La paura e la speranza
Saggistica
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Pessimo libro
Ho appena finito di leggere il libro "La paura e la speranza" di Giulio Tremonti. Un libro che consiglio a tutti di leggere, no, non di comprare, prendetelo in biblioteca, non vale un decimo del prezzo di copertina.
Il libro va comunque letto per capire quanto e' inadeguato il pensiero economico del nostro Ministro dell'Economia per affrontare la crisi in corso e le sfide che abbiamo davanti.
E' un libro che non vale niente, non per il pensiero che porta avanti che puo' essere condivisibile o meno, ma per come il libro e' scritto e costruito. Innazitutto e' un libro che dovrebbe parlare di economia, ma non riporta nessun dato, quindi le affermazioni risultano solo opinioni dell'autore. Poi e' un libro senza citazioni o riferimenti, se si escludono quelle ad articoli firmati dallo stesso Tremonti. Infine e' un libro senza bibliografia e senza indice analitico, un libro che sembra piu' la trascrizione di una chiaccherata da bar che un testo a cui si possa fare riferimento.
Per quanto riguarda i contenuti, Tremonti si scaglia contro il mercatismo, termine questo che non compare in nessun'altra trattazione economica e che probabilmente e' un neologismo coniato dall'autore per avere qualcosa contro cui scagiarsi.
Si parla poi della crisi del modello europeo, non specificando quale altro modello e' invece migliore, e soprattutto attribuendo all'Europa tutti i mali che sono dell'Italia. Probabilmente Tremonti confonde l'Italia con l'Europa, mettendo insieme Italia, Francia, Germania, Gran Bretagna e Scandinavia, tutti paesi che hanno modelli istituzionali, economici e sociali totalmente diversi. Ad esempio quando parla di crisi demografica parla di Europa, dimenticando che l'Italia ha poco piu' di un figli per donna e la francia piu' di due e che questo risultato la Francia lo ha ottenuto con precise politiche familiari.
Poi, quando passa dalla paura alla speranza, si dedica ad una lunga critica della sinistra facendo un pappocchio storico e ideologico che poco ha a che fare con la realta'. Esalta poi la destra come portatrice di valori che non gli appartengono e che non sono stati assolutamente perseguiti dai governi di cui lui e' stato tra i ministri piu' importanti.
Indicazioni utili
Sperare per cambiare
"Abbiamo i cellulari ma non abbiamo più i bambini".
Ho appena ultimato la lettura del libro di Tremonti e credo che sia un testo che merita di essere più che letto, studiato ed approfondito. I temi svolti sono molto attuali, i problemi affrontati ancora da risolvere e andranno a fare parte della politica che qualsiasi governo dovrà affrontare entro e non oltre il 2030.
Il libro è chiaramente un pamphlet politico nella migliore tradizione della saggistica anglosassone. Ho la vaga impressione che sia stato scritto molto velocemente tenendo bene in vista la scadenza elettorale. In effetti, lo stile è molto scorrevole, quasi giornalistico, ma questo non è un difetto in quanto lo rende fruibile anche da chi fa fatica ad addentrarsi nei discorsi tecnici sia della politica che dell'economia. Il che non è un male tenendo presente che anche il grosso pubblico deve abituarsi a partecipare alle grandi discussioni che coinvolgono una comunità nazionale, anche oltre i propri confini.
Sarebbe stato opportuno che l'autore avesse stilato alla fine del libro una bibliografia essenziale di riferimento, che facesse da guida per ulteriori approfondimenti. Visto il successo delle vendite, nulla vieta che in una nuova riedizione possa essere aggiunta anche in previsione di nuovi incarichi che l'autore andrà ad assumere nel prossimo futuro immediato dopo le elezioni.
In definitiva dirò che il libro è chiaramente un libro di "destra" nel senso antico, tradizionale e moderno del termine. Basta qui ricordare le sette parole-obiettivi sulle quali Tremonti basa la sua ricetta per superare la paura e alimentare la speranza per il futuro: valori, identità, famiglia, autorità, ordine, responsabilità, federalismo.
Idee chiare e forti sulle quali tutti i partiti avranno idee ed opinioni diverse. Tutti farebbero bene comunque a rifletterci su. Voglio dire su quello che Tremonti dice, per convincersi che sono idee nuove perchè in fondo sono antiche, e come si sa non c'è mai nulla di nuovo sotto il sole.
Il guaio è che gli uomini devono prima sbagliare per comprendere che le idee di prima erano quelle giuste. Non so se mi sono spiegato. Resta questo, comunque, un libro da leggere, anzi, da studiare. L'ho già detto. Studiare sia da destra che da sinistra.