L'armadio della vergogna
Saggistica
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Vergogne
Colgo l’occasione della bella trasmissione su Rai3 in prima serata del 2 settembre 2007, condotta in modo egregio da Lucarelli, per parlare di questo libro di cui più volte si accennato nel corso dell’ esauriente svolgimento di questo argomento, dove la prima vergogna è di chi ha commesso crimini di inaudita ferocia e la seconda, altrettanto grave, è di coloro che hanno imboscato tutta la documentazione di tali misfatti, onde evitare di rinviare a giudizio i colpevoli. Si è parlato di ragion di stato, di opportunità politica, ma resta il fatto che nessuna giustificazione, dico nessuna, può trovare fondamento quando si tratta di punire chi si è macchiato di infamie contro l’umanità.
Fra il 1943 e il 1945 decine di migliaia di civili furono vittime di stragi orrende compiute dai nazisti e dai fascisti in tutta l'Italia. Nei mesi che seguirono la Liberazione furono individuati molti dei colpevoli e a loro carico si aprirono procedimenti penali. Dal 1947, però, ignoti hanno messo tutto a tacere, rinchiudendo in un armadio della Procura generale militare ben 695 fascicoli; e non fu una dimenticanza, ma un atto voluto. Dal 1994 la Procura ha riaperto i processi a carico degli ormai pochi superstiti che, al termine dei procedimenti, benché riconosciuti colpevoli e condannati a lunghe pene detentive, sono rimasti in libertà, avendo tutti già superato gli ottant’anni di età.
Franco Giustolisi, che ha portato alla luce l'esistenza di questo armadio della vergogna, tratteggia nel volume in modo inequivocabile l'intera vicenda dell'insabbiamento delle prove e ricostruisce, sulla base dei documenti e delle indagini a suo tempo esperite, quelle stragi, infami per efferatezza e crudeltà.
La commissione parlamentare d'inchiesta, indetta per stabilire i colpevoli di questa criminale decisione di lasciare impuniti i crimini di guerra, ha concluso lo scorso anno i lavori con una duplice relazione, una di maggioranza tendente ad escludere dalla colpa i politici dell’epoca e una di minoranza, che invece ne ha ribadito il coinvolgimento. In buona sostanza le cose hanno finito per rimanere come erano, nel pieno rispetto di un disegno volto al raggiungimento di questo scellerato fine, che non ammette scusanti.
E' un libro che dovrebbe essere diffuso anche nelle scuole, affinché i giovani sappiano dell'orrore che ha caratterizzato la storia del nostro paese negli ultimi anni di guerra e che traggano le dovute considerazioni dal comportamento di una certa classe politica che ha cercato di nascondere la verità alla giustizia per così tanti anni.