Un tram che si chiama desiderio
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Perdete ogni speranza...
Un tram che si chiama desiderio è un dramma teatrale ambientato nella New Orleans degli anni 40 e narra la storia di Blanche che un bel giorno si presenta a casa della sorella Stella sposata con un uomo rozzo e volgare, Stanley. Blanche ha un passato doloroso fatto di scandali, è alcolizzata ma è anche colta, dai modi raffinati e manipolatrice.
E' il dramma più celebre dell'autore ma è anche molto triste e crudo. Non ci sono personaggi positivi,
anche se appaiono vivi, intensi e immediati.
L'opera affronta tematiche forti come il disagio mentale, l'alcolismo e l'omossessualità.
Ne è stato tratto anche un film con Marlon Brando e Vivien Leigh.
Indicazioni utili
Stanley Kowalski e Marlon Brando
Meglio leggere l’opera imprimendo negli occhi le immagini del film (1951) di Elia Kazan, interpretato da Marlon Brando, o vedere il film stimolati dall’opera (di Tennessee Williams) che per prima vinse uno dei due Premi Pulitzer (nel 1948 con “Un tram che si chiama Desiderio”; nel 1955 con “La gatta sul tetto che scotta”) riconosciuti al grande drammaturgo americano?
Comunque si risponda alla domanda, vero è che la vicenda di Blanche Du Bois, trentenne schiava dell'alcool e del sesso che dissimula la sua profonda inquietudine sotto un'elegante, petulante e sofisticata apparenza, è una pietra miliare nella storia del teatro.
Da una cittadina del Mississippi Blanche rende visita alla sorella, Stella Kowalski, che vive con il marito a New Orleans in uno squallido appartamento. L’itinerario per raggiungere il luogo è una veemente metafora:
“M’hanno detto di prendere un tram che si chiama Desiderio, poi un altro che si chiama Cimitero, e alla terza fermata scendere ai Campi Elisi!”
Giunta dalla sorella, Blanche comunica che Belle Reve, la piantagione di famiglia, è stata "persa":
“Belle Réve? Perduta? No!”
E dichiara di essersi presa una pausa dall’insegnamento: poi si scoprirà che, in realtà, è stata sospesa dall’incarico a causa di una sua relazione con uno studente minorenne. Nel passato di Blanche c’è anche un breve matrimonio segnato dal suicidio dell’ambiguo e bellissimo marito, Allan. Questi trascorsi hanno inciso sulla personalità dell’ex insegnante: “Sei un po’ giù di nervi, esaurita, mi pare.”
Stanley Kowalski, il marito polacco di Stella, è un uomo rozzo e sensuale (“Stanley spalanca la porta della cucina e entra. E’ di media statura, robusto e taurino. E’ implicito nei suoi atteggiamenti e nelle sue attitudini il piacere animale di vivere. Le donne hanno costituito dalla sua prima virilità, il valore della sua vita”), che domina Stella fisicamente ed emotivamente. Stella è attratta dalla natura primordiale del marito, ma l'arrivo di Blanche sconvolge gli equilibri. Tra Blanche e Stanley scoppiano i fuochi d’artificio…
Nell’appartamento di Stanley si tengono partite di poker: “Stanley, Steve, Mitch e Pablo giocano al poker. Portano camicie a forti tinte … e sono uomini nel colmo della loro virilità, brutali e schietti e robusti come i sette colori.”
"Mitch" Mitchell si innamora di Blanche e lei intravede una possibilità di ricostruire la propria vita…
Stanley distruggerà tutto, anche in senso fisico, ristabilendo il suo predominio minato dalla cognata, che precipita nel baratro della follia…
La bellezza del dramma risiede nella violenza immaginifica ed esplosiva che contrappone personalità diverse e antitetiche in un chiassoso ambiente piccolo e chiuso. Sullo sfondo le musiche di una New Orleans onirica, elettrizzata da una realtà multirazziale ove risuona la ricorrenza di una polka varsouviana. Una tragedia contemporanea che non può mancare a chi ama la potenza dell’espressione.
Bruno Elpis