Manuale di scrittura creativa
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Contro i manuali di scrittura creativa
Mi occupo di lettura e di scrittura da quando sono nato, si può dire. Intendiamoci, leggo e scrivo come fanno milioni di altre persone. Nulla di eccezionale. Non sono famoso per niente. Ma di queste due abilità ne ho fatto una passione.
Niente lustro, niente successo, niente soldi. Ma non è che questi miti siano poi molto importanti. La cosa decisiva per il nostro argomento è il fatto che la lettura e la scrittura appartengono al mio DNA. Per famiglia, per tradizione, per passione, per industria, per lavoro, insomma per vivere in maniera piacevole facendo ciò che piace di più, leggere e scrivere, appunto. La scrittura, oggi, non è più come una volta. Ricordate? Esistevano gli scrivani un tempo. C’era gente che non poteva permettersi una penna e si affidava a chi questa la sapeva usare.
Oggi, invece, tutti scrivono, e molti credono di saperlo fare per svariate ragioni: per soldi, per vanità, per esibizionismo, per comunicare, per hobby, per perdere tempo, per lavoro e via scrivendo. Stiamo, comunque, sicuramente meglio che in passato.
Quando mi capita, e accade spesso ancora, purtroppo, di trovarmi nell’ufficio postale della piccola frazione dove vivo e di essere invitato a firmare come testimone per qualche vecchietto che deve ritirare la pensione e non sa ancora firmare, mi si stringe il cuore. Mettere il graffio della mia firma accanto a quella croce di quel povero cristo mi fa sentire inadeguato e in colpa. Eppure, sono ancora milioni gli analfabeti totali nel nostro paese.
Ma non è di questo che volevo parlare. Era mia intenzione, infatti, parlarvi non di come imparare a scrivere, e magari anche a leggere, ma di “come scrivere come un kamikaze”.
Tutti sappiamo chi erano e chi sono oggi questi signori del suicidio, ma non avrei mai immaginato che esistono anche soggetti che usano questa tecnica per scrivere … suicidandosi. Non credo, comunque, che lo facciano davvero, dopo di avere scritto ciò che devono scrivere e che lo hanno fatto nel modo richiesto. Mi piacerebbe sapere piuttosto gli effetti del metodo su questi atleti della scrittura che, immagino, sarà scrittura elettronica. Non è pensabile, infatti, che possano scrivere come abbia fatto, che so James Joyce con quella sua incredibile calligrafia, il suo immortale “Ulisse”. Che faranno dopo? Cambieranno mestiere o che? Questa sorta di immersione totale nella parola scritta mi fa pensare, per contrappeso, alla immersione totale che i membri del parlamento, di qualsiasi parlamento nel mondo, fanno lasciandosi annegare nel mare delle parole parlate delle sedute. Parole parlate e parole scritte si incontrano e si scontrano a spese dei pensieri e si annullano nel silenzio perduto.
Da un sito americano nasce l’idea di proporre un concorso di scrittura del tutto particolare: vince chi riesce a scrivere nell’arco di un mese un romanzo di circa cinquantamila parole. Il suo nome è Nano Wrimo, ovvero National Novel Writing Month, è un programma on-line per chi ha pensato spesso di scrivere un racconto ma è stato spaventato dallo sforzo e dal tempo necessari per portare avanti il proprio progetto.
Gli autori del sito parlano di “approccio kamikaze”, tuffarsi nella scrittura senza inibizioni e limitazioni di sorta, affrontare rischi; parola chiave: scrivere, scrivere sempre, in qualsiasi ora del giorno e della notte. Avendo a disposizione solamente un mese, l’aspirante scrittore dovrà rinunciare al lavoro di editing, che consiste nel revisionare, tagliare delle parti, aggiungerle, trovare sinonimi, e concentrarsi solamente sulla creazione.
I partecipanti provengono da tutte le parti del mondo, è sufficiente registrarsi sul sito Nano Wrimo, inviare un profilo personale, fornire qualche cenno sul proprio stile di scrittura, se lo si possiede, e mandare qualche foto. Via, via che i maratoneti-scrittori andranno avanti con la stesura del romanzo, il sito offrirà loro incoraggiamento, specialmente a chi, arrivato a metà dell’opera, non riesce ad andare avanti, a chi, guardando a ritroso il proprio capolavoro, pensa che si tratti di una schifezza, a quelli colti dal blocco dello scrittore, dalla paura della pagina bianca.
Il concorso ha inizio il primo di ogni mese e termina entro la mezzanotte dell’ultimo giorno dello stesso mese. In questo periodo è necessario scrivere come pazzi, dimenticare cene fuori, sport, impegni di altro genere e concentrarsi solo sulla stesura del proprio romanzo. Al maratoneta della scrittura andrà un bel certificato di vincitore e un’icona web.
L’idea del sito è sottesa da un diverso concetto di scrittura: l’importante non è la qualità di ciò che si scrive, ma la quantità. Non è detto che nella produzione in grandi quantità non si nasconda anche la qualità: spesso ciò che si scrive di getto ha il dono dell’immediatezza, della spontaneità e risulta molto più diretto di ciò che è stato rimaneggiato a lungo, revisionato tante volte, che risulta indubbiamente più costruito. D’altra parte è anche vero che incoraggiando chiunque a scrivere montagne di pagine senza un minimo di pratica e di criterio si rischia di incrementare un serie di aspiranti scrittori mediocri, e di dover leggere romanzi mediamente lunghi e altamente noiosi.
Nano Wrimo è orgoglioso di comunicare sulla propria home page, che circa sessantamila partecipanti nel 2005 hanno aderito al proprio bando di concorso, che in diecimila sono riusciti a concludere il proprio romanzo e che tutti coloro che all’inizio del mese sono entrati come attori disoccupati, insegnanti delle superiori, commesse con il pallino dello scrittura, sono usciti come romanzieri, o quasi. (Claudia Garano)