Terroni
Saggistica
Editore
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Opinioni inserite: 5
Revisionismo risorgimentale giornalistico
Uno dei punti deboli del libro è il fatto che praticamente non si parla mai degli altri stati pre-unitari, come se al Nord dell'Abruzzo fossero stati tutti piemontesi... Come mai il Centro ed il Nord-Est, occupati ed espropriati come il Sud, hanno invece saputo superare i problemi e dopo il 1860 non hanno avuto scontri di bande di briganti da reprimere con l'esercito? Forse il Sud del 1860 non era pronto per fare parte di uno stato costituzionale con economia liberale. Forse il Sud del 1860 con il suo primato di rapimenti a scopo di estorsione e restituzione a pezzi del rapito se i parenti non pagavano, era profondamente diverso dagli altri stati pre-unitari, dove il reato di rapimento era raro o inesistente.
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le vere ragioni della storia dell'unità d'italia
Ho comprato il libro circa un anno fa, in seguito ad una visita di una "Fortezza dell'ultimo baluardo Borbonico" in centro Italia a Civitella del tronto (TE). All'interno del museo allestito nel castello, oltre alle varie esposizioni, c'era una riproduzione di un articolo riportato in questo libro sulle "menzogne" che i libri di Storia per decenni hanno raccontato alle generazioni, alterando la verità sulle popolazioni del sud italia, e questo libro a carattere giornalistico quindi fondato sulla verita degli avvenimenti più che dal falso patriottismo, cerca di raccontare e svelare mettendo a nudo la "storia"
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Vale la pena leggerlo
Un libro ben documentato e a tratti molto avvicente. Pino Aprile ha fatto un profondo studio su questa materia e lo si capisce subito. E' un libro che ho letto con grande velocità e che mi sento di consigliare a tutti coloro che hanno una visione partigiana e superficiale della realtà del Meridione. Anche io che conosco molto bene la letteratura meridionalista ho scoperto aspetti che non avrei mai immaginato L'autore sceglie di approfondire alcuni argomenti e di affrontare con più leggerezza altri: forse è giusto così anche per evitare che il testo diventi troppo pesante.
Mi sento di denunciare solo due difetti: il primo è che a volte, almeno così a me è sembrato, l'autore assume un atteggiamento assolutorio e apologetico sulle problematiche diffuse del Meridione. In secondo luogo, ho trovato uno stile narrativo un pò dispersivo, con l'uso di molti incisi e subordinate, che tende troppo all'articolo di giornale piuttosto che al saggio.
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Una realtà che non ti aspetti
Terroni, o “sudici”. Sì, insomma, quelli nati e vissuti a sud di Roma.
In alternativa ai nordici, quelli nati e vissuti al di sopra della linea gotica, insomma i “padani” o “mangiapolenta”.
Sono già riuscita a fare innervosire tutti?
Beh, se leggerete questo libro non avete idea di che cosa vi aspetta!
Mi fu suggerito, tempo fa, da un caro amico (modenese) e lo comprai subito. Poi ho sentito l'urgenza di leggerlo dopo aver terminato la lettura di “I Traditori” di Giancarlo De Cataldo, che narra dell'unificazione d'Italia.
Mi erano rimaste tante domande, sulla nostra storia, sulla liberazione (o conquista?) del sud d'Italia. Sul regno delle Due Sicilie, sui Savoia...
Questo libro dà risposte, serie, documentate, terribilmente vere. Ma talvolta si fa fatica a crederci perché presenta persone ed eventi sotto una luce talmente diversa da quella accettata e tramandata dai libri di storia che sembra tutta fantasia.
Ma si sa, la storia la scrivono i vincitori: ai vinti tocca il silenzio.
Almeno fino a quando qualcuno non si mette a scavare negli archivi storici, nella memoria dei sopravvissuti, nell'evidenza tracciata nella storia di altri popoli, che si intersecò con la nostra.
Alcune pagine di questo libro sono talmente atroci che costringono ad una pausa; bisogna interrompere la lettura per assimilare concetti nuovi, per accettarli.
Ma il libro è là che ti chiama, che ti impedisce di abbandonare, perché vuoi sapere, fino in fondo.
L'Autore non espone congetture, ma fatti supportati da ricerche già pubblicate ed affidabili.
Ne esce un quadro che fa pensare. È inevitabile chiedersi: se le cose fossero andate diversamente, se fossero state le armate di Francesco II a conquistare il centro ed il nord d'Italia, oggi come starebbero le cose per noi italiani?
In tutto questo lo stile di Pino Aprile è ironico, pungente, accattivante e persino divertente.
Usa l'ironia per diluire gli orrori che va raccontando e strappa più di un sorriso, anche se a volte triste e un po' tirato.
Terroni mi è piaciuto molto, è un libro da leggere e rileggere, un libro da consigliare agli amici, come il mio amico modenese ha fatto con me.
Questa volta ho grosse difficoltà nello scegliere un brano da riportare in chiusura di recensione perché non c'è pagina che non porti qualche annotazione: allora scelgo a caso!
[...] Il Piemonte era pieno di debiti; il Regno delle Due Sicilie pieno di soldi. Quante volte abbiamo letto che i titoli di stato del primo, alla Borsa di Parigi, quotavano il 30 per cento in meno del valore nominale; quelli del secondo, il 20 per cento in più; e che al Sud, con un terzo della popolazione totale, c'era in giro il doppio dei quattrini che nel resto d'Italia messo insieme?
L'impoverimento del Meridione per arricchire il Nord non fu la conseguenza, ma la ragione dell'Unità d'Italia. La ragione dei pratici; quella dei romantici era un'ideale. Vinsero entrambi. […]
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studiato!
Pino Aprile ripercorre la verità dei fatti accaduti durante l'unità d'Italia. Carte alla mano fa conti, giudica ed esamina i diversi eventi accaduti in quei mesi. Diversi i riferimenti alla realtà odierna con la coscienza di chi sa che forse non tutto ciò che scrivono i libri di storia è sempre stata la realtà dei fatti.
Un invito rivolto ai meridionali a conoscere la vera storia per capire l'epilogo di oggi.