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Passione, storie, vite per i libri
Una vera chicca per chi è curioso, per chi è affascinato dal mondo dei libri, indistintamente dai generi. Ecco un viaggio nelle “case” italiane del libro, il luogo dove i libri vengono concepiti, tradotti, a cui vengono affidati per essere resi noti al pubblico. Quel luogo che per i lettori è quasi il sancta sanctorum, la cattedrale che stimola l’immaginazione e suscita quasi religioso rispetto.
La casa editrice.
Perché, in alcuni casi, e scusate il gioco di parole, di “case” si tratta. Lo sapevate, ad esempio, che l’e/o all’inizio aveva sede nella camera da letto dei coniugi fondatori, Sandro Ferri e Sandra Ozzola?
“La casa editrice nasce come una sfida nel 1979: lui libraio della Vecchia Talpa, ritrovo alternativo di una certa sinistra romana; lei insegnante laureata in lingue e letterature slave. Non hanno nessun tipo di esperienza editoriale, non hanno fatto ricerche di mercato né calcoli economici. “Puro azzardo”, sintetizza lei (…) . C’era una grande sala: da una parte il letto, dall’altra il tavolo dove si facevano le riunioni, si scriveva, si telefonava, si mandavano i libri”.
Questa come tante case editrici piccole dopo il successo di alcuni loro titoli hanno dovuto necessariamente ridimensionarsi, spostarsi in palazzi con più sale, assumere personale e...anche dei veri commercialisti! Non sto qui a nominare gli autori che hanno fatto il successo della casa editrice che ho nominato a titolo di esempio, ma ci sono tanti nomi!
Il libro è un vero e proprio viaggio per l’Italia, in cui vengono indicati anche la via e il numero civico di palazzi talvolta prestigiosi, che la giornalista Cristina Taglietti compie per intervistare i fondatori o gli eredi di 14 case editrici italiane, alcune veramente piccole, allo scopo di mostrare al lettore, fargli anche toccare con mano il lavoro di chi progetta i libri, disegna le copertine (interessante la storia che sta dietro alle copertine Sellerio) e li promuove.
Dalla lettura di questo lavoro se ne esce arricchiti, perché troppo spesso leggiamo senza conoscere la passione, il lavoro che sta dietro ad un libro e talune case editrici hanno delle storie appassionanti degne di essere conosciute. Come diceva Italo Calvino “l’editoria libraria è ancora una cosa importante nell’Italia in cui viviamo” : era il 1979 (intervista su “Mondo operaio”), oggi, nonostante la profonda crisi economica da emergenza sanitaria, è vero più che mai. Moltissime case editrici, grandi e piccole, tra mille difficoltà hanno continuato a stare vicino a noi lettori, alcune fornendo gratis libri digitali, alcune, come l’Adelphi, continuando a pubblicare in digitale (collana “Microgrammi”) “gli assaggi”, piccole parti dei futuri nuovi libri cartacei che sarebbero stati pubblicati in un tempo non meglio indicato.
Ma l’Adelphi è una grande casa editrice -tornata di nuovo nelle mani di Calasso – che ha i mezzi per reinventarsi, alcune erano state acquisite già prima dell’emergenza covid da case più grandi (esempio Marsilio e Bompiani). Ci sono però realtà piccolissime, attente alla qualità come Nutrimenti, 66than2nd, La Nuova Frontiera etc.) che rischiano di fallire. Sarebbe una perdita terribile, la perdita di una “famiglia” che unisce “passione, fiuto e buone idee” nella crescita culturale del nostro Paese.