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La presentazione e le recensioni di Marilyn, opera di Alfonso Signorini edita da Mondadori. esto libro ha due protagonisti: Marilyn Monroe e l'amore. L'amore cercato, implorato, abusato, abortito, sorpreso, illuso, scoperto, perduto. L'amore che fa vivere e morire. L'amore negato dell'infanzia, la pazzia della madre, l'orfanotrofio, la violenza sessuale: "Gesù mio, perché nessuno mi ama? Ho sempre ubbidito a tutti. Mi sono sempre comportata da brava bambina, ma nessuno mi vuole bene. Perché? Perché?". Era amore, o lo diventò, quello per il campione di baseball Joe DiMaggio. Si fece fotografare accanto a lui, antesignana e maestra di tutte le odierne fidanzate dei calciatori. Ma poi non sopportò la sua gelosia, lui che la costrinse a indossare due paia di mutandine per girare la mitica scena della gonna alzata dal vento. Scelse l'amore il giorno in cui Aristotele Onassis le fece una proposta indecente: per rilanciare l'immagine del Principato di Monaco la voleva sposa del principe Ranieri. Lei preferì sposare Arthur Miller ("È la prima volta che un uomo mi penetra intellettualmente"), e proprio da questa sua rinuncia nacque la favola parallela di Grace Kelly. Ci furono anche amori di passaggio, Yves Montand, Tony Curtis, Marlon Brando: "Ma io sono impegnata, non lo sai?". "E allora? Anch'io stanotte ho scopato con un'altra." Fu l'amico Frank Sinatra infine (lei lo chiamava Maf, come mafioso) a fare da ruffiano con John Kennedy, ad aprirle le porte dell'ultimo sogno, il più ambizioso. Quel leggendario Happy Birthday Mister President che fece infuriare la signora Jackie Kennedy, fu forse il suo ultimo, sublime canto del cigno. Dopo restano soltanto telefonate imbarazzanti di una Marilyn distrutta al centralino della Casa Bianca e la voglia di smetterla di soffrire per amore: "Sì, ho amato per davvero. Ma non mi è mai bastato. O non sono bastata io agli altri, non so. Mi è scivolato via tutto, senza che me ne rendessi conto. Io non so più per cosa valga davvero la pena di vivere".

Alfonso Signorini si è laureato in Filologia Medioevale all'Università Cattolica di Milano. È direttore di «Chi» e di «Tv Sorrisi e Canzoni». Volto televisivo, firma il rotocalco Verissimo in onda su Canale 5. Con Mondadori ha pubblicato Il Signorini (2006), Troppo fiera, troppo fragile. Il romanzo della Callas (2007), Chanel. Una vita da favola (2009), Marilyn (2010), con Azzurra Della Penna, La favola di William e Kate (2011).



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Marilyn 2011-10-10 07:45:45 MATIK
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MATIK Opinione inserita da MATIK    10 Ottobre, 2011
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Marilyn

"Sapevo di appartenere al pubblico e al mondo. Non perchè fossi dotata o bella, ma perchè non ero mai appartenuta a nessun altro, nè a nessun'altra cosa."
Alfonso Signorini ci racconta la vita di Marilyn, una donna i cui occhi rappresentavano la sua anima: malinconici, tristi, la paura sempre presente per la pazzia quella pazzia che aveva già colpito il nonno, la nonna e poi la sua mamma Gladys.
Una donna che aveva vissuto un'infanzia molto difficile senza amore alcuno e che l'aveva condannata a credere che non avendo mai ricevuto amore non era neppure lei in grado di amare qualcuno per sempre!
Lei amava le sfide impossibili, dal niente era riuscita ad essere la donna più sexy e più desiderata dell'America e del mondo intero, ma dentro nel suo profondo la felicità era una chimera lontana ed impossibili da afferrare, fu inghiottita dalla sua ennesima sfida quella di accaparrarsi l'uomo più grande ed importante di allora John Kennedy.
"Nel passato chi ha cercato stupidamente di ottenere il potere cavalcando la tigre, ha finito per esserne divorato." (John Fitzgerald Kennedy).
La vita di Marilyn è interessante, ma secondo me Signorini l'ha affrontata in maniera molto insipida senza approfondire per niente la complessa psiche della grande attrice, sembra quasi di essere seduti su una panchina a fare pettegolezzi su quanti letti ha girato nella sua breve vita!

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Consigliato a chi ha letto...
Per chi ama le biografie.....questa un pò superficiale....
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