Le linee rosse
Saggistica
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La geografia che conta
Il mondo cambia. Fin qui nulla di nuovo certo ... ma è la velocità vertiginosa dei cambiamenti a connotare questa epoca. Rampini è come sempre bravo cronista ed anticipatore delle tendenze.
In questo saggio sulla geopolitica contemporanea, Rampini ci racconta le linee rosse su cui si giocano le partite più importanti, lì dove la geografia si fa storia.
Linee socio-culturali come quella che separa le due Americhe: progressista sulle coste e Trumpiana-conservatrice nel “fly-over country”; linee di intolleranze religiose: l'India, dalla pacifica convivenza al tempo dei Moghul alle guerre religiose ed alla nascita del Pakistan, oppure la Birmania, dove la persecuzione dei Rohingya testimonia come l'intolleranza non sia un esclusiva "Jiiahdista"; linee commerciali dal nuovo canale di Panama alle mega-infrastrutture cinesi per una nuova Via della Seta; linee di espansionismo imperialistico con la Russia di Putin “superpotenza frustrata”; linee della storia: la muraglia cinese contro gli “invasori” del Nord; linee di forza centrifughe e centripete in un Europa Germano-centrica o linee puramente strategiche: il controllo delle sorgenti dei fiumi in Tibet o la linea di influenza americana nel sud est asiatico a contenere l’ invadente vicino cinese; linee migratorie: Nord Africa, Medio Oriente, Messico.
L’Italia fa capolino come anticipatrice di tendenze e come brand universalmente riconosciuto di “qualità della vita” (cibo, bellezza turismo, moda, design) … ma non c’è troppo da gongolare: non vedo linee rosse che ci riguardino ..
Il saggio è pieno di spunti di riflessione ed è scritto in stile giornalistico ma piacevole. Forse l’autore risulta un po' invadente e fatica a trattenere giudizi spesso condivisibili ma comunque personali. Ho peraltro apprezzato l’onesta ammissione nel riconoscere errori passati quali la previsione di un rapido decollo delle economie Nord-Africane o la Germanizzazione delle società europee (nel senso positivo di una esportazione del modello renano), entrambe ben lontane dal concretizzarsi.
A volte poi, la divagazione appare eccessiva. Il “fil rouge” (le linee rosse appunto) si perde e si dà spazio a temi cari all’autore (globalizzazione, ambiente ..) magari recuperati da vecchi articoli riadattati, con un po’ di mestiere, per l’occasione.
Detto questo, leggere Rampini è sempre informativo e spalanca gli occhi sui grandi stravolgimenti del mondo globalizzato per uscire dal nostro provincialismo ed elevarsi dalle miserie della cronaca nostrana. Mentre in Italia il Gattopardo ancora ferisce, il mondo marcia a grande velocità.