Piuttosto che Piuttosto che

Piuttosto che

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La presentazione e le recensioni di "Piuttosto che. Le cose da non dire, gli errori da non fare", opera di Valeria Della Valle e Giuseppe Patota edita da Sperling & Kupfer. Piuttosto che è uno di quei virus linguistici che periodicamente infettano la comunicazione; un'espressione che merita, proprio come «un attimino» o «quant'altro», un posto di primo piano fra i cosiddetti tormentoni. Ma forse non tutti sanno che chi adopera questa fastidiosa locuzione compie spesso un vero e proprio errore, usando piuttosto che al posto della congiunzione o, mentre il suo significato proprio è «più che», «invece di», «anziché». Un tipico errore «di moda», che si è affermato grazie ai media. In questo libro, gli autori hanno elencato in ordine alfabetico oltre 300 errori molto comuni, veniali o più gravi. Li hanno trovati disseminati nei giornali, nelle chat e nei blog e, in gran numero, nelle conversazioni televisive e nelle dichiarazioni di personaggi pubblici, a conferma di quanto sia facile cadere in certi trabocchetti anche in situazioni nelle quali il linguaggio dovrebbe essere più attento e sorvegliato. Attraverso i «cattivi esempi» i due linguisti hanno messo a punto uno strumento utile e divertente da usare come test di autovalutazione o per un veloce «ripasso» delle forme da evitare in vista di un esame o di un concorso. Se è vero, infatti, che l'evoluzione della lingua ha semplificato le regole della comunicazione e cambiato il modo di giudicare gli errori, è pur sempre vero che, se si vuole parlare e scrivere correttamente, bisogna interrogare la grammatica e seguire i colorati insegnamenti della matita rossa e blu.



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Piuttosto che 2014-02-19 14:05:42 SARY
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SARY Opinione inserita da SARY    19 Febbraio, 2014
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Errori frequenti

Questo libricino lo si può considerare come un breve manuale di facile consultazione per evitare figuracce in pubblico, un semplice esercizio per mettersi alla prova e un efficace aiuto per aumentare le proprie conoscenze. Insomma, un oggetto multifunzionale, tascabile ed economico.
Chi lo ha realizzato, lo ha fatto con cognizione di causa. Gli autori sono forniti di giusti titoli, infatti, lei è una professoressa di Linguistica Italiana, lui professore di Storia della lingua italiana. Chi meglio di loro può sentirsi libero ed autorizzato a bacchettare le celebrità e gli intoccabili? Riconosco il loro “diritto” a pubblicare gli orrori grammaticali più frequenti operati da personaggi in vista, con correttezza e trasparenza.
Gli errori sono suddivisi in ordine alfabetico dalla a alla z, con tanto di spiegazione ed esempi pratici; possono riguardare la pronuncia o la scrittura di una determinata parola. In ogni pagina vi sono inseriti uno o più estratti di giornali ed interviste fatte da e a figure di rilievo contenenti errori.
Gli autori sono riusciti a collezionare un buon numero di gaffe risalenti ad anni recenti ed il fatto che appartengano a persone note e piene di sé, provocano anche un certo gusto a leggerle. Gli errori sono tra i più comuni e dimostrano che può capitare di avere momenti passeggeri di smarrimento grammaticale, tra comuni mortali e non.
Il tutto è scritto con la massima precisione e chiarezza, ho avvertito qua e là una nota canzonatoria che allieta e strappa dei sorrisi, non ci sono critiche offensive o aperte derisioni che possano urtare i citati o i loro simpatizzanti.
L’unico appunto negativo che mi sento di fare è di natura tecnica. Avrei preferito che fossero inserite prima le parole corrette e poi quelle errate, ma è proprio un mio personalissimo fastidio e non so neanche perché me lo sono portato appresso dall’inizio alla fine del libro.
Concludendo, una lettura utile e veloce.

(Non fate come Flavio Briatore, Twitter, ottobre 2012: “Ragazzi, non rompete con la a, la h il punto e la virgola. e 25 anni che non scrivo in italiano”)

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