La ricerca dell'uccello del tempo
Saggistica
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L’armata “Bragonleone” alla ricerca della Fenice
Akbar è un mondo crudo e violento, popolato da animali che sembrano usciti da un incubo ed esseri senzienti non meno inquietanti e mostruosi. In questo universo fantastico e spaventoso la giovane Velissa, una ragazza procace e conturbante, ha ricevuto un incarico dalla madre, la maga principessa Mara: raggiungere l’eroico cavaliere Bragon, ormai anziano e prigioniero dei suoi ricordi, per iniziare una difficile impresa di ricerca.
Millenni prima, gli dei che regnavano in pace su Akbar furono costretti a rinchiudere in una conchiglia uno di loro, il perfido Ramor, per impedirgli di prendere il controllo del mondo e imporgli le sue crudeli leggi di distruzione e morte. Però il tempo è trascorso; gli dei, ormai vecchi e stanchi, si sono ritirati in un mondo segreto dimenticandosi di Ramor. Ora il suo periodo di carcerazione sta per concludersi: mancano solo nove giorni alla notte del cambio di stagione, nella quale il dio malvagio si libererà dell’incantesimo! Per evitare che Akbar precipiti nel caos bisogna rinchiuderlo nuovamente. Mara ha trovato il libro magico degli dei che spiega come fare, ma per eseguire l’incantesimo bisogna per prima cosa recuperare la conchiglia custodita dai cultori della divinità, e, poi, trovare la Fenice, l’uccello del tempo, per bloccarne il suo fluire: il rituale è lungo e difficile, e non ci sarebbe modo di completarlo prima che Ramor fugga dalla sua prigione.
Trovare tutti i componenti per l’incantesimo sarà il compito di Bragon e Velissa che dovranno percorrere tutte e sette le Marche in cui è divisa Akbar per completare in soli nove giorni la difficile ricerca. Saranno accompagnati, di volta in volta, da personaggi ancor più strani, e si dovranno confrontare con minacce multiformi e con gli stessi principi stregoni che reggono le sorti delle Marche e che, normalmente in guerra uno contro l’altro, ora sembrano coalizzati solo contro questa piccola, sparuta compagnia di eroi.
Questa graphic novel, è stata una delle prime ad affrontare una saga fantasy attraverso la ricchezza delle sue immagini. Uscì per la prima volta nel 1975 in una versione in bianco e nero, molto diversa dall’attuale, per contenuti e stile grafico. Ora viene riproposta a colori, in modo unitario, con tutti i quattro capitoli riuniti in un unico volume, e con la storia ampiamente rimaneggiata.
L’universo immaginato è nel contempo fantastico e minaccioso, affascinante e terribile. I paesaggi, ben rappresentati dalle matite e dai colori di Régis Loisel, sono lugubri e sinistri come l’ambientazione richiede, ma lasciano ammirati per l’accuratezza e ricchezza dei particolari. Molto interessanti anche i personaggi, di questa “Armata Brancaleone” dei mostri, a cominciare dal burbero e irascibile Bragon e dalla sensuale Velissa, sempre semi-discinta e ammiccante, per giungere al misterioso Messer Sconosciuto, al quale sono riservati i siparietti comici che intervallano l’azione, o all’inquietante spiritello di Fol di Dol con i suoi letali indovinelli.
La storia è originale e ricca di azione e mistero. Si tratta di una tipica “quest” fantastica, ma la sua evoluzione, tutt’altro che scontata, sorprende e diverte. Come dice in una sua battuta Messer Sconosciuto, “Il solito tran tran! Lotte, inseguimenti, stanchezza, fame, piedi gelati, litigi e riconciliazioni… senza dimenticare, naturalmente, una punta… ehm… o due… di erotismo! Insomma… piccole storie… e grandi miserie”.
Forse l’unica pecca sta proprio nella sceneggiatura, frammentata e discontinua. I dialoghi non sempre esaltanti e ben studiati. Soprattutto nei primi capitoli, poi, il racconto appare un po’ sgranato e, se non venissero in aiuto le immagini, si farebbe fatica a seguire la narrazione che salta spesso “di palo in frasca” senza spiegare situazioni e/o comportamenti e reazioni che, invece, richiederebbero una più approfondita descrizione, soprattutto perché spesso sono proprio gli aspetti più affascinanti di questo mondo fantastico.
In generale si tratta di una graphic novel piacevole e divertente che, forse, sarebbe stata ancor migliore se fosse stata arricchita di ulteriori tavole e un ancor più strutturato studio della trama.
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Per la pagina del pignolo non posso esimermi dal notare come spesso i fumetti siano funestati da numerosi refusi, che, a volte, quasi portano a fraintendere le frasi. Ora, se ipotizziamo che nei baloon le parole siano scritte a mano, non riesce comprensibile capire come sia possibile scambiare, ad esempio, un maschile con un femminile o la reggenza di un verbo in modo così grossolano. Peccato!