Marlene Kuntz Marlene Kuntz

Marlene Kuntz

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Era il 1994 quando vide la luce CATARTICA, tagliente album d’esordio di un allora sconosciuto gruppo cuneese. Mentre a Sanremo continuavano a trionfare interpreti nazionalpopolari, un nutrito gruppo di ragazzi si specchiò nella forza dirompente e dissacrante di un rock nuovo che guardava sì oltreoceano, ma parlava italiano. Chi sono, allora, questi Marlene Kuntz? E come sono cresciuti in questi sedici anni di lavori discografici e ventitré di vita musicale? Il filo conduttore di tutta la produzione di Cristiano Godano & Co. lo si può trovare all’interno dei codici propri di un’estetica “nera” e nella messa al bando di ogni comodo cliché più che nelle forme compositive e nei generi che il gruppo esplora, spaziando dal punk-rock al cantautorato semiacustico e alla sonorizzazione di immagini. L’analisi dei testi e degli ambiti di ricerca targati Marlene sono a tutt’oggi fortemente rappresentativi di una generazione disincantata e abituata a fissare negli occhi la realtà, generazione che li segue ancora fedelmente riempiendo i teatri più importanti di tutta la penisola anziché pogando sotto al palco come usava fare vent’anni fa. La storia dei Marlene si incrocia, poi, con lo sviluppo della discografia indipendente italiana, i cui germogli sono stati buttati nella prima metà degli anni ’80, ma solo nella metà del decennio successivo hanno dato i maggiori frutti con i progetti Vox Pop di Carlo Albertoli, Giacomo Spazio e Manuel Agnelli e Consorzio Produttori Indipendenti di Gianni Maroccolo e Giovanni Lindo Ferretti, che hanno ora respinto, ora aiutato i Nostri a mettere a fuoco i propri obiettivi.



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Marlene Kuntz 2012-10-14 18:17:26 enricocaramuscio
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enricocaramuscio Opinione inserita da enricocaramuscio    14 Ottobre, 2012
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Viaggio nell’universo “marlenico”

Quando Luca Bergia e Riccardo Tesio decisero di fondare quel gruppo che sarebbe poi divenuto famoso con il nome di Marlene Kuntz era il 1987 e il mondo della musica era completamente diverso rispetto a come lo conosciamo oggi. Ce lo dipinge bene Elisa Orlandotti che in questo libro non si limita a raccontare com'è nata, cresciuta e si è affermata la rock band capitanata da Cristiano Godano ma spiega come si sia modificato l'universo musicale dalla fine degli anni ottanta ad oggi, i benefici che ha tratto dallo sviluppo tecnologico, l'aumento dell'attenzione mediatica e i vantaggi che può avere oggi chi vuole emergere nel mondo musicale rispetto a chi come i Marlene ha dovuto fare una durissima gavetta per farsi conoscere. L'autrice ripercorre le varie tappe della carriera del gruppo, rivisitandone gli esordi, i successi, le difficoltà, le collaborazioni prestigiose e non e sottolineando gli inevitabili cambiamenti che col tempo hanno via via modificato il loro modo di fare musica senza per questo snaturare la loro indole anticonformista ne ridimensionare la qualità del loro lavoro. Ma la parte migliore del libro è senza dubbio quella in cui la scrittrice aiutata dallo stesso Godano esamina i testi delle canzoni. Qui viene fuori tutto il talento letterario del frontman. Estrapolati dal contesto musicale infatti i suoi versi appaiono molto più che dei semplici testi di canzoni assumendo l'aspetto di vere e proprie poesie, magari a volte un po’ crude e fin troppo dirette, ma con un fascino particolare che deriva dalla cura della metrica, degli accenti, della costruzione delle frasi, dall'uso di termini sofisticati, da continue citazioni letterarie che rimandano a scrittori del calibro di Nabokov, Kundera e Pavese o si ispirano alla mitologia greca con muse, fauni, novelli Ulisse e Penelope. Questo sistema permette anche di comprendere meglio il significato delle canzoni, spesso offuscato sia dall’ermetismo e dalla cripticità dei versi sia da un accompagnamento sonoro per ovvie ragioni potente e carico ma che spesso tende a oscurare le parole. Si possono quindi analizzare le pietre miliari Sonica e Nuotando nell’aria, le struggenti Laura e Ape regina, le erotiche Sapore di miele e Pornorima, le metaletterarie Le putte e In delirio, le introspettive Io e me e Il solitario, le pungenti A chi succhia e Mondo cattivo, le idiosincratiche Fuoco su di te e Retrattile e tanti altri successi più o meno noti della band. Interessante e ben strutturato questo libro rappresenta una piacevole conferma per chi è già avvezzo all’universo “marlenico”, ma può anche essere utile a chi ancora non conosce bene o affatto la band piemontese e vuole avvicinarsi ad uno stile musicalmente e concettualmente fuori dagli schemi, mai convenzionale ne banale, una vera rarità se non unicità in un panorama musicale ormai povero di nuovi spunti e idee originali e tristemente legato a reality e show business.

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