La sposa yemenita
Saggistica
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Oltre le frontiere del pregiudizio
Scritto da Laura Silvia Battaglia e disegnato da Paola Cannatella, “La sposa yemenita” è un libro a fumetti decisamente insolito e originale, considerato l'argomento trattato: lo Yemen. Da sempre terra molto povera ma ricca di fascino e profonde contraddizioni, essa continua a essere vittima di una guerra dimenticata che sembra svolgersi nel più totale disinteresse da parte dei media e dell'Occidente in generale.
Laura Silvia Battaglia è una reporter che conosce bene il Paese in questione; il suo racconto, dunque, prende le mosse da un vivere quotidiano sul posto che, come spesso accade, porta a una conoscenza senza filtri di persone e realtà socio-economiche che altrimenti difficilmente si potrebbe avere. E vedere qualcosa con i propri occhi – è risaputo – aiuta a comprendere meglio, a mutar prospettiva e a spazzar via quei pregiudizi sulla cui base, purtroppo, si finisce per ragionare.
Sono tanti gli episodi che l'autrice documenta attraverso le incisive tavole della Cannatella: da una sorprendente festa di nozze (della durata di ben tre giorni, durante i quali donne e uomini festeggiano rigorosamente separati) alle pacate e preziose conversazioni su questioni teologiche con lo sheikh di una importante moschea locale, dalla vexata quaestio del ruolo della donna nella società islamica al problema dei bambini yemeniti trafficati e trafficanti al confine con l'Arabia Saudita, dal dramma dei bombardamenti dei droni, che oltre ai bersagli ricercati dalla Cia colpiscono di frequente anche gli innocenti, a quello degli attentati terroristici che mietono numerose vittime persino negli stessi paesi musulmani; non a caso, colpisce in modo particolare lo scenario di morte ritratto nelle pagine dedicate proprio agli attacchi suicidi, dove, tra sangue nero impresso sull'asfalto e odore di carne bruciata, decine di scarpe spaiate testimoniano la voragine della follia umana inducendo a riflettere che “la vita è un cammino in cui, a un certo punto, qualcuno può vietarti di calzare le scarpe”.
Sullo sfondo, affascinante e misteriosa, la capitale Sana'a, quella “Venezia selvaggia sulla polvere” che tanto sedusse il nostro Pier Paolo Pasolini, con la magia senza tempo della sua architettura straordinaria, delle vie della sua città vecchia annoverata tra i monumenti patrimonio mondiale dell'Unesco, delle voci dei muezzìn intrecciate nell'adhan, il richiamo alla preghiera che, dall'alto dei minareti delle moschee, si ripete cinque volte al giorno. Non sono mai stata nello Yemen, ma mi sono comunque ritrovata nelle percezioni e descrizioni della Battaglia ripensando ai miei giorni trascorsi qua e là nel Vicino Oriente poiché certe atmosfere, come quelle create da quella sorta di canto che si spande dalle moschee, sono destinate, come un'esperienza mistica, a restare impresse nel cuore.
Davvero un bellissimo libro, un reportage a fumetti denso di umanità ed emozioni. Un invito a superare, e possibilmente ad abbattere, le tristi barriere imposte da stereotipi, pregiudizi e paure che complicano inutilmente l'esistenza compromettendo, ahinoi!, la pace e la reciproca conoscenza tra i popoli.