Saggistica Arte e Spettacolo Sei passeggiate nei boschi narrativi
 

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Sei passeggiate nei boschi narrativi

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I sei interventi tenuti da Eco nel 1992-93 in occasione delle Norton Lectures – che si svolgono ogni anno alla Harvard University – hanno una leggerezza affabulatoria insolita alla teoria. Questo dipende senza dubbio dal fatto che Eco sapeva di rivolgersi a un pubblico vasto e vario, ma in questa particolare scelta espressiva possiamo forse cogliere anche la sua volontà di affrontare la riflessione sulla narratività partendo proprio dall’esperienza del lettore. Svariando da Omero a Spillane, da Cappuccetto Rosso a Nerval, Eco indaga aspettative e modalità con cui leggiamo i romanzi, procedendo in modo errabondo, come una serie di passeggiate appunto. Ma passeggiare per i boschi romanzeschi espone a sconcertanti scoperte. Soprattutto ciò che Eco ci mostra è quanto il romanzo – non a caso definito “il fratello carnale della Storia” – si intrecci con la vita e la vita con il romanzo.



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Sei passeggiate nei boschi narrativi 2016-05-16 16:34:33 Belmi
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Belmi Opinione inserita da Belmi    16 Mag, 2016
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A lezione con Eco

“Sei passeggiate nei boschi narrativi” è il resoconto dei sei interventi tenuti da Eco, nel 1992-1993, in occasione delle Norton Lectures, all’Harvard University.

Questo libro quindi va letto con la cognizione di seguire una vera lezione di Eco e avere ancora la possibilità di “ascoltare” il grande scrittore. Sentirsi allievi di Eco può essere una bellissima esperienza, il tutto è aiutato oltre che dalla suddivisione in lezioni, anche dal supporto di alcuni grafici e immagini che rendono così bene il mondo universitario.

Per le sei lezioni, Eco aveva scelto un tema molto particolare, legato al lettore e all’esperienza della lettura. Si avvale del “bosco” e lo definisce come:

“Un bosco è, per usare una metafora di Borges, un giardino dai sentieri che si biforcano. Anche quando in un bosco non ci sono sentieri tracciati, ciascuno può tracciare il proprio percorso decidendo di procedere a destra o a sinistra di un certo albero e così via, facendo una scelta a ogni albero che incontra. In un testo narrativo il lettore è costretto a ogni momento a compiere una scelta”.

Eco presenta il lettore e lo suddivide in più categorie fra cui il “lettore modello” e il “lettore empirico”. Racconta e si racconta, analizzando molti testi, in particolare quello di “Sylvie. Souvenirs du Valois” di Nerval di cui consiglio la lettura prima di questo saggio.

Dalle sue parole si evince di come l’autore abbia sempre rispettato il suo lettore e di come lo vedesse una parte integrante dell’opera “Del resto, come ho già scritto, ogni testo è una macchina pigra che chiede al lettore di fare parte del proprio lavoro”. Un altro tema molto importante e trattato nelle sue lezioni è il rapporto tra finzione e realtà, comprensibile con diversi esempi davvero curiosi.

Per terminare e far capire che grande uomo era (e che vanto per noi italiani) vi lascio con questa frase:

“Quando mi chiedono quale libro porterei con me sull’isola deserta, rispondo: “L’elenco telefonico; con tutti quei personaggi potrei inventare storie infinite””.

Buona lettura!

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Sei passeggiate nei boschi narrativi 2015-12-07 09:06:44 Davi1990
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Davi1990 Opinione inserita da Davi1990    07 Dicembre, 2015
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Il Bosco

Tra il 1992 e il 1993, Umberto Eco ha tenuto all'Università di Havard, Cambridge, le famose “Charles Eliot Norton Poetry Lectures”: un ciclo di sei conferenze che, fin dal 1926, si svolgono nel corso di un anno accademico dove viene esaminata la comunicazione poetica.
Il primo scrittore italiano ad essere invitato a queste “Norton Lectures”, nonché amico di Umberto Eco, fu il compianto Italo Calvino. Sfortunatamente, egli a quelle conferenze non parteciperà a causa della prematura scomparsa avvenuta nel 1985.

Mentre Italo Calvino, come tema principale da trattare, scelse alcuni valori letterari da conservare per l'allora prossimo millennio, Umberto Eco (grande filologo di fama internazionale) ha dedicato il ciclo di conferenze a lui consegnato “alla situazione del lettore nei testi narrati”. Questo libro raccoglie, dunque, le sei conferenze che Umberto Eco ha tenuto agli inizi degli anni “90, un dattiloscritto di quell'irresistibile evento.

Umberto Eco ci presenta il “bosco” come metafora di un testo narrativo - un accostamento ben riuscito, secondo me, anche brillante se vogliamo. Infatti, quando leggiamo un testo, ognuno di noi vi "entra" come farebbe con un bosco qualsiasi, ossia con quella comprensibile volontà di esplorarlo e, al contempo, per ammirarne giustamente le bellezze naturali che esso ha da offrirci, soffermandoci su ogni minimo dettaglio offertoci dalla natura -se lo vogliamo- o cercando il sentiero più rapido per uscirne il prima possibile - a meno che non desideriamo smarrirci tra i suoi alti fusti e le verdi chiome degli alberi e non uscirne mai più, rapiti dalla sua bellezza.

Umberto Eco ha generato una “via”, o un sentiero, costellata da numerosi esempi di grandi opere letterarie per far meglio comprendere a noi lettori le sue argomentazioni e il Ruolo del lettore: un ruolo che si rivela essere assai attivo oltre che di fondamentale importanza per la comunicazione letteraria. Grazie a questi esempi e alle varie opere utilizzate per tale scopo, indirettamente e forse anche volutamente, egli ci offre degli utili input a cui siamo liberi di rispondere o meno attraverso la lettura delle stesse.
In questo saggio, non solo percepiamo una parte della vasta e invidiabile conoscenza di Umberto Eco, uomo molto erudito e che possiede una cultura praticamente enciclopedica, ma comprendiamo la grandezza dei testi narrativi, i quali si presentano come mondi immensi, suggestivi e da esplorare fino in profondità.
A mio parere, Eco ci mostra le possibilità (infinite?) e le situazioni varie che il lettore si trova ad affrontare comunemente durante la lettura e il ruolo a cui è chiamato dall'autore per completare il mondo da egli creato. Inoltre, per parafrasare la Bompiani, “Eco ci mostra quanto il romanzo – non a caso definito “il fratello carnale della Storia” – si intrecci con la vita e la vita con il romanzo”.

E' un saggio consigliato a chi ha voglia e il desiderio di comprendere meglio i meccanismi narrativi e il ruolo del lettore, ma sopratutto a chi vuol capire la grande importanza che i testi narrativi ricoprono nella nostra esistenza e il rapporto sorprendente tra finzione e realtà; sul perché la finzione narrativa esercita un simile fascino su di noi e di come la memoria personale si incontra con quella collettiva, completandosi a vicenda.

Personalmente, sono attratto da questo genere di testi, dai saggi letterari e dal mondo della narratologia, quindi ho deciso di leggere questo libro (il primo) per saziare tale bisogno “intellettuale”.
Benché abbia ritrovato delle cose che avevo già letto su un libro di testo scolastico tempo addietro, ho trovato anche elementi nuovi e altri ancora presentati in altro modo, insieme ad una visione molto interessante e quasi filosofica dei testi narrativi.

Il libro l'ho trovato interessante e l'ho letto con piacere. Forse può risultare leggermente pesante e in alcuni punti un po' intricato, ma se attratti dall'argomento e mossi dalla fame di conoscenza, sono certo che lo si troverà stimolante, gustoso, utile e illuminante.

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