Il ritorno del principe
Saggistica
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Perché la corruzione e la mafia in questo Paese
Il saggio di Saverio Lodato e Roberto Scarpinato, scritto sottoforma di intervista in cui il giornalista (Lodato) pone le domande al Pm (Scarpinato), svela le dinamiche dei fuori scena del potere, quello che non si vede e non è mai stato raccontato ma che decide, fa politica e piega le leggi ai propri interessi. La lotta (apparente) del bene contro il male, le numerose stragi del braccio armato, i volti impresentabili di Riina, Provenzano. La mafia non è quella che si vede in tv, o meglio quella è soltanto la punta di un iceberg, che storicamente affonda le sue radici nel dna del potere italiano. Da Machiavelli ad oggi, secondo l’opinione degli autori, la democrazia nel nostro paese rappresenta il miglior involucro per la corruzione e la mafia che sembrano essere costitutive del potere, a parte poche eccezioni (la Costituente, Mani pulite, il maxiprocesso a Cosa nostra). E la cinica frase di Machiavelli “Il fine giustifica i mezzi” sembra avere sempre un fondo di verità: in politica qualsiasi mezzo è lecito. Nella parte meno visibile, perché non svelata dal sistema mediatico-informativo italiano, troviamo la ricca borghesia mafiosa e presentabile che frequenta i salotti buoni e riesce a piazzare i suoi uomini in Parlamento. La democrazia finisce con l’assume i connotati di una democrazia mafiosa. Il compito di salvaguardarla non è più affidata ad una visione classica del giornalismo e della sua declinazione in “watchdog”, bensì nel ruolo attivo delle minoranze, nella loro reazione. Finché sarà possibile trovare riparo sotto il grande ombrello della Costituzione italiana, l’ultimo grande scudo a protezione della società civile.