La libertà individuale come impegno sociale
Saggistica
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Le libertà.
Due sono i saggi che questo testo contiene. Nonostante il primo risalga al 1990 ed il secondo al 1996 entrambi invitano il lettore alla riflessione sulle libertà individuali, sulla giustizia sociale, sull’impegno che gli Stati dovrebbero destinare alla problematica della disparità tra classi sociali.
Stilisticamente il componimento si presenta caratterizzato da una scrittura chiara e limpida a cui si affiancano esempi concreti tanto propri della vita di Sen (quali la carestia del Bengala del 1943) tanto eventi storici di cui tutti possiamo avere conoscenza. Attuale tanto per gli argomenti trattati (vedi il fenomeno della globalizzazione economica) quanto per le soluzioni tratteggiate il libro si confà a tutti ed ha quale obiettivo quello di affrontare la nozione di libertà nelle sue più svariate concezioni. Il primo saggio, in particolare, si sofferma su quest’ultimo punto. Se è vero infatti che esiste una concezione di libertà in senso positivo che “riguarda ciò che, tenuto conto di tutto, una persona può o meno conseguire” ed una in senso negativo che “si concentra precisamente sull’assenza di una serie di limitazioni che una persona può imporre a un’altra (o che lo Stato o altre istituzioni possono imporre agli individui)”, è altrettanto vero che tali due estrinsecazioni hanno una natura ontologica diversa in quanto “una violazione della libertà negativa implica una violazione della libertà positiva, mentre non è vero il contrario”. Per lo scrittore in taluni casi l’intervento dello Stato è l’unico elemento in grado di salvaguardare in maniera sostanziale le libertà positive; a tal proposito ci ricorda quanto nel periodo delle carestie avvenute in India l’intervento pubblico (consistente in forme di integrazione di reddito delle fasce più vulnerabili della popolazione) abbia fatto la differenza. A questa prima analisi segue quella relativa al rapporto che intercorre tra l’intervento statale nell’erogazione di servizi pubblici ed il tasso di mortalità, a cui sussegue quella sulla democrazia, sul ruolo che i mezzi di comunicazione di massa sono capaci di avere per la tutela e la garanzia della libertà individuale.
Nel secondo saggio Sen analizza il rapporto tra impegno sociale ed i doveri di rigore e conservatorismo finanziario onde evitare eccedenze nella spesa pubblica: da un lato abbiamo quindi l’impegno della società al raggiungimento di una eguaglianza sostanziale di tutti gli individui a cui si affianca dall’altro la preoccupazione dei governi di tenere sotto controllo il bilancio di Stato.
Socialismo e critica al capitalismo sono altri due argomenti analizzati dallo studioso, in particolare nell’ottica che la prosperità economica possa avvantaggiare soltanto alcuni ceti sociali: in questo caso la lente di osservazione dell’indiano si sposta sull’Europa e sulle scelte monetarie e fiscali che l’hanno caratterizzata a partire dagli anni ’90, misure che miravano sostanzialmente all’eliminazione dell’inflazione.
Secondo Sen una politica unidirezionale porta esiti rovinosi per i sistemi così come l’estremismo nelle scelte finanziarie finisce col ridimensionare quelle priorità sociali (salute, istruzione, libero accesso alle posizioni sociali, uguaglianza) che fungono altresì da bilanciamento e garanzia delle libertà e dei diritti fondamentali – in primis il diritto alla sopravvivenza – appartenenti a tutti gli individui della terra in quanto persone.
In conclusione un buon testo, esaustivo e che fornisce numerosi spunti di meditazione.