Grazie, Obama Grazie, Obama

Grazie, Obama

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Avete presente quando i presidenti si esprimevano con frasi elaborate anziché con tweet frizzanti? David Litt, scrittore di discorsi, se lo ricorda bene... e in questo divertente memoir riporta il lettore agli anni della presidenza di Obama e traccia il percorso verso l’era di Trump. Come molti ventenni, David Litt si è spesso sentito in imbarazzo davanti al capo del suo capo. A differenza degli altri coetanei, però, il capo del boss di Litt era il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. A soli ventiquattro anni, Litt è diventato uno dei più giovani autori di discorsi della Casa Bianca che la storia ricordi. Oltre ad aver affrontato nei suoi scritti questioni importanti come il cambiamento climatico e la riforma della giustizia penale, è stato la “musa comica” del presidente, artefice di numerose battute argute e di frasi scherzose entrate nella storia. Con l'occhio dell'umorista per i dettagli e lo zelo di un neo-convertito, Litt conduce il lettore attraverso i suoi otto anni in prima linea nell’Obamaworld. Nella sua storia personale di crescita politica, passa da essere uno studente universitario sognatore – un vero "Obamabot", come si è autodefinito – al giovane e nervoso autore di discorsi dello staff senior della Casa Bianca. I suoi aneddoti sul dietro le quinte rispondono a domande che non avremmo mai pensato di farci: qual è il bagno degli uomini più elegante della Casa Bianca? Qual è la vita sociale sull’Air Force One? Come si può costringere il Consiglio di Sicurezza Nazionale a smettere di fare “reply-all” a tutte le e-mail? Insieme a queste osservazioni spensierate, Litt usa la sua esperienza per affrontare una delle questioni più importanti di oggi: l'eredità e il futuro del movimento di Obama nell'epoca di Donald Trump.



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Grazie, Obama 2018-09-25 19:35:54 Fr@
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Fr@ Opinione inserita da Fr@    25 Settembre, 2018
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Ironia nello Studio Ovale

Ho iniziato a leggere questo libro in un momento estremamente delicato per gli Stati Uniti: le MidTerm Elections sono ormai alle porte e il popolo americano è chiamato a votare, un voto che mostrerà il consenso o meno per ciò che Trump ha fatto in questi due anni di presidenza.
Ancora mi ricordo quando è stato annunciato che il nuovo presidente di una delle più grandi potenze mondiali era proprio il magnate a cui a inizio campagna elettorale nessuno dava fiducia.
Eppure Trump si è insediato nella Casa Bianca, ha preso posto nello Studio Ovale, in quello studio che fino a poco tempo prima aveva ospitato per ben otto anni il primo presidente afroamericano degli USA.

Il saggio parla di Obama, ma Obama non è il protagonista: come specifica il sottotitolo abbiamo tra le mani delle memorie e il protagonista effettivo è proprio l’autore, David Litt, poco conosciuto, abituato a stare nell’ombra, dietro il sipario, ma comunque considerato uno dei più importanti scrittori di discorsi per il presidente. David Litt è stato definito dalla stampa “la musa comica del presidente”, colui che ha riempito di battute argute, ironiche, efficaci, molti dei discorsi di Obama, collaborando già dal lontano 2009.

La comicità impregna ogni pagina, non a caso in copertina possiamo leggere come lo stesso Litt definisce le sue memorie “semiserie”. Tuttavia, dietro la comicità, possiamo comprendere la grande dedizione di Litt per il suo lavoro: Litt ha preso parte all’amministrazione Obama, ha dedicato buona parte della sua vita a ciò, ma soprattutto ci ha creduto fermamente, dedicando anima e corpo alla promozione di Obama già dalla prima campagna elettorale.

E’ particolarmente interessante come Litt sviluppa l’intera opera: Obama compare rare volte nel corso della storia, più come un ospite che come un protagonista. Litt si concentra nel presentare la struttura dell’amministrazione Obama e per spiegare l’assenza del presidente fa un riferimento a Star Wars. Questo tipo di riferimenti sono presenti in tutto il racconto e vorrei in particolare complimentarmi con il traduttore che è riuscito con la sua traduzione e le sue note a mantenere il tratto comico del saggio: chapeau, compito davvero arduo ma passato a pieni voti!

“Grazie, Obama” segue l’ascesa di Litt, da semplice studente sognatore, appena convertitosi alla fede Obama (un vero Obamabot come si definisce) a nervoso e ironico autore dello staff senior della Casa Bianca. C’è un capitolo che segna questo passaggio: le re-elezioni di Obama segnano la promozione di Litt, il tono del saggio cambia leggermente, adattandosi a questo suo nuovo ruolo, cambiamento che si avverte anche nei toni dei discorsi scritti per il presidente.

Vale la pena leggere “Grazie, Obama”: si capisce che Litt ha sempre preso con grande serietà il suo lavoro, ma non si è mai preso sul serio: è proprio questa autoironia che rende tanto piacevole la lettura. Unica nota negativa, di sicuro non così grave, è che non conoscendo tutti i componenti dell’amministrazione Obama o di diversi soggetti citati durante il racconto, ho dovuto spesso ricorrere a internet per chiarirmi le idee.

Quindi, che dire se non buona lettura? :)

“Obama non lottava semplicemente per il cambiamento. Obama era il cambiamento. Era al tempo stesso il messaggio e il messaggero. Un conto è seguire un profeta che parla appassionatamente di terra promessa. Un altro, e ben diverso, è unirsi a lui quando separa le acque. Date le circostanze, sembrava egoistico non diffondere la parola. Da un giorno all’altro i miei amici si ritrovarono a vivere con un evangelista, un Testimone di Obama che non si preoccupava della tua anima ma voleva disperatamente il tuo voto”.

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Consigliato a chi è interessato a una presentazione del primo presidente afroamericano degli Stati Uniti da un punto di vista alternativo, interessante, divertente.
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