La bellezza e l'inferno
Saggistica
Editore
Recensione Utenti
Opinioni inserite: 2
Lettura, scrittura, vita
“La bellezza non è solo un tratto somatico, eleganza, luce, fascino. È la capacità di far vedere ciò che si è. Assomigliare a ciò che si immagina, mostrare ciò che si è veramente”.
L’inferno è semplicemente il suo contrario: è la negazione di bellezza e di libertà.
Gli scritti, apparentemente datati e lontani nel tempo, tutti già pubblicati sui quotidiani con i quali l’autore collabora o apparsi in occasione di eventi pubblici, ad eccezione di due, hanno il loro pregio proprio nella continuità raggiunta con la pubblicazione in volume. Offrono infatti una galleria di fatti, persone, personaggi e insieme la storia, la formazione, il pensiero e la forza di Saviano. La forza della lettura, la forza del coraggio, la forza della scelta e con essi il rispecchiamento in destini umani narrati e commentati con l’intento di ribadire la forza della parola scritta. È noto a tutti che proprio la libertà di parola lo ha condannato ad una vita blindata dopo essere stato minacciato di morte per ciò che aveva espresso in “Gomorra”.
L’opera e la vita di Camus lo hanno influenzato notevolmente e la stessa citazione del suo autore preferito: “Esiste la bellezza ed esiste l’inferno, vorrei - per quanto posso- rimanere fedele a entrambi”, diventa per lui un assunto da ribadire a se stesso nei momenti di umana debolezza.
Cinque sezioni intitolate SUD, UOMINI, BUSINESS, GUERRA, NORD aiutano a capire le grandi tematiche di cui trattano i suoi pezzi, tutti molto interessanti, e così si ripercorre parte della storia nazionale quando ad esempio si ricorda la signora Felicia, mamma di Peppino Impastato, o si accosta il giovane Messi, dopo averne narrato la difficile infanzia contrassegnata dalla malattia, al prode Maradona o più semplicemente ci si chiede come mai la scuola abbia bocciato i suoi acclamati ragazzini di Scampia divenuti attori nel film “Gomorra”. Si ricorda il terremoto dell’Abruzzo, Mirian Makeba, Anna Stepanova Politkovskaja, si leggono le sue opinioni sulla guerra rappresentata da opere letterarie e cinematografiche, si legge di Singer, Camus, Uwe Johnson, Gustaw Herling.
La lettura è gradevole e offre lo spunto per ulteriori approfondimenti letterari e cinematografici, lasciando un messaggio sulla forza della scrittura, della letteratura e dell’arte che ancora una volta rispecchia il pensiero del grande Camus: “ Personalmente non posso vivere senza la mia arte. Ma non l’ho mai posta al di sopra di ogni cosa. Mi è necessaria, al contrario, perché non si distacca da nessuno dei miei simili e mi permette di vivere, come quello che sono, a livello di tutti. (...) E spesso colui che ha scelto il suo destino di artista perché si sentiva diverso apprenderà presto che non nutrirà né la sua arte né la sua differenza, se non ammettendo la sua somiglianza con tutti. Nessuno di noi è grande abbastanza per una simile vocazione. Ma in tutte le circostanze della propria vita, che sia oscuro o provvisoriamente celebre, legato dai ferri della tirannia o temporaneamente libero di esprimersi, lo scrittore può ritrovare il sentimento di una comunità vivente che lo giustificherà, alla sola condizione che accetti, come può, i due incarichi che fanno la grandezza del suo mestiere: il servizio della verità e quello della libertà.”
Indicazioni utili
La bellezza di chi crede ancora nell'Italia ci mos
Commentare Saviano è difficile, per me.
Più di Flaubert, Hugo, Fogazzaro o Svevo. Perché non è un classico, è moderno. Perché parla di me, di chi legge questo commento, di tutti noi. Perché è contemporaneo e, come tale, scrive delle brutture che mi circondano. Ma non solo: il suo potere è infatti quello di riuscire a tirare fuori l’incantevole, persino in terre come la mia e la sua, famose per la loro bellezza e la criminalità. Ed è questo che corre nel libro-raccolta di Saviano: il binomio tra potere e volere, tra sorrisi e lacrime, tra orgoglio e sottomissione, tra sabbia dorata e una montagna di rifiuti. Tra bellezza e inferno.
E’ difficile commentare Saviano. Forse perché Saviano non è uno scrittore di genere, perché è impossibile incasellarlo dentro tristi definizioni prestabilite. Forse perché lo considero un po’ un piccolo grande eroe, capace di far rinsavire anche le menti più pigre e ignoranti. Lo vedo come un Superman dei tempi moderni: niente tutina blu e rossa, niente mantello, nessun volo di perlustrazione, niente S cucita sul petto. Ma abiti moderni, il potere di informare i disinformati, una grossa V di Verità stampata nel cuore. E proprio il suo cuore, così grande, è quello che traspare attraverso ogni singola parola. Ciò che colpisce di questo grande giovane autore è la capacità di non soppesare le parole per imboccartele col cucchiaio, no: lui le spara dritte, potenti, colpendo lo stomaco e tatuandole nella mente.
Il problema infatti non risale alle sue parole: bellissime, toccanti, oltremodo potenti. Il problema sono i fatti: gli uomini che campeggiano sui suoi articoli esistono realmente, come realmente esiste la sua solitudine, l’isolamento forzato e in un certo senso dovuto. Mi dispiace leggere, da lui e da altri, che dopo “Gomorra” certe "organizzazioni" (passatemelo per eufenismo), certe mentalità.. quasi niente è cambiato.
C’è solo un dolore che si aggiunge agli altri, insopportabile: la voglia di lacerare questo omertoso silenzio da parte di un ragazzo le cui ali sono state maledettamente tagliate.
Ma io so che lui troverà un modo per volare in alto ancora. Di nuovo tra noi.