La manomissione delle parole
Saggistica
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Parole regine
Il libro si presenta come un saggio sulle parole, anche se di fatto è un condensato di citazioni e rimandi ad altri testi, quindi credo all’autore che afferma che per lui è stato un gioco. A me è sembrato più una dissertazione linguistica fine a se stessa, ed a tratti un manifesto politico che mi è sembrato un po’ fuori luogo, visto l’obiettivo del saggio che era quello di far riflettere sul senso di alcune parole chiave della nostra lingua. La premessa al saggio è difficile da leggere, intrisa di riferimenti culturali che la appesantiscono e che creano distanza con il lettore. Il saggio prosegue poi con l’analisi di 5 parole regine: vergogna, giustizia, ribellione, bellezza e scelta. Le rispettive analisi, ricchissime di riferimenti al greco, sono concatenate l’una all’altra. Le mie preferite sono state quella relativa alla parola bellezza e quella relativa alla parola scelta, che, in sé, le racchiude un po’ tutte in quanto scelta è ribellione non violenta, ricerca della giustizia, pratica etica della bellezza e dell’eleganza e salvezza dalla vergogna. L’ultima parte del saggio è dedicata al linguaggio dei giuristi ed alle parole del diritto, complicate, spesso inutilmente, forzatamente ricercate, con tante caratteristiche comuni al linguaggio della politica, fino ad arrivare ad un’analisi linguistica della nostra Costituzione, un testo esemplare per sintesi, chiarezza, sobrietà, flessibilità, rigore. Condivido pienamente questa lettura della Costituzione ed avrei preferito, vista la stima che ho per quest’autore, che anche questo suo saggio avesse analoghe caratteristiche linguistiche.
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La manomissione delle parole
Opera ambiziosa e sicuramente chiarificatrice del senso che Carofiglio ha delle parole, soprattutto delle parole della lingua italiana.
Partiamo dunque da una citazione dello stesso autore, cosa non è quest' opera: non è una lezione, non è un manifesto politico, non è una riflessione filosofica. Potrebbe essere considerato un saggio sulle parole ma per Gianrico questo è più un gioco, sì un gioco nel quale si è divertito, come dice egli stesso, a smontare e rimontare le parole come i bambini con i giocattoli.
Vi posso dire cosa ha rappresentato per me, il lettore, per me è stato come riaprire gli occhi per riappropriarmi di alcune consapevolezze che la società, il lavoro, i mass-media, le convenienze, le miei scelte non-scelte, mi avevano portato, per dirla un po' alla Bob Dylan in Blowin' in the wind, a voltare la testa facendo finta semplicemente di non vedere.
Fantastica esplorazione nel mondo delle parole, del loro significato umilmente semplice e diretto, per il quale tutti ci affanniamo a non voler accettarne cosa davvero materialmente rappresentino, consapevoli o inconsapevoli di saperlo o meno.
Dopo una panoramica general generica sulla parola e sul suo uso, Carofiglio ci descrive i significati di alcune parole che sono indissolubilmente unite tra di loro attraverso i loro più intimistici significati, e sono Vergogna, Giustizia, Ribellione, Bellezza, Scelta.
Interessantissimo è risultato poi il capitolo "Le parole del diritto" con il quale l'autore probabilmente chiede alla legge e a coloro i quali, enti e soggetti, che ne fanno uso di riportare l'utilizo di termini il più semplici possibile ed il meno pseudotecnicistiche possibile, tali da rendere le parole più democratiche per tutti e non per pochi, portando come esempio l'efficacia e l'efficienza della terminologia che i costituenti hanno usato per la nostra Costituzione.
Un vivissimo ringraziamento a Gianrico Carofiglio solo per aver risvegliato in me un interesse rinnovato per la lingua italiana.
Buona lettura a tutti.
Syd
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La manomissione delle parole
Le parole sono importanti, servono ad esprimere quello che pensiamo, i nostri stati d'animo, chi riesce a far buon uso delle parole, ha un grande potere, saper comunicare bene è forse oggi la caratteristica più ricercata. Comunicare bene non significa dire cose giuste o verità incontrovertibili; purtroppo si possono comunicare bene verità di parte, interpretazioni, o peggio ancora falsità e una menzogna comunicata bene, nei media moderni vale più di una verità espressa male. Allo stesso livello di importanza è il cambiamento di significato che si può far assumere ad una parola, la manomissione. Questo libro analizza il significato vero di cinque importanti parole: Vergogna, Giustizia, Ribellione, Bellezza, Scelta e la manipolazione che se ne fa. Gianrico Carofiglio dice che per lui la stesura del libro è stato un gioco, in realtà “La manomissione delle parole” è un saggio. Un saggio ben fatto, scorrevole, non troppo impegnativo, ma abbastanza esauriente sul significato di quelle cinque parole, sulle manipolazioni che ne fa il potere a suo uso e consumo e soprattutto su quanto non sia facile accorgersene. Si parte da un'analisi lessicale e ci si ritrova, in maniera naturale, fisiologicamente, a leggere un saggio sul malgoverno e sull'uso ad personam che viene fatto del potere politico in Italia. I riferimenti “bibliografici” sono sorprendenti e inusuali; da Aristotele a Bob Marley, Primo Levi e Don Milani.
Dopo aver conosciuto il Carofiglio romanziere/giallista, eccone l'apprezzabilissima versione saggista.
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La manomissione delle parole
E' un libro che ho assaporato lentamente come una pietanza prelibata nella sua delicatezza e semplicità. Conoscevo già Carofiglio come romanziere; avevo trovalo i suoi romanzi gradevoli anche se non mi avevano impressionato; questo saggio invece è stata un'autentica sorpresa.
L'autore, in queste pagine, con una vera e propria opera di maestria fonde la riflessione sulla lingua italiana con l'esame della situazione politica in Italia.
Ma c'è di più: l'analisi linguistica e quella politica diventano l'una lo specchio dell'altra.
Sull'analisi del lessico si costruisce la critica della politica, e la critica alla politica offre i temi per l'analisi del lessico; in un continuo gioco di rimandi e citazioni.
Parole come Vergogna, Giustizia, Ribellione ritrovano la loro dimensione e perché no il loro splendore, diventano i pilastri su cui si edifica la disamina della situazione politica attuale.
Scritto in uno stile semplice e conciso questo libro si lascia leggere con facilità.
Da leggere anche se la saggistica non è il vostro genere.
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Il potere della parola
E' veramente difficile inquadrare questo libro di Carofiglio. E' un saggio sulla politica e la giustizia italiana attuale? O una riflessione sul lessico della nostra lingua? O ancora, un'analisi di concetti astratti, di ideali "perfetti" che però hanno difficile applicazione pratica nella quotidiana vita civile, sociale e politica umana?
Forse tutto questo e molto di più si trova nelle pagine di questo libro, dove l'autore, con una metodologia "chirurgica", analizza lo scollamento esistente tra il significato più profondo, etimologico, di cinque parole chiave ( Vergogna, Giustizia, Ribellione, Bellezza e Scelta) e l'uso che ne viene fatto comunemente, piegando il loro senso ad interessi e particolarismi dettati da egoismi personali o forse anche semplicemente dall'ignorare il concetto che dietro quella parola si nasconde.
Moltissime le citazioni di altri autori o anche frasi di canzoni famose, che aiutano ad illustrare come, probabilmente non ci siamo dimenticati, ma ancora peggio, non abbiamo mai saputo cogliere il vero valore del potere che hanno le parole che, quotidianamente leggiamo, ascoltiamo o pronunciamo.
La capacità di parlare e pronunciare o scrivere parole, che distingue l'Essere Umano dal resto degli esseri viventi. Capacità che abbiamo o dovremmo avere, per permetterci di comunicare meglio e più chiaramente tra noi e che invece spesso è scudo o barriera per incomprensioni reciproche.
Profondamente toccante è poi l'analisi della parola "Scelta", l'unica, come scrive Carofiglio, che "...ha numerosi sinonimi, ma nessun contrario."
Quella che più ci lega alla nostra natura di uomini e che, prendendo a prestito una frase di Fernando Savater dal suo libro "Il coraggio di scegliere", recita: "Se è vero che ciò che ci definisce come esseri umani è la nostra capacità di scegliere, allora questa capacità è ciò su cui più di tutto vale la pena riflettere."
In definitiva, un libro ricchissimo di contenuti, spunti di riflessione e discussione, che, se pure in alcuni tratti denuncia storture ed anomalie del sistema politico e legislativo italiano, può permettersi di farlo semplicemente per mostrare quanta differenza esista tra l'uso che viene fatto di alcune parole "manomesse" ed il loro reale, profondo significato.
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Giocare con le parole
Ho sorriso leggendo l'introduzione che Carofiglio fa al libro, perchè mi sono ritrovata in quel gruppo di lettori, che leggendo le storie di Guido, (avvocato protagonista dei romanzi che lo stesso autore scrive) hanno cercato disperatamente un libro che viene citato in "Ragionevoli dubbi" e che si intitolava la manomissione delle parole.
In realtà quel libro non esisteva.
"..Se quel libro non esisteva ma molti avevano voglia di leggerlo, allora c'era una sola cosa da fare: scriverlo, semplicemente."
E Gianrico lo scrive, ed è un saggio che per sua stessa ammissione non ha la pretesa ne di essere una lezione, ne un manifesto politico, ma un esperimento che vede l'utilizzo delle parole smontate e rimontate.
Parole non prese a caso, ma con un forte valore sociale, parole che dovrebbero essere le basi della democrazia.
Si parte dalla VERGOGNA per poi passare alla GIUSTIZIA, che non può fare a meno della parola RIBELLIONE che è la via della BELLEZZA, per poi concludere con la SCELTA.
Analizza le parole, il loro uso nella storia attraverso innumerevoli citazioni da Socrate, Platone, Levi, Bob Dylan...
Vogliono essere queste pagine uno spunto, per i lettori che vorranno poi approfondire attraverso le Note, i vari significati delle parole che danno vita a concetti fondamentali.
Concetti che a volte diamo per scontato ma che non lo sono affatto, significati che non dobbiamo smarrire se non vogliamo perderne il senso.
"... già solo chiamare le cose con il loro nome è un atto rivoluzionario."
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La manomissione delle parole
In questo libro Carofiglio analizza il "linguaggio del potere", ovvero sviluppa una analisi lessicale del linguaggio politico utilizzato da Berlusconi e del suo impatto sulle masse.
E' un libro interessante, che analizza la comunicazione come strumento di potere, gioca a scomporre e ricomporre il significato delle parole, tenta di ridare un contenuto a parole ormai vacue, svuotate di ogni significato.
Questo viaggio nelle parole della lingua intaliana passa inveitabilmente per il linguaggio giuridico, articolato, ostico, reso impermeabile alle masse dall'uso di parole e periodi fini a se stessi.
Un ibro di grande interesse, che aiuta a rivalutare alcuni termini di cui oggi la società abusa.
Dette questo non posso esimermi da alcune doverose critiche: innanzzi tutto non mi sento di imputare tutto questo alla singola persona di Berlusconi, come invece fa Carofiglio, ma estenderei queste riflessioni a tutto il mondo politico. Il termine "politichese" è stato coniato ben prima che Berlusconi andasse al governo ed è un male che affligge il paese da tanto, troppo tempo.
In secondo luogo credo che lo stesso Carofiglio, con questo libro, si macchi degli stessi "crimini" che lui stesso condanna, fornendo un testo di grande interesse, ben strutturato e logicamente ineccepibile, ma anche un testo fazioso, schierato, dove non solo restituisce alle parole il giusto significato, ma le carica della sua personale interpretazione politica, inevitabile per uno nella sua posizione.
In generale, al di là di ogni considerazione politica, un saggio interessante.