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Poema a fumetti Poema a fumetti

Poema a fumetti

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Uscito con grande scalpore nel settembre 1969, questo libro è rimasto per decenni irreperibile nelle librerie. In questa rilettura in chiave moderna del mito di Orfeo ed Euridice, Buzzati ci parla di se stesso, concentrando in 208 tavole a colori tutti i temi a lui più cari, a partire dall'eterno dialogo tra la vita e la morte. Attraverso un raffinato gioco di citazioni e autocitazioni, l'omaggio ad artisti di ogni epoca, la contaminazione di generi, queste pagine svelano l'intero universo creativo di Dino Buzzati, i suoi riferimenti culturali, le fonti di ispirazione, le suggestioni infantili, gli interessi di adulto, il metodo di lavoro. Facendo di Poema a fumetti un libro che ne racchiude in sé molti altri, come solo i capolavori possono fare.



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Poema a fumetti 2018-01-20 14:03:20 siti
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siti Opinione inserita da siti    20 Gennaio, 2018
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La morte

Il segreto di via Saterna - Spiegazione dell’aldilà - Le canzoni di Orfi - Eura ritrovata .

Sono le quattro parti che compongono la trama di una narrazione atipica, didascalica come quella del fumetto, per sua natura semplice ed esplicativa, e di una manifestazione poetica e dunque estremamente sintetica ma complessa e articolata.
Si tratta di una serie di tavole che accompagnano e condensano, richiamando il mito di Orfeo e di Euridice, un universo poetico, quello buzzatiano, originale, articolato, immaginifico, surreale.

Per immagini.

Atmosfere cupe, distorsioni della realtà, aberrazioni, misteri,sovrapposizioni, replicanti, linee curve, fitte rette, sederi abnormi, seni nudi e provocanti, dettagli, visioni d’insieme, verde, arancio, mattone, giallo, giallo ancora, arancione, rosa, bianco e nero.
Scale, girotondi, affollamenti, una giacca surreale, geometrie, prospettive.
Un calligramma.
Il babau.
Le montagne, le notti, Milano.
Gli incubi.
La realtà e la fantasia.Interni borghesi, erotismo trasudante.
Scorci cittadini, ingranaggi.
Puntinismo.

Per concetti.

Si muore. Punto.

Per chi ama Buzzati.

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Buzzati e adorato Fellini
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Poema a fumetti 2017-09-01 21:19:25 Laura V.
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Laura V. Opinione inserita da Laura V.    01 Settembre, 2017
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La cara morte

Del tutto nuovo, per me, questo Buzzati disegnatore! Dalla narrativa alla poesia, dal teatro al giornalismo, senza tralasciare musica e pittura, Dino Buzzati fu un autore tanto fecondo quanto poliedrico, propenso a sperimentare nuove strade e ad appassionarsi, come nel caso del fumetto, a ciò che ai più poteva apparire privo d’interesse letterario. Non a caso, come si scopre leggendo l’interessantissima introduzione al volume, l’autore di “Un amore” e “Il deserto dei Tartari” era un gran lettore di “comics”, si direbbe oggi: Diabolik, Paperino e Paperon de’ Paperoni lo affascinavano al pari dei personaggi dei capolavori della letteratura mondiale!
Pubblicato nel 1969 tra disorientamento, scandalo e imbarazzo (il più imbarazzato di tutti, al momento di recensirlo, sembrava essere Indro Montanelli), “Poema a fumetti” fu comunque un successo, dal momento che le prime edizioni andarono letteralmente a ruba. L’opera occupa un posto particolare nella produzione buzzatiana risultando, oltretutto, di difficile identificazione: raccolta di disegni o romanzo/racconto illustrato? Fumetto o libro d’arte? Niente di tutto questo. Semmai, come viene ben argomentato nella già citata introduzione, “Poema a fumetti”, con notevole anticipo sui tempi, è un libro che apre la strada alla Graphic Novel dai temi impegnati che tanta fortuna ha avuto da un certo momento in poi. A Buzzati va il merito di aver conferito dignità a un genere – quello delle nuvole parlanti, appunto – fino ad allora ritenuto privo di valore letterario; non per niente, da Casa Bonelli, tempio del fumetto popolare nostrano, gli giunse un sentito e riconoscente plauso.
È il mito classico di Orfeo e della sua discesa agli Inferi quello raccontato nelle oltre duecento tavole a colori che compongono l’opera, riproposto però in chiave moderna e originale. Orfi è infatti il nome del protagonista, Eura quello della ragazza amata da riportare nel mondo dei vivi; l’inferno è la stessa città di Milano perché, come qualcuno laggiù fa notare, si finisce per appartenere al proprio luogo anche da morti.

“Sai dove ti trovi? […] Perché non ti affacci alla finestra?”
“Ma siamo sempre a Milano. Non vedo nessuna differenza.”
“Per te, Orfi, è Milano, Milano essendo la tua vita, per un altro è Zagabria, Karlsruhe, Paranà.”

Insomma, un aldilà metropolitano e spersonalizzante, dove la vita continua libera (finalmente?) dal giogo dei sentimenti, dal tempo, dal dolore, dalla speranza (“il più malvagio dei supplizi”) e, soprattutto, dalla morte stessa; quest’ultima, ormai niente più che pensiero eterno e caro, diviene addirittura oggetto di rimpianto poiché, incredibilmente, si scopre che è ciò che dà senso all’esistenza (ecco perché, all’inizio, l’autore aveva scelto il titolo “La cara morte”). E in un siffatto mondo delle anime, al posto di cerberi e caronti, troviamo diavoli custodi inconsistenti che indossano giacche e avvenenti ragazze tutt’altro che spirituali. Ecco un altro punto: la carnalità e l’erotismo sono espliciti e prorompenti tra queste pagine, troppo per l’epoca in cui il libro fu dato alle stampe. Fumetti bondage, illustrazioni e foto osé sono state fonte di ispirazione e rielaborazione, ma le citazioni e i richiami artistici in generale sono innumerevoli e vanno da Caspar David Friedrich alla Pop Art, giusto per dare un’idea della ricchezza, e complessità, di un’opera come questa.
La rivisitazione del mito, lo stile poetico della scrittura che via via si fonde e diventa una cosa sola con le immagini e lo struggente rimpianto che tutto questo pervade rendono “Poema a fumetti” un capolavoro da leggere e rileggere. Un inno, più che alla morte, alla vita stessa.

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