Ferite a morte
Saggistica
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un pugno nello stomaco
Ho sempre amato lo stile "parlato" della Dandini, ma mi sono avvicinata a questo testo spinta soprattutto dalla curiosità sul successo che riscuoteva nei teatri.
Abbandonando i toni da pietismo e ricchi di morbosità che troppo spesso aleggiano nei telegiornali, la Dandini affronta numerose realtà e situazioni con un unico denominatore comune: il femminicidio e la violenza sulle donne, violenza di ogni genere.
Lo fa con un pungente sarcasmo facendo parlare le vittime stesse dal loro punto di vista, a tratti la lettura può sembrare sadica o grottesca, immagino dal vivo su un palco sia ben oltre. Ho dovuto fare più pause durante la lettura talmente le parole e i fatti mi sconvolgevano, ho fatto fatica a finirlo, non tanto per la violenza del tema, quanto per la consapevolezza che si tratta di una violenza intorno a noi, intorno a me, non così distante come tutti siamo portati a pensare.
La parte finale del testo presenta una serie di approfondimenti molto interessanti che permettono al lettore "ignorante" (mi ci metto anch'io in questa lista) di avere dati precisi e inconfutabili sugli eventi che ogni giorno accadono nel mondo della violenza sulle donne.
Ho messo 3 alla voce "piacevolezza" per la sensazione che vi lascerà una volta finito. Perfetta la Dandini, davvero perfetta.
Indicazioni utili
Ottimo modo di affrontare il tema
Sconvolgente questo libro, semplicemente sconvolgente. Durante la lettura mi sono pentita ancora una volta di non essere andata a vedere lo spettacolo teatrale e mi auguro di averne presto la possibilità. Il tema è scottante e non può lasciare indifferenti: la cronaca riporta quotidianamente più di un caso di femminicidio e violenza sulle donne, l'uno diverso e più inquietante dell'altro, tutti con lo stesso tragico finale.
In questo libro l'autrice vuole trattare il tema da una prospettiva nuova, quella delle vittime, dar loro voce e far raccontare, senza eccessivi drammi, la loro storia. Il tentativo è molto ben riuscito.
La prima parte del libro è costituito da storie brevi, la maggior parte ispirate a casi di cronaca che, anche se sono utilizzati nomi di fantasia, è molto semplice ricondurre ad episodi che sono stati sulle prime pagine dei giornali. Tra questi non ritroviamo solo la nostra Italia, ma tutto il mondo, si dà voce a donne dell'Asia, dell'Africa, dell'America. Alcuni sono racconti individuali, altri, pur trasmessi in prima persona, vogliono mettere in luce la condizione di interi gruppi, a volte di intere nazioni. Si affronta il tema delle donne indiane che muoiono per la dote, di quelle africane che si ammalano per non usare il preservativo, di quelle sudamericane che si lavorano duramente per poi morire perchè troppo emancipate e tanti altri casi ancora. Non si parla, quindi, soltanto di casi isolati, ma vengono messe in luce anche realtà che ci toccano soltanto marginalmente o di cui non sospettiamo nemmeno l'esistenza. Il tutto raccontato dalla voce delle vittime, che riescono a narrare la propria tragica esperienza, a volte addirittura strappando un sorriso nel lettore.
Le emozioni sono tante: sdegno, paura. angoscia, preoccupazione, ti accompagnano dalla prima all'ultima pagina, ma non ti fanno venir voglia, nemmeno per un attimo, di abbandonare la lettura , ma anzi, ti spingono ancor di più a terminarla.
La seconda parte del libro è dedicata all'informazione, sono riportati dati reali, numeri e statistiche per dare la dimensione della gravità del fenomeno; viene illustrata la condizione delle donne in diversi paesi, in diverse circostanze ed alla fine si pone l'attenzione su leggi, norme, per finire con associazioni e indirizzi utili per aiutare chi è in difficoltà.
Questa seconda parte è importante quanto, se non più, della prima, l'ho trovata molto interessante e per nulla noiosa, ma mi rendo conto che qualcuno potrebbe dissentire, nonostante il tema sia così scottante e a mio parere rilevante. La prima parte, invece, penso che vada consigliata davvero a tutti, donne ed uomini, a chi è più sensibile all'argomento, a chi ne è totalmente indifferente, a chi non ne ha la percezione, a chi vive quotidianamente una qualsiasi forma di abuso. Credo che tutti vadano sensibilizzati e probabilmente quello utilizzato qui è uno dei modi migliori per farlo. Oltre a porre l'attenzione sul fenomeno, l'autrice è riuscita a rendere onore a tutte le vittime, quelle che già lo erano quando è stato scritto il libro, quelle che purtroppo lo sono diventate in seguito. Davvero un ottimo lavoro.