Mai ci fu pietà
Saggistica
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Storia d'Italia criminale
Nonostante che il sottotitolo faccia esplicito riferimento alla banda della Magliana, il libro è uno spaccato di svariati decenni di storia d’ Italia vista in ottica criminale.
Dopo gli anni del boom economico, quando il concetto di benessere ha cominciato ad imprimersi bene nell’immaginario della popolazione, sono cominciate ad essere evidenti anche le disuguaglianze sociali che tale boom ha creato. L’ evidenza di questa nuova ricchezza mal distribuita, ha fatto da volano al salto di qualità della criminalità, che con rapine, sequestri di persona, e traffico di droga ha fatto degli anni ‘70 (e ’80) già martoriati dalla guerra politica e dal nascente terrorismo, uno dei periodi più sanguinosi della storia italiana.
Il libro narra quindi le vicende criminali di tutto quel periodo, ed essendo ambientato a Roma ha la banda della Magliana come assoluta protagonista, ma con riferimenti alla camorra, alla mafia, al clan dei marsigliesi, al clan Turatello, al terrorismo nero e rosso, ai servizi deviati, alla malapolitica, alla malagiustizia, alla corruzione diffusa.
Spaccio, ricettazione, gioc, scommesse, omicidi, estorsioni, sequestri di persona, droga, rapine, corruzione, vendette, evasioni …. un vero mosaico infernale
Il libro narra le vicende con un ritmo incalzante, se fosse fiction sarebbe estremamente avvincente.
Il libro che si basa sui documenti ufficiali processuali, ricco di dettagli e riferimenti inoppugnabili, ha nell’attendibilità e nella completezza il suo punto di forza.
Un libro bene informato che mantiene un certo distacco sia dai protagonisti che evita di “romanticizzare” come potrebbe avvenire in un romanzo, sia dai fatti, evitando giudizi moralistici inopportuni.
Nella sua vastità di personaggi (...criminali), forse qualcuno che in altre opere del genere ha un ruolo più centrale, qui ne hanno uno più marginale
Può considerarsi un’opera monumentale e si percepisce appieno lo sforzo di ricerca fatto dall’autrice, ma che comunque ha anche molti difetti e alla fine risulta confusionario e disorienta un po’ il lettore.
La divisione dei capitoli in filoni di malaffare non ha un andamento cronologico chiaro, vengono trattati troppi avvenimenti, troppi personaggi (siamo ai livelli di Guerra e Pace) che si intersecano fra loro, fatti che in realtà si svolsero contemporaneamente possono essere separati da centinaia di pagine, e a volte l’autore per mantenere il filo logico deve riportare alla mente del lettore fatti già trattati in precedenza, col rischio di far calare l’attenzione, facendo perdere cosi la bussola al lettore.
Con l’ultima parte, quando di parla delle questioni attinenti a Mafia Capitale e all’ultimo decennio di storia in generale, si è voluto strafare.
Anche se c’è sempre attinenza con gli argomenti precedentemente trattati, questa sezione sembra un corpo estraneo, scritta di corsa, in modalità più sintetica, e con stile diverso dal precedente messa lì a mo’ di appendice. E’ evidente la mancanza di approfondimenti che ha caratterizzato invece tutti gli eventi precedenti
Il libro andrebbe letto due volte, perché alla fine quando si chiude rimangono a mente i soliti personaggi, portati alla ribalta e già memorizzati dal libro Romanzo Criminale e dalle successive rivisitazioni cinematografiche e televisive.
Consiglio la lettura a chi già ha dimestichezza con l’argomento, per chi ci si affaccia invece per la prima volta consiglio un’opera più sintetica e meno articolata e con un ordine cronologico più sensato.(ad es. quelle di Giovanni Bianconi e Gianni Flamini)
Indicazioni utili
La verità del freddo (Fanelli) Banda della Magliana (Lupacchini) La notte della Repubblica (Zavoli)