Saggistica Politica e attualità La luna sotto casa
 

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A partire dalla seconda metà degli anni Ottanta e per tutti gli anni Novanta, Moroni cominciò con sempre maggior frequenza a raccontare la storia della sua città, Milano, mostrandone i tanti aspetti non noti e legandoli con le tante vicende politiche che in questa città sono nate e prosperate. Nel libro viene narrata la storia di Milano dall'immediato secondo dopoguerra fino alla fine degli anni Ottanta. Il piano urbanistico degli anni cinquanta, il boom economico, la grande stagione della rivolta politica, gli anni della Milano da bere, inframezzati con le tante vicende esistenziali e politiche che in questa città hanno avuto il loro teatro. Le bande operaie di quartiere che si contendevano il controllo del territorio tra gli anni quaranta e gli anni cinquanta, ma anche i teddy boy (poi cantati da Svampa), le "cave" esistenzialiste dei primi anni sessanta, Barbonia City e la rivolta beat, i capelloni che dormivano negli anfratti del Castello tra 1966 e 1967, la stagione dell'impegno: sono tanti i temi e i volti che si succedono nel libro, così come sono molteplici i protagonisti citati dalla memoria di Primo Moroni. Il testo è accompagnato da un CD con la registrazione di alcune lezioni di Primo Moroni sulla storia sociale delle bande di quartiere.



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La luna sotto casa 2009-07-10 16:44:17 prupitto
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prupitto Opinione inserita da prupitto    10 Luglio, 2009
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La luna sotto casa

Il volume-scritto da Moroni direttore della Libreria Calusca-ha come suo scopo principale quello di analizzare nel dettaglio l'evoluzione demo-urbanistico di Milano tra glia anni cinquanta e gli anni ottanta in stretta correlazione con al formazione e la disgregazione di gruppi giovanili antagonisti.Ben lungi dal presentarsi avalutativo,il saggio ha infatti una natura squisitamente militante:infatti mentre da un lato l'autore non risparmia nel corso dell'ananlisi valutazioni assolutamente negative intorno all'operato delle giunte centriste che si sono avvicendate durante i decenni,dall'altro lato l'ottica interpretativa con la quale legge il modus operandi della sinistra antagonista e' sovente elogiativo.Dopo aver dato una definizione abbastanza ampia di cosa sia una banda giovanile,Moroni ne individua i luoghi di aggregazione(sale da ballo,cave esistenzialistiche,osterie e bar),strumenti di espressione(rock'n'roll,boogie,slow e be-bop),denominazione(i Teddy Boys) e infine il modus operandi(il travestimento,le sfide a biliardo,i conflitti verbali e fisici che altro non sono che reazioni istintive ai codici imposti dalla industrializzazione avanzata non mediate ideologicamente e alle quali mancano obiettivi precisi).Nel giro di breve tempo sia la classe plitica che le princiapli testate giornalistiche eserciteranno una tale pressione sulla opinione pubblica da indurre la gran parte della borghesia a leggere i Teddy Boys come il prodotto piu' deteriore della societa',valutazione questa che portera' alla giustificazione della repressione poliziesca nel 1961.(superfluo osservare che l'autore dissente radicalmente dalla applicazione e dalla promulgazione stessa della legge 1423 del 1956 nata per prendere una serie di provvedimenti efficaci nei confronti di quegli individui o gruppi ritenuti potenzialmente pericolosi).Sempre negli anni cinquanta prende piede nei cabaret milanesi la satirica politica e di costume che ebbe come interpreti i Gufi,Fo,Gaber e Jannacci e come pubblico una ristretta cerchia di borghesi intellettuali.Tuttavia l'influenza piu' rilevante sara' esercitata-a partire dal 1964-dalla capillare diffusione della televisione che “inchiodera' decine di milioni di persone davanti al teleschermo non solo nelle case ma anche nei bar,contribuendo a creare nuovi modelli di riferimento”(p.106),modelli di riferimento che saranno fatti oggetto di critiche impietose dalle prime aggregazioni antagoniste-i Beat-sorti tra il 64 e il 65.La realizzazione della rivista “Mondo Beat” e l'apertura di una tendopoli-una sorta di comunita' autogestita-serviranno a cotruire concretamente una realta' alternativa a quella consumistico capitalistica,una realta' che avra' nel pacifismo e nell'anticapitalismo alcune delle sue principali direttrici tematiche.Dopo lo sgombero della tendopoli da parte della polizia nel 1967, a partire dall'anno successivo,le realta' antagoniste milanesi-fatte da studenti,operai e intellettuali-si diffonderanno in modo capillare portando alla formazioni di raggruppamenti extraparlamentari ,di sindacati di base che insieme sapranno coniugare la rivolta esistenziale con il rifiuto di qualsiasi modello politico precostituito.Tuttavia,una parte consistente di questa soggettivita' antagonista scegliera' la via della militarizzazione leninista che avra' come suo tragico epilogo il sorgere del terrorismo.A questo esito fatale,riuscira' a sottrarsi sia l'underground-attraverso la musica,la mistica,l'alimentazione,l'aborto,il divorzio,l'omosessualita'-come nel caso della esperienza di Valcarenghi con la rivista “Re Nudo” sia i centri sociali che- sorti tra il 1975 e il 1976- saranno veri e propri centri di contropotere territoriale(si pensi al Leonka,all'Isola-) affiancati dalle radio libere come Radio popolare.

Gagliano Giuseppe

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