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Tre schede telefoniche. Un nome falso. Gli euro avanzati e la capsula con i dollari. Il tubetto di colla per nascondere le impronte digitali. Il borsone nero. Il giubbotto salvagente. La camicia. Il pile. Le vecchie ciabatte. La bottiglia d'acqua da un litro e mezzo. Sei panini. Tre scatolette di sardine. È tutto quanto servirà a Fabrizio Gatti per trasformarsi in Bilal e raccontare il dramma sconvolgente di chi si mette in marcia dal Sud del mondo per conquistare una vita migliore al di là del Mediterraneo. Fabrizio Gatti ha attraversato il Sahara sugli stessi camion che trasportano clandestini. Ha incontrato affiliati di Al Qaeda e scafisti senza scrupoli. Ha superato indenne le frontiere. Si è infiltrato nelle organizzazioni criminali africane e nelle aziende europee che sfruttano la nuova tratta degli schiavi. Si è fatto arrestare come immigrato clandestino vivendo sulla propria pelle l'osceno trattamento riservato agli immigrati nei centri di permanenza temporanea. Ha scoperto i nomi, le alleanze e le complicità di alcuni governi che non fanno nulla contro il traffico di schiavi, anzi, ci guadagnano. "Bilal" è la cronaca della più grande avventura del Terzo Millennio vissuta in prima persona dall'autore. Un viaggio nell'impero di chi si arricchisce commerciando carne umana, raccontato con un linguaggio teso che avvince il lettore come in un thriller. Un resoconto lucido e spietato - perché "approdare vivi a Lampedusa è come sopravvivere a un incidente aereo" - che segna la scoperta di un nuovo talento letterario che sa parlare della realtà. Perché "Bilal" è una storia vera.



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Bilal 2012-02-23 16:37:36 ant
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ant Opinione inserita da ant    23 Febbraio, 2012
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Il dramma del terzo millennio

Mi ha ricordato il film Brubaker con Robert Redford
dove il reponsabile delle carceri di uno stato USA si spaccia x detenuto e vive dal di dentro le condizioni a dir poco pietose dei carcerati.
In questo(scottante per temi e coraggioso per ambientazione e sviluppo)
importante libro Fabrizio Gatti ci narra le vicissitudini di uomini e donne che affrontano viaggi interminabili, patendo stenti e vessazioni inenarrabili, dall'Africa fino all'Italia.
Libro strutturato in tre fasi, con altrettante importanti inchieste e situazioni trattate.
Nel primo segmento Gatti ci narra con dedizione e dovizia di particolari la rotta degli immigrati clandestini attraverso il deserto, passando da Agadez, fino a Dirkou, "l’inferno di Dirkou"(detto anche il crocevia degli schiavi), il luogo dove gli immigrati si fermano per giorni, mesi, anni sperando di poter un giorno continuare il loro viaggio.
Nella seconda parte del libro il giornalista si trasforma in "Bilal", clandestino di origine curda, e racconta dell'esperienza vissuta nel centro di accoglienza di Lampedusa.
Infine la terza parte ambientata nella campagna pugliese e vissuta come raccoglitore di pomodori sempre come Bilal ,in cui vengono sviscerate tematiche riguardanti lo sfruttamento dei clandestini da impiegare nell'agricoltura.
Considerazioni personali:
1)Un libro che sa regalare momenti di forte commozione e non voglio star qua a raccontarvi le innumerevoli digressioni riguardanti i sogni e le aspettative di persone che sanno di dover affrontare il deserto e il mare, senza aver nessun punto di riferimento forte...se non la fede!!
2)Libro intriso di momenti di profonda riflessione, tipo le pagine in cui l'autore ci descrive dell'inizio del viaggio partendo dal deserto del Tenerè nel Mali, dove la presenza di austeri e antichissimi petroglifi(figure incise nelel rocce, in questo caso due giraffe) fanno da coreografia e da supporto psicologico a orde di disperati che inseguono un sogno molto rischioso.
3)Libro indubbiamente politico, infatti le problematiche relative alle crisi sociali di tanti paesi africani vengono descritte senza sconti(non solo la Libia, ma anche il dramma dei cittadini della Sierra Leone,Niger,Liberia etc)
E...ci sono accuse molto ben indirizzate(pesanti) anche ai ns governanti.
Libro molto importante che non può assolutamente essere letto e interpretato come una sorta di propaganda verso una certa parte politica
bisogna superare certe barriere mentali e metabolizzare con attenzione queste pagine.
Struggente

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Consigliato a chi ha letto...
storie vere molto drammatiche
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