Medea Medea

Medea

Saggistica

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Medea ordisce una vendetta tremenda contro il marito che l'ha abbandonata, uccidendo i propri figli e negandogli così l'autorità paterna istituzionalmente riconosciuta. Il genio di Euripide ci presenta un'eroina tragica totalmente nuova per la cultura greca del tempo, una donna appassionata e lucida, in cui l'impulso emotivo si unisce a un estremo controllo intellettuale.



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Medea 2018-05-13 10:40:19 Valerio91
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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    13 Mag, 2018
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Solo a me non affascina?

Subito dopo aver completato la rilettura dell'Amleto di Shakespeare (forse questo mi ha un po' condizionato), ho deciso di cimentarmi per la prima volta in un classico della tragedia greca, spinto anche da qualche consiglio.
Ho provato a leggere la "Medea" con quanta più attenzione mi fosse possibile e, pur riconoscendone il valore, non sono riuscito a farmela piacere né a coglierne la potenza stilistica oltre che di contenuti. È ovviamente un'opera che va considerata nel contesto in cui è stata scritta, ma nonostante questo la figura di Medea non mi è arrivata così col fascino che le è attribuito universalmente. Tralasciando tutte le ragioni che l'hanno spinta nell'esecuzione della sua vendetta, l'ho trovata incoerente con la figura "intelligente" decantata da tutti. È sicuramente una donna risoluta, che non viene meno ai suoi propositi per quanto spaventosi possano essere, ma non si può dire che attui una vendetta sensata.
Perché un uomo persegue una vendetta? In certi casi perché crede di trovarvi sollievo; nel caso di Medea perché vuole infliggere la sua stessa sofferenza all'uomo che ne è la causa. Tuttavia, nel perseguire questa sua vendetta, vi coinvolge persone del tutto innocenti, mostrando chiari segnali di pazzia; una pazzia nella quale NON "c'è del metodo". Dunque, per quanto forbiti possano essere i discorsi della protagonista, la sua intelligenza è completamente subissata da questa follia irrefrenabile.
C'è anche chi la vede come un precursore dell'emancipazione femminile... ma neanche in questo sono d'accordo. I torti subiti mettono in risalto assolutamente le ingiustizie subite dalle figure femminili, ma dall'altro la reazione della nostra protagonista (lungi da me chiamare eroina un personaggio del genere), la getta ancor di più nell'oblio. Come anche il coro mette in risalto, la sofferenza di Medea e la sua voglia di vendetta sono giustificate e in questo l'appoggerà pienamente, salvo poi dissociarsi da lei nel momento in cui si rende conto di quanto di quanto crudele e insensata nell'esecuzione sia la sua vendetta.
Rimanendo in discorsi più prosaici, inoltre, credo che la mitologia greca contenga anche storie più tragiche e affascinanti di questa.
So che in molti mi odieranno, ma la Medea non mi ha fatto perdere la testa.

P.S. Di seguito, la citazione emblema della psicologia della protagonista, che mi ha lasciato alquanto perplesso:

"Sappilo bene: è per me un vantaggio il dolore, purché tu non rida di me."

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Medea 2014-06-24 06:29:37 Ginseng666
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Ginseng666 Opinione inserita da Ginseng666    24 Giugno, 2014
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Va bene la vendetta, ma i figli lasciamoli stare..

Un'opera degna di attenzione e che induce profonde riflessioni; se si considera l'epoca in cui è collocata, Medea si può considerare una donna "moderna" perchè osa sfidare le convenzioni e agisce in modo assolutamente anticonvenzionale.
Medea è una moglie tradita che vuole vendicarsi dell'offesa recatale dal marito.
Medea è una maga potente, ma è anche una madre.
L'essere madre è sinonimo di sacrificio, di amore, di donazione profonda, ma lei antepone l'odio del marito all'amore che dovrebbe provare per i figli e li sacrifica sull'altare di una presunta vendetta, terribile, agghiacciante e inverosimile per una madre.
Sinceramente, mettendomi nei suoi panni, io non avrei potuto: perchè infierire sui suoi figli?
I figli sono una parte della madre e ucciderli è come uccidere una parte di se stesse...
Ma forse l'odio profondo di Medea....è superiore al suo amore di madre e guardando lei penso a tutte le madri che gettano i loro figli, piccoli e indifesi nei cassonetti, e a quel disgraziato padre che ha gettato il suo bambino di pochi mesi nel Tevere per vendicarsi della moglie che voleva lasciarlo..
Perchè? Perchè dico io? Atteggiamenti sconsiderati e folli, secondo me..
Va bene la vendetta, ma i figli lasciamoli stare.
Saluti.
Ginseng666

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Medea 2014-06-23 18:38:15 Bruno Elpis
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    23 Giugno, 2014
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ACRONIMO – Il pdv di Perse ed Eeta

“Primo figlio – Ahimé, che fare? Come sfuggire alle mani della madre?
Secondo figlio – Non so, o fratello carissimo; siamo perduti.”

Mamma,
E’ orrendo quello che oggi compi contro di noi.
Devi essere accecata da un amore folle che è pazzia:
E’ l’unica spiegazione per la nostra sorte.
Altrimenti… perché?

Bruno Elpis

“Giasone – O figli, che madre scellerata vi è toccata!
Medea – O bambini, sì, siete morti per la follia di vostro padre.”

“Giasone – Per questo li hai uccisi?
Medea – Per nuocere a te!”

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Consigliato a chi ha letto...
....Medea della Wolf. "La lunga notte di Medea" di Corrado Alvaro
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Medea 2014-06-20 15:12:25 FrankMoles
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FrankMoles Opinione inserita da FrankMoles    20 Giugno, 2014
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Eroina o anti-eroina?

La Medea è certamente una delle più celebri tragedie di Euripide, in cui, fedele al suo linguaggio riccamente patetico, tocca vertici stilistici, ritraendo con mirabile maestria personaggi diversi tra loro e già di per sé molteplici, per via degli scontri della loro personalità, garantendo ai posteri una vasta gamma di possibilità per interpretazioni e rivisitazioni che consacreranno la fama millenaria, su tutti, di Medea.

Medea, dopo aver aiutato Giasone e gli Argonauti a conquistare il vello d’oro, abbandonando suo padre e la sua terra, la Colchide, si è trasferita a Corinto con suo marito e i loro due figli. Tuttavia Giasone l’ha ora abbandonata per sposare la figlia del re Creonte. La protagonista prorompe in urla e maledizioni, lamentando la condizione di inferiorità e sottomissione cui le donne sono obbligate nei confronti degli uomini come mai aveva fatto nessun altro personaggio femminile. Temendo ritorsioni da parte sua, Creonte le comunica che deve lasciare Corinto immediatamente; tuttavia con abili suppliche, Medea ottiene un giorno in più, tempo sufficiente per mettere in atto la sua vendetta. I suoi propositi vengono ulteriormente alimentati dal primo dialogo con Giasone, il quale tenta di giustificare il suo nuovo matrimonio come un bene per i suoi figli e offre alla donna sostegno economico, trattando da sciocca Medea, rea di essersi fatta cacciare per la sua insulsa gelosia; questa, tuttavia, appare dialetticamente più abile e con fermezza rifiuta l’aiuto del marito. Si passa dunque all’attuazione del piano: dopo aver ottenuto dal re Egeo giuramento di protezione e ospitalità in cambio del suo servizio per le arti magiche, proprio di queste ultime si serve per avvelenare un peplo e un diadema d’oro che con l’inganno porgerà alla nuova moglie di Giasone; in seguito, ucciderà i due figli, per annientare interiormente suo marito. Pertanto, si finge pentita in un secondo dialogo con quest’ultimo, che ingenuamente le crede e accetta di farsi mediatore presso la nuova moglie, cui saranno recati i doni direttamente dai suoi figli. Alla notizia dell’avvenuta consegna dei doni, Medea è presa dal primo attimo di esitazione di fronte ai visi dei figli, ma ne esce invocando l’azione della sua mano. Giunge così il messaggero ad annunciare la straziante morte della ragazza e anche di Creonte, intervenuto per aiutarla; può quindi aver luogo, tra atroci urla e tra i commenti del disperato coro, l’uccisione dei bambini. Accorre Giasone in scena, che apprende ciò che la donna ha compiuto, inveendo contro Medea, la quale gli mostra i figli morti e ritorce su di lui la colpa. Medea appare sul carro alato del Sole (padre di suo padre), con cui si allontana da Atene, mentre Giasone continua a maledirla spezzato dal dolore.

Medea è uno dei personaggi più controversi e affascinanti della letteratura classica, più volte ripreso e riadattato da svariati autori, dal mondo antico fino all’età contemporanea. La Medea euripidea, quella originale, è inserita in un contesto sociale che non le permette di esser donna come vorrebbe e come ritiene che sarebbe giusto essere. Perché nell'antica Grecia le donne non hanno diritto alla vendetta, non hanno diritto al rispetto dei giuramenti da parte del loro marito, che al contrario è libero di vagar per altri letti se insoddisfatto o per qualsivoglia motivo desideroso. Medea è una donna ferita e interiormente martoriata da un dolore che non le ha tolto il coraggio di sfidare i suoi nemici, apparentemente più potenti di lei. Ed è così che decide di compiere la sua vendetta, crudele e a tratti folle, solo per recar dolore al marito Giasone traditore. E’ tuttavia un errore affermare, come potrebbe apparire a una superficiale interpretazione, che in lei la lotta tra ragione e passione volge a favore di quest’ultima. Donna disperata e annientata dai suoi sentimenti, Medea tuttavia punisce suo marito con lucida pianificazione e non perde mai la sconvolgente razionalità che contraddistingue il suo personaggio e che ne costituisce un secolare motivo di interesse e dibattito.
Totalmente offuscati da lei appaiono, invece, i personaggi maschili del dramma. Sia Creonte che Giasone soccombono di fronte all’abilità dialettica e all’agilità di pensiero di Medea, capace di soggiogare entrambi con disarmante facilità. Come di frequente nelle sue tragedie, Euripide marca a più riprese la superiorità della protagonista femminile rispetto a quelli maschili. In particolare, dai suoi discorsi traspare un ritratto di Giasone antieroico, con un vuoto parlare altisonante ma scarsamente efficace, se paragonato a Medea; inoltre egli evidenzia la sua meschinità facendo dell’amore un semplice mezzo per il potere.
A costoro, si aggiungono personaggi come la nuova sposa di Giasone (mai nominata e mai in scena) e i due figli (muti, tranne nelle grida al momento dell’uccisione) marginali, ma non insignificanti: la loro morte testimonia che a pagare il prezzo più alto sono di frequente i deboli e gli innocenti.

Oltre al contrasto tra ragione e sentimento che domina Medea e a quello tra dialettica e puro sfoggio di retorica tra Medea e Giasone (che si potrebbe leggere come una critica alla talvolta vuota sofistica, da cui pure il tragediografo è ampiamente influenzato), bisogna segnalare il contrasto tra i mondi culturali, esemplificati nel modelli familiari, proposti nella tragedia: Medea, che viene dalla Colchide, simboleggia la cultura orientale, rozza e barbara ben messa in risalto dalle inquietanti pratiche magiche; Giasone invece incarna l’ideale cultura dell’Atene del V secolo, nelle sue giustificazioni e nei suoi discorsi sulla famiglia, di stampo patriarcale e criticati come discriminatori dalla protagonista, il cittadino medio poteva agevolmente riconoscersi. La vittoria finale della barbara segna una sconvolgente critica alla società ateniese; è facilmente immaginabile dunque il motivo per cui Euripide era tanto inviso alla popolazione e questa tragedia non fu apprezzata al momento della sua messa in scena.

Eroina o anti-eroina? Nella sua tragicità Medea è un personaggio di difficile interpretazione e valutazione morale. Pur incarnando infatti la donna distrutta, non dà quasi mai segni di debolezza, anzi le sue passioni sono così forti da spingerla ad agire con una razionalità fredda, quasi agghiacciante, in grado di superare anche i fugaci momenti di esitazione. Forte è in lei lo scontro tra giustizia e ingiustizia, che si estende su un piano di etica sociale (rapporti uomo-donna, donna-potere) ma anche di etica privata (genitori-figli, marito-moglie) ma rimane un dubbio fondamentale: chi vince?

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Medea 2013-10-19 16:44:55 Carlo Bisecco
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Carlo Bisecco Opinione inserita da Carlo Bisecco    19 Ottobre, 2013
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Un'opera immensa

Come si può recensire un'opera come la Medea di Euripide?
Non si può.
La contrapposizione tra moglie vendicativa e madre premurosa è il tema principale nonchè la presentazione stessa della protagonista.
Il testo è fluido e coinvolgente.
Naturamente, essendo una tragedia greca, non può certo essere considerata una lettura semplice e leggera, in quanto bisogna essere in grado di interpretare la scena anche oltre il significato apparente delle parole.
E' una storia straziante, in qualche punto mi ha fatto provare anche un po' di ribrezzo, ma sicuramente una grandissima opera.

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Medea 2013-02-23 21:55:47 chicca
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chicca Opinione inserita da chicca    23 Febbraio, 2013
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ragione e passione

Come si può recensire un' opera di Euripide? infatti sono in difficoltà... posso solo dirvi che questa lettura l' ho trovata estremamente moderna, mi ha appassionato e provocato un turbinio di emozioni.
Medea è una figura enigmatica, saggia e razionale e al contempo maga passionale.
Razionale fino all' ultimo decide di compiere una vendetta atroce , l' assassinio dei figli e programma tutto nei minimi particolari.
A volte Medea dice di voler compiere quel gesto per evitare ai figli di crescere come figli di una donna ripudiata, in realtà vuole solo punire lo sposo infedele, nonostante sappia che ciò provocherà grande dolore anche a lei.
Come ho detto prima, una donna assolutamente moderna che dimostra un' autonomia intellettuale fino ad allora sconosciuta nel mondo greco.
Si tratta di una figura mitologica che ha ispirato poeti e drammaturghi nel corso dei secoli.

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