Saggistica Arte e Spettacolo Il Purgatorio di Dante
 

Il Purgatorio di Dante Il Purgatorio di Dante

Il Purgatorio di Dante

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Dante, con questa cantica seconda, conferisce sostanza, ubicazione e regime al nebuloso regno transitorio dell'oltretomba, che ha referenze assai vaghe nelle Scritture e che, dopo un millenario travaglio teologico, solo da una trentina d'anni era entrato a far parte dei dogmi della Chiesa romana. Nell'invenzione ‒ o nella scoperta ‒ dantesca, il Purgatorio è il monte che sorge al centro dell'emisfero australe, sotto stelle che nessun uomo ha mai visto tranne "la prima gente" (perché la sua cima è la sede del paradiso terrestre). Lo percorriamo insieme a Vittorio Sermonti, nella seconda puntata del suo "serial teologico". Torniamo con Dante e Virgilio a rivedere le stelle, il cielo ("dolce color d'orïental zaffiro"), "il tremolar de la marina", e ad ascoltare la musica dopo la muta tenebra della morte eterna, le grida, le lacrime, i cupi bagliori dell'Inferno e della sua commedia umana. "Ma qui la morta poesì resurga, / o sante Muse, poi che vostro sono": e grazie a Vittorio Sermonti, la poesia di Dante torna viva ai nostri orecchi (e agli occhi, e al cuore) e ci seduce con le "dolci note" della sua musica. Supervisione di Gianfranco Contini.



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Il Purgatorio di Dante 2022-04-04 12:48:00 C.U.B.
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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    04 Aprile, 2022
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A riveder le stelle

Dopo la (mirifica, indimenticabile) voragine infernale, lunga è ancora la strada verso il Paradiso. La seconda cantica della Divina Commedia continua il percorso attraverso il Purgatorio, un monte posizionato al centro dell’emisfero australe, dove le anime salve durante la salita espiano colpe minori praticando penitenza.
Sette P luminose incise sulla fronte del pellegrino da un angelo, una per ogni peccato capitale.

Luogo di commiato e di memorabile incontro, Dante si congederà dalla guida di Virgilio e incontrerà l’amata Beatrice.

Il volume è organizzato in una struttura lineare: un capitolo in prosa, dettagliatamente argomentato da Vittorio Sermonti, a seguire il rispettivo canto.

A differenza della cantica precedente, ho trovato la parafrasi di Sermonti molto più macchinosa e decisamente accademica, arrivando ai versi tanto affaticata che il linguaggio di Dante mi pareva una mentina balsamica. Forse il Purgatorio è semplicemente più complesso dell’Inferno e quindi inevitabile l’inasprirsi dell’analisi. In ogni modo, i frequenti allegorismi mitologici, gli onnipresenti rimandi astronomici, i numerosi calcoli matematici e gli arzigogolati approfondimenti storici hanno rallentato impietosamente la lettura, opprimente fardello sul mio IO esanime per mesi e mesi.

Sebbene fossi certa che la fatica patita mi avrebbe dissuaso da ogni intento verso la terza cantica (che qui si legge per piacere, non per dovere), mi son ritrovata a contraddirmi constatando quanto questa lettura mi abbia infine arricchita.

Sarà il risveglio della mia italianità latente o sarà che quando si dilatano i tempi su di un libro si tende a fraternizzare, avverto un forte senso di appartenenza ripensando al lavoro di Alighieri. Il quale, purificato dalle acque del Lete e dell’Eunoè, ce lo comunica chiaramente in chiusura che tornare indietro non si può, ma solo guardare innanzi:

“Io ritornai da la santissima onda
rifatto sì come piante novelle
rinovellate di novella fronda,
puro e disposto a salire le stelle”.

A salire le stelle. Benvenuta in Paradiso.

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Il Purgatorio di Dante 2022-02-20 17:35:21 silvia71
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silvia71 Opinione inserita da silvia71    20 Febbraio, 2022
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In salita verso la luce

Il Purgatorio di Dante è concepito come speculare alla voragine infernale pertanto assume la conformazione di una montagnetta composta da sette cornici dedicate ciascuna all'espiazione dei peccati capitali. Le anime qua rappresentate sono ree di colpe più lievi rispetto a quelle a cui tocca una collocazione agli inferi senza appello, tuttavia il percorso cui devono sottostare prima di assurgere alla luce paradisiaca, è lungo e faticoso.
Il buon Dante intraprende la salita verso la vetta incontrando centinaia di volti e immergendosi nelle loro storie, ricche di aneddoti, di gioie e dolori, di errori pagati a caro prezzo e voglia di riscatto. Sono scomunicati, superbi, invidiosi, iracondi e golosi, pronti ad un lungo pellegrinaggio per guadagnarsi il paradiso.

Rispetto alla prima cantica, il Purgatorio raccontato e parafrasato da Vittorio Sermonti è un percorso arduo e accidentato, cavilloso su tematiche teologiche, filosofiche, linguistiche e socio-politiche, una vera selva intricata di approfondimenti dal sapore squisitamente accademico.
Ottimo testo per addetti ai lavori, meno per chi cerca il piacere di riscoprire la Commedia di Dante
in un testo raccontato con maestria e pertinenza di contenuti ma accessibile e godibile.

Lontano dall'impostazione dell'Inferno, vuoi perchè la cantica è più densa ed enigmatica concettualmente vuoi per volontà dell'autore, il Purgatorio strada facendo va assunto a piccole dosi perchè talvolta pesa come il macigno caricato sul dorso dei superbi.

La grandezza dell'autore resta ed è ampiamente certificata dalle redazione di un lavoro critico di tale spessore seppur si volga ad un lettore di nicchia o ad un dotto ricercatore.

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Inferno di Vittorio Sermonti
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