I neri e i rossi I neri e i rossi

I neri e i rossi

Saggistica

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Un'opera che raccoglie i contributi sul terrorismo di diversi autori, sia di destra che di sinistra, nell'Italia degli anni Settanta. Filo conduttore dei vari saggi è una riflessione sul rapporto dei mass media con terrorismo e antiterrorismo e in generale sul ruolo da questi svolto all'interno del fenomeno. Nel dettaglio vengono presi in esame vari esempi italiani come la strage di Bologna, il caso di Peteano, quello di Moro. Per completare il quadro generale e per costruire un termine di confronto e una visione d'insieme, viene inserito un interessante capitolo che analizza il terrorismo tedesco, caratterizzato da elementi specifici sia dal punto di vista delle azioni terroristiche che per la reazione dei mezzi di informazione, che viene puntualmente percorsa con riferimento attento alle fonti. Il testo traccia uno spaccato sul tema attualissimo del rapporto fra terrorismo e mezzi di comunicazione di massa e ne sottolinea i legami perversi.



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I neri e i rossi 2009-03-04 15:57:46 gabriele
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Opinione inserita da gabriele    04 Marzo, 2009

I neri e i rossi

“I neri e i rossi. Terrorismo, violenza e informazione negli anni Settanta” è un libro di interessante portata storica ma anche ricco di stimolanti spunti sociologici. Si tratta di otto contributi volti ad analizzare il rapporto tra dato storico, informazione e opinione pubblica, in riferimento agli atti terroristici perpetratisi in Italia nell’arco temporale che va dal 1969 al 1980. Come ha precisato Mirco Dondi, curatore dell’opera, nel prologo: «Sul piano metodologico si è cercato di evitare un approccio racchiuso solo sulla storia del giornalismo per allargare lo sguardo sulle percezioni dei fenomeni, offrendo degli spaccati di una storia dell’opinione pubblica. È stato quindi necessario riflettere “mecluaniamente” sui livelli di ripercussione della notizia, ma anche su come si formano le notizie e su come si costruisce un’impressione di realtà.» A seguito di un excursus storico sulla violenza di estrema destra e sinistra, Aldo Giannuli, già consulente delle Commissioni parlamentari stragi e Mitrokhin, ha analizzato la categoria del terrorismo e la sua pertinenza storica. À? stata poi ponderata l’emissione e l’assimilazione mediatica in relazione ad entrambi i terrorismi, quello nero e quello rosso. Ad esempio, il parlamentare Sergio Flamigni e la studiosa Ilaria Moroni hanno distinto, per quanto riguarda il Caso Moro, le notizie vere da quelle false diffuse dalla stampa, gettando un velo oscuro sui movimenti dell’informazione: «Rileggere oggi quanto venne scritto dalla stampa man mano che le lettere di Moro provenivano dal misterioso carcere brigatista, porta a constatare che la gran parte dei giornalisti non si comportò correttamente, dal punto di vista umano, nei riguardi del prigioniero.» Per quanto concerne invece il terrorismo nero, vorrei citare il saggio redatto da Marilù Oliva, Quel che resta di un giorno, sulla strage del 2 agosto 1980 alla stazione di Bologna. In questo studio è stato dimostrato come i depistaggi, provenienti dalle informative dai servizi segreti di Stato, siano stati accolti da una stampa più o meno compiacente a partire dall’indomani della strage, quando si diffuse sui media la notizia fallace dell’esplosione della caldaia, fino ad arrivare alle varie piste inattendibili. Quanto la disinformazione o la cattiva informazione abbia attecchito è comprovato dall’accesa disputa tra innocentisti e colpevolisti (Mambro e Fioravanti, condannati da tre gradi di processo), disputa cui, anche ad oggi, la stampa e la televisione lasciano spesso molto spazio. Il pubblico si trova così di fronte ad arene in cui si gridano verità senza un sostegno adeguato e si trattano vicende che nella vulgata si conoscono solo superficialmente.

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Testi storici sul terrorismo e la strategia della tensione
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I neri e i rossi 2008-11-10 20:55:25 Valentina Valenzi
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Opinione inserita da Valentina Valenzi    10 Novembre, 2008

I neri e i rossi

Per essere una raccolta di saggi, il libro riesce ad avere veramente un impianto unitario. Merito della bella introduzione di Mirco Dondi che guida in maniera intelligente alla lettura del libro. Ho molto apprezzato le parti sulla violenza così come era vista dall'estrema destra, su fonti dell'estrema destra, e dall'estrema sinistra vista attraverso le pagine di "Lotta continua". Trovo che sia un libro coraggioso perchè abbina alla scientificità contenuti non usuali espressi senza reticenze e timori. Ho letto tutti i saggi con grande interesse, per quanto il sistema di informazione qua descritto mi ha lasciato nuova inquietudine. I casi di censura e di disinformazione non sono certo mancati e non sono ancora oggi neanche molto conosciuti. Non perdetevi questo libro.

VALENTINA VALENZI

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FRanzinelli, La sottile linea nera
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I neri e i rossi 2008-09-08 06:04:24 prupitto
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prupitto Opinione inserita da prupitto    08 Settembre, 2008
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I NERI E I ROSSI

Se e' arduo negare che l'espressione terrorismo sia di ardua definizione a causa delle numerose contraddizioni o incompletezze presenti nelle piu' note definizioni,non costituisce al contrario motivo di contrasto tra gli esperti del settore ne' la natura pluridimensionale del terrorismo ne' la genesi storico del termine-che come ricorda l'autore sorse nel contesto ideologico giacobino-e neppure la caratterizzazione negativa ad esso attribuito dalla storiografia liberale

alle modalita' operative del populismo e dell' anarchismo russo.Ora,a parte la rassegna storica compita dall'autore a proposito della counterinsurgency americana,atlantica e francese-rassegna sia detto per inciso assolutamente superficiale-e quella compiuta sulla trasformazione storica della guerriglia urbana -anch'essa eccessivamente schematica e generica per un lettore specialista-l'attenzione dell'autore si polarizza sulla esistenza del terrorismo promosso dal soggetto statuale e sulle contromisure giuridiche attuate dagli stati per contrastare quello promosso da soggetti statuali e non. Ebbene a nostro avviso la centralizzazione della intelligence,la dilatazione giuridica del reato terroristico,le limitazioni delle garanzie di difesa ed infine la realizzazione pro tempore di una stato di emergenza-che necessariamente implica l'attenuazione di alcune garanzie costituzionali-costituiscono un pacchetto legislativo sufficiente a porre un efficace argine alla espansione del fenomeno terrorista. Anche il ricorso a covert operations e a tecniche di interrogatorio non ortodosse rientra nel pieno diritto di un soggetto statuale-con buona pace di Giannulli- proprio perche' terrorismo e antiterrorismo si condizionano reciprocamente. Naturalmente Giannulli non trascura di sottolineare il ruolo indispensabile della guerra psicologica,ruolo che si dispiega soprattutto nella manipolazione della opinione pubblica via media.In conclusione,se in linea di massima le riflessioni dell'autore risultano degne di interesse per un lettore non specialista,siamo persuasi che lo scopo effettivo del saggio non sia quello di recare contributi di particolare originalita' storico-metodologica alla problematica terroristica-contributi ad ogni modo del tutto assenti- ma quello di indurre il lettore digiuno di strategia e politica internazionale- da un lato- ad assumere un atteggiamento ora scettico ora apertamente critico nei confronti delle scelte messe in atto dagli stati nel contrasto del fenomeno terrorista e- dall'altro lato- a persuaderlo della sostanziale equivalenza tra azione terroristica e azione di contrasto antiterroristica le cui modalita' operative hanno ripetutamente violato-suggerisce implicitamente l'autore- le convenzioni internazionali e i precetti delle democrazie liberali.

GAGLIANO GIUSEPPE

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