Complici e colpevoli
Saggistica
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Le vie della 'ndrangheta sono infinite
L'ultimo libro scritto dal Procuratore Capo Nicola Gratteri e dal giornalista esperto di fenomeni mafiosi Antonio Nicaso offre una visione a 360 gradi di come la 'ndrangheta sia partita dalla Calabria per diffondersi a macchia d'olio in sette regioni del Nord Italia.
Dalla Valle d'Aosta al Trentino-Alto Adige, partendo dagli anni Cinquanta-Sessanta, una serie di luoghi apparentemente impermeabili e incontaminati si sono rivelati tutt'altro che immuni dal "contagio" soprattutto a causa della 'sottovalutazione della società civile' e di 'una platea di politici, imprenditori e professionisti che agiscono secondo logiche di convenienza': un copione simile a quello già visto nel Sud Italia, tra consigli comunali sciolti per infiltrazioni mafiose e centinaia di migliaia di imprese sotto la lente d'ingrandimento delle interdittive antimafia. Oggi la 'ndrangheta fa a meno di sparare e si muove sottotraccia, indossando quegli abiti borghesi e quell'utilitarismo che tanto piacciono a funzionari opportunisti e dirigenti un po' distratti un po' omertosi.
Una narrazione precisa e dettagliata in cui attentati dinamitardi, sequestri di persona e rapine con omicidi hanno gradualmente lasciato spazio ad appalti, subappalti, traffico illecito di rifiuti, voti di scambio, turbativa d'asta, noleggio delle VLT, 'inquinamento delle istituzioni' e una vera e propria 'gestione deviata della cosa pubblica, costantemente finalizzata all'ottenimento di interessi illeciti'. Il tutto senza dimenticare il boom economico e l'attuale crisi pandemica, due ghiotte occasioni per la 'ndrangheta per amplificare la propria 'dimensione internazionale' di 'relazioni di complicità e collusioni'.
Da un lato, i colpevoli che oggi rappresentano la 'Google Generation del malaffare'; dall'altro, i complici che creano il 'substrato sociale favorevole a subire l'intimidazione mafiosa': il fil rouge sono i cosiddetti 'uomini di mezzo', intermediari che fanno da cerniera tra i due mondi.
Una severa criticità stroncata solo in parte dai vari filoni di inchiesta e dall'avvento di "Mani pulite", soprattutto per colpa di quella "teoria degli anticorpi" fortemente negazionista che, fino a pochissimo tempo fa, ha permesso a 46 locali di 'ndrangheta e a 169870 imprese di operare e muoversi liberamente nel Settentrione italico.
D'altronde,
'La mafia non esiste. E' un'invenzione dei giornali del nord'.