Saggistica Politica e attualità L'immagine del Partito repubblicano
 

L'immagine del Partito repubblicano L'immagine del Partito repubblicano

L'immagine del Partito repubblicano

Saggistica

Editore

Casa editrice

La presentazione e le recensioni di L'immagine del Partito repubblicano, saggio di Michele Spera edito da Gangemi. L'immagine del Partito repubblicano, una rilettura. 1962/2008. Manifesti, depliant, opuscoli e materiali di propaganda politica progettati dal 1962 al 2008 da Michele Spera per il Partito repubblicano. Un segno grafico forte, incisivo, riconoscibile ricostruisce la storia di 46 anni di battaglie del Pri, attraverso più di 1000 immagini. I nomi, gli eventi, le illusioni e le disillusioni di un'epoca. Con una introduzione di Francesco Nucara e una prefazione di Domenico De Masi.



Recensione Utenti

Opinioni inserite: 1

Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0  (1)
Contenuti 
 
5.0  (1)
Approfondimento 
 
5.0  (1)
Piacevolezza 
 
5.0  (1)
Voti (il piu' alto e' il migliore)
Stile*  
Scorrevolezza della lettura
Contenuti*  
Interesse suscitato
Approfondimento*  
Grado di approfondimento dei temi trattati
Piacevolezza*  
Grado di soddisfazione al termine della lettura
Commenti*
Prima di scrivere una recensione ricorda che su QLibri:
- le opinioni devono essere argomentate ed esaustive;
- il testo non deve contenere abbreviazioni in stile sms o errori grammaticali;
- qualora siano presenti anticipazioni importanti sul finale, la recensione deve iniziare riportando l'avviso che il testo contiene spoiler;
- non inserire oltre 2 nuove recensioni al giorno.
Indicazioni utili
 sì
 no
 
L'immagine del Partito repubblicano 2008-06-19 02:59:16 Antonella Priori
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuti 
 
5.0
Approfondimento 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Opinione inserita da Antonella Priori    19 Giugno, 2008

L'immagine del partito repubblicano

Quarantasei anni di storia di battaglie del Pri ripercorsi attraverso una galleria di immagini inconfondibili: oltre mille tra manifesti, opuscoli, materiali di propaganda politica realizzati da Michele Spera tra il 1962 e il 2008.



Caso unico nella storia dei partiti politici, il Partito repubblicano vanta una riconoscibilità visiva forte, incisiva, coerente della propria essenza, una continuità nella evocazione razionale ma al tempo stesso poetica dei propri valori. Dopo oltre cento anni dalla sua costituzione, resta infatti l’edera l’unico simbolo immutato nel panorama politico italiano, lontano dalla caducità di slogan e segni utilizzati per rendere ideologie astratte o bisogni temporanei. Il pensiero e l’azione di donne e uomini che hanno partecipato -e tutt’oggi partecipano- alla costruzione di un’Italia democratica, libera, laica sono stati -e sono- rappresentati attraverso l’utilizzo di un linguaggio moderno che, con i suoi segni e con i suoi colori, ha anticipato tutti gli attuali meccanismi della comunicazione.



E’ attraverso questa comunicazione, così innovativa e così tesa a sollecitare le riflessioni del cittadino, che Michele Spera ripercorre gli eventi, i personaggi, le idee di un’epoca, consentendo al lettore di ricostruire nella propria mente, con l’aiuto di brevi note, la storia del Partito repubblicano e insieme la storia dell’Italia, con i suoi momenti topici, le illusioni e le disillusioni, le speranze e le battaglie a favore della società civile.



Un esempio tra molti, lo schierarsi dei repubblicani contro l’abolizione della legge sul divorzio, sostenuta dal referendum del 12 maggio del 1974: Michele Spera realizza un manifesto che sollecita la riflessione e la scelta, dove il ‘NO’ non è un grido bensì un invito alla partecipazione, democratica, di tutti. Evitati i toni cupi di una scelta morale e di coscienza, si trattava di adeguare la legislazione italiana a quella dei Paesi economicamente e socialmente più avanzati, serenamente. E sereno è il cielo su cui si staglia -luminoso- un ‘NO’ chiaro, inequivocabile, ma che non preme, non asfissia, non coercizza; al contrario, suggerisce una scelta di libertà.



E ancora, poche righe dell’autore, riprese da un articolo pubblicato su La Voce Repubblicana nel 1975, spiegano i dettagli di una campagna molto particolare, quella che i repubblicani intrapresero per coinvolgere i cittadini nella lotta al terrorismo: manifesti che riproducevano foto originali di azioni terroristiche venivano affissi al mattino e i passanti si fermavano a guardare quelle immagini cruente, in un momento in cui il terrorismo contava sulla paura per mettere radici; alla sera, le stesse immagini venivano ricoperte da manifesti bianchi recanti, semplicemente, una ‘X’, segno chiaro, inequivocabile ed efficace del rifiuto, della cancellazione della pratica dell’eversione. Un segno deciso, inoppugnabile contro la violenza e la morte. La volontà dei cittadini di riappropriarsi della propria quotidianità e del proprio destino storico.



Creativo di fama internazionale, già nel 1965 ebbe l’intuizione di utilizzare il volto del leader -e poi addirittura la sua firma- per pubblicizzare le idee e i programmi che il Partito repubblicano andava affermando, causando non poche polemiche, come lui stesso, all’inizio del libro, spiega: “Ci furono per questo manifesto casi di isterismo politico, di minacce di scissione; fui difeso dai miei amici, ma l’accusa di ‘culto della personalità’ ce la trascinammo per anni”. Spera aveva visto giusto, Ugo La Malfa sarebbe diventato leader indiscusso del Partito e figura centrale della politica italiana negli anni ’60 e ’70.



Scrive Francesco Nucara nell’Introduzione: “L’uscita dei manifesti repubblicani era negli anni Sessanta un evento; brillavano per i loro colori forti, per i segni possenti, per la sottile armonia che li accomunava: comunicavano un forte impatto emotivo sull’elettore che subito riconosceva la loro matrice politica”.



Nella Prefazione di Domenico De Masi, invece, conosciamo uno Spera più privato, a partire dal momento in cui, ragazzo, lascia la Lucania per dedicarsi a quella professione che poi, nel corso degli anni e delle esperienze, diventerà una vera e propria arte. Racconta: “Ho lavorato anche con molti altri designer, ma con Michele si riesce a pensare in mezz’ora ciò che con gli altri si penserebbe in due settimane. Covata fulmineamente l’idea, ne segue per Michele una realizzazione meditata, attentissima, quasi chirurgica, che si ferma solo quando il risultato è perfetto. Molti giovani, nati dopo l’avvento del computer, stenteranno a credere che alcune composizioni di Spera sono state realizzate quando non si poteva disegnare se non a mano. In realtà, la computer grafica, che ora Spera padroneggia, e che è connaturale al suo stile, gli ha consentito solo una maggiore velocità, ma non una maggiore perfezione. Se il computer fosse natura, nel caso di Michele potremmo dire che la natura imita l’arte…”.



Un libro da leggere e da guardare. Una ‘rilettura’ per quanti conoscono gli eventi e in essi si riconosceranno. Una piacevole, nuova lettura per quanti, incuriositi dalle oltre mille proposte grafiche, vorranno intravedere in esse le geniali intuizioni di chi assume il panorama visivo quale contesto indispensabile all’innovazione politica e civile di un Paese.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Trovi utile questa opinione? 
00
Segnala questa recensione ad un moderatore
 

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

La vita a volte capita
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.3 (2)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)
L'ora blu
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Malempin
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Morte in Alabama
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La città e le sue mura incerte
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Per sempre
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Lo spirito bambino
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Fumana
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Non rivedrò più il mondo
Fuori dai confini
Il grifone
Complici e colpevoli
Cacciatore di mafiosi
L'ultima notte di Raul Gardini
Donbass. La guerra fantasma nel cuore d'Europa
Una terra promessa
Jenin. Un campo palestinese
La società signorile di massa
Dio odia le donne
Stai zitta
I cantieri della storia
Oriente e Occidente
Lo scontro degli Stati civiltà
Manuale del boia