi aspetti che presentano come spina dorsale l’analisi dei Vangeli canonici (con un interessante approfondimento sul Vangelo di Giovanni che rispetto agli altri tre si distingue per la sua dotta impronta teologica e spirituale), confrontandoli con i contenuti dei Vangeli Apocrifi che invece raccontano, ad es, episodi dell’infanzia di Gesù non riportati nel “canone”. Passano quindi in rassegna una serie di personaggi partendo dalle imprescindibili figure di Gesù, Maria e Giuseppe, cercando di darne una rappresentazione che vada anche oltre al contenuto delle Scritture, per poi allargare l’analisi ad alcuni tra i discepoli più noti, quali Pietro, Giovanni e Giuda (quest’ultimo dall’evidente portata simbolica e misteriosa considerato il ruolo ricoperto). Allo stesso tempo cercano di contestualizzare la narrazione evangelica all’epoca storica in cui si svolge, dissertando sul significato politico dell’occupazione romana della Palestina e quindi mettendo in luce l’ambiguo operato del procuratore Ponzio Pilato.
Un libro che incuriosisce perché tenta di porsi delle domande - spesso ed inevitabilmente lasciate senza risposta o comunque interpretate sulla base delle conoscenze esegetiche e filologiche di cui disponiamo - con l’intento di consegnare al lettore degli strumenti di riflessione personali. Un testo che è sicuramente consigliabile a tutti coloro che si dichiarano affascinati dalla figura di Gesù, forse pensato più per chi desidera avvicinarsi, anche da neofita, allo spirito delle Scritture piuttosto che a coloro che invece “masticano la materia”. In definitiva una lettura consigliabile che a tratti tende però a perdersi per strada ed a risultare anche un po’ noiosa e prevedibile in alcuni approfondimenti (ad es i capitoli riservati al significato della natura nei Vangeli o al ruolo rappresentato dalle folle).
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Carrellata sui Vangeli
Questo testo non è un romanzo, il titolo "grande romanzo dei Vangeli" potrebbe indicare un giudizio sul contenuto dei Vangeli. Il testo è articolato come discussione a due voci, dove quella di Augias dirige la conversazione e sceglie le tematiche da affrontare. Papa Benedetto ha pubblicato libri molto corposi sui Vangeli, è chiaro che in 200 pagine molti temi si affrontano in modo discorsivo e veloce. L'approccio è laico, del non credente affascinato dalla personalità di Gesù. Le riflessioni in merito soprattutto ai contenuti sono sempre abbastanza superficiali, ma vengono introdotti temi interessanti. Quelli mi sarebbe piaciuto che fossero sviluppati meglio. Ad esempio mi sembra interessante il discorso della tempistica ampiamente discussa da papa Benedetto tra l'ultima cena e la Pasqua e la morte di Gesù più dilatata in Giovanni e compressa nei sinottici, il discorso sulla regolarità/irregolarità del processo e sulla modalità del processo a casa di Caifa. E poi mi incuriosisce parecchio una tematica sfiorata nel libro: quella dei doppi. La scelta tra Gesù e Barabba che a quanto pare si chiamava lui pure Gesù. Il cognome Barabba significa Figlio di Dio. La scelta degli ebrei dell'uno o dell'altro deve avere un forte significato simbolico. Data la abbondanza di doppi nella Bibbia, uno positivo e uno negativo, per esempio nell'Apocalisse le due città, Caino e Abele, nonché di simboli (il leone, il leviatano) con duplice significato, mi sarebbe piaciuto approfondire questo discorso che richiama continuamente la libera scelta dell'uomo tra bene e male.Consiglio a chi vuole approfondire la conoscenza di Gesù i libri di papa Benedetto. Ci sono più versioni di cui una con meno pagine a seconda del grado di approfondimento voluto. Papa Benedetto è un grande scrittore, mai noioso. Ha una mente tagliente.