Saggistica Fumetti Un polpo alla gola
 

Un polpo alla gola Un polpo alla gola

Un polpo alla gola

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Tre amici, un comprensorio scolastico, un segreto. E quindici anni dopo, scoprire che ciascuno di loro credeva che il segreto fosse uno solo, ma che ognuno aveva il suo. E che ce n'era uno, più grande, che nessuno di loro sapeva. Dopo "La profezia dell'armadillo", Zerocalcare torna con un romanzo grafico lungo. Tre capitoli. Tre stagioni della vita del giovane Calcare; le amicizie, le rivalità, i piccoli misteri dell'impresa che è crescere, raccontati nell'impareggiabile stile di Zerocalcare, in un crescendo sincopato di risate e singhiozzi. Questo secondo libro conferma Zerocalcare come un narratore intelligente, delicato, spietato nei confronti delle proprie debolezze, che forse sono quelle di tutti noi. Una storia lunga spezzata in tre momenti della crescita del giovane Calcare, accomunati dalla persistente sensazione di avere sempre un polpo alla gola.



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Un polpo alla gola 2022-04-18 06:12:14 Pelizzari
Voto medio 
 
2.0
Sceneggiatura 
 
2.0
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2.0
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2.0
Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    18 Aprile, 2022
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Un groppo in gola

Lui è un fumettista molto famoso, il più famoso di questa casa editrice. Il tratto del suo disegno è marcato, riconoscibilissimo, identitario. Ma la storia è fragile. E’ parzialmente autobiografica. Racconta la sua infanzia, la sua adolescenza e la sua giovinezza ed è una ripubblicazione di quello che è stato il suo secondo libro e comunque uno dei più famosi. Mi aspettavo una matita un po' irriverente e l’ho trovata; mi aspettavo un fenomeno e l’ho cercato fino all’ultima pagina, rimanendo un po' delusa. Mi è quasi rimasto un groppo in gola, ops, un polpo.

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Un polpo alla gola 2019-02-13 17:52:28 Laura V.
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4.7
Sceneggiatura 
 
5.0
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5.0
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4.0
Laura V. Opinione inserita da Laura V.    13 Febbraio, 2019
Top 50 Opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

Cicatrici d'infanzia

Bello, molto bello, questo lavoro datato 2012 di Zerocalcare, al secolo Michele Rech, che ancora mi mancava all'appello! A parte una sola eccezione tra le opere finora lette, sono rimasta sempre particolarmente stupita dalla profondità dei temi affrontati che l'autore riveste con la patina, soltanto in apparenza leggera e disimpegnata, del fumetto.
Sotto i riflettori, tra le tavole di queste pagine, c'è l'infanzia, fase cruciale, e non sempre di spensieratezza, nella vita di ognuno, e tutto ciò che essa si porta inevitabilmente dietro: amicizie e inimicizie, miti e disillusioni, sensi di colpa, gioie e ferite che talvolta si rimarginano, talaltra no. In verità, “nessuno guarisce dalla propria infanzia”, tutti ne portiamo addosso le cicatrici per sempre, impietosamente.
Una storia molto ben costruita che, da un certo punto in poi, cattura tantissimo il lettore, il quale non può fare altro che “divorare” il libro per giungere al colpo di scena finale, anzi più di uno, mentre i tentacoli dell'originale polpo (chi non ne ha mai avuto uno addosso?!?) finiscono per allentarsi intorno alla gola di qualcuno, ma si stringono ancor più attorno a quella di qualcun altro. E intanto s'impara a conoscere il mondo di Zero, con i suoi personaggi principali, tra cui gli insostituibili Secco e Sarah, e i flussi di coscienza che assumono fattezze varie che vanno da David Gnomo ad altri personaggi che i ragazzini di oggi nemmeno conoscono più.
Lettura consigliatissima, tra le migliori, insieme a “Kobane Calling” (capolavoro assoluto!), “Dimentica il mio nome” e la prima e la seconda parte di “Macerie prime”!

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